Monthly Archives: gennaio 2008

Okay vinto non credo ma secondo forse si’…e vicecampione non suona cosi’ male!

Mi perdo i lustrini e le paillettes dell’aperitivo di gala  ma spendo piu’ che volentieri due parole con tutti voi (compreso mia mamma!) che mi avete sostenuto e seguito in questa trasferta. Come sono andato? Diciamo che sono pienamente contento a meta’…Non sono andato male sui vini, sui riconoscimenti ho fatto schifo come gli altri, grande prova di servizio vino e (credo) abbinamenti piuttosto ganzi pero’ mi ha fregato l’inglese o meglio il fatto che DIVERSAMENTE da Viusa’ non ci lavoro proprio tutti i giorni e alla fine credo che la spigliatezza mi sia mancata. Ziliani dice che sono andato “a tratti” e forse ha ragione…

Cmq per i curiosi e i sommelier: i due vini erano uno chablis 2006 premier cru (e ho detto riesling) e uno zinfandel 2005 Sonoma. I distillati (e qui ora vado a pestare Andrea Rinaldi) erano (reggetevi) Punt e Mes (!) e ho detto Barolo Chinato, vodka (e ho detto rum bianco), tequila invecchiata (e ho detto giusto), pisco (e ho detto grappa) e infine Brandy spagnolo (e ho detto Cognac VSOP). Mi consolo che nessuno li ha indovinati e che lo Spagnolo ha detto Cognac pure lui sull’ ultimo.

Adesso sono da solo nella business room e mi sta passando l’agitazione a scrivere pero’ tremo ancora al pensiero che ero la’ su quel ca….. di palco. Alla fine ero pure calmo e tranquillo pero’ non credo sia bastato e non e’ la solita finta scaramanzia.

Mettiamola cosi’, vicecampione di Europa non suona tanto male e per almeno due anni posso fare il gradasso in giro, ovviamente dappertutto in Europa meno che in Spagna! Grazie del supporto ragazzi, siete stati dolcissimi come sempre, brinderemo insieme a casa…

(intanto vado a bermi il Punt e Mes!)

London live: ‘till now, everything wrong…

Maybe I’ a bit optimistic but I put down some english post just in case that in these days someone read my blog and doesn’t know italian…

I am in London to partecipate to the WSA european best Sommelier competition at the Hilton on Park Lane. Stunning hotel and luxurious rooms with every confort. Nice dinner, nice to excellent wines but when Roger Viusa’ (my spanish counterpart this evening) arrived I noticed how charming he is and most of all, how he can speak english, french and of course spanish with no effort.  So this evening, the firs points will be surely awarded to Roger while I know that I must count on my personality to take my chance…but I’m getting nervous every minute more and till this evening it’s a long time!

Don’t bet on my success…

Diretta da Londra…per ora non promette bene!

Ieri sera arrivo in albergo verso le 20, tutto sommato rilassato e viaggio niente male con EasyJet da Pisa. Albergo bellissimo, incredibilmente panoramico e spettacolare, camera sontuosa al 22esimo piano con vista su Hyde Park e cena niente male con vini italiani tra il buono e l’ottimo, specie un incredibile Riserva della Rancia di Felsina 2004 e un Bellavista Grand Cuvee’ 2002 da applausi.

Pero’ a “rovinare” la serata ecco che arriva Roger Viusa’, alto, belloccio, magro, stile impeccabile, uno che nonostante sia di Barcellona a Londra pare sia nato, parla correntemente francese e inglese (e il suo presidente dice che parla meglio il francese che lo spagnolo) e brillante conversazione. Insomma da uccidere, direbbe Sally.

Poi ovviamente mi si avvicina il presidente dell’Associazione USA Sommelier socia della WSA e mi chiede in che lingua faro’ oggi la prova. Non capisco la domanda, la riformula e gli rispondo “English”. Mi guarda un po’ stupito e va altrove, ho capito l’antifona…

La serata passa via tranquilla e interessante con un tavolo “all deutsch” con esponenti altoatesini, da Gelsenkirchen, da Munchen e da Bremen. Poi drink al ViewBar con vista mozzafiato dal 28esimo piano su Londra e due chiacchere con Medri Maietta e altri VIP Ais tra cui Guidi della GEN, con cui discuto delle enoteche in Italia e la vendita dello Champagne agli italiani.

Scorgo la lista delle serate di degustazione e la prima cosa che mi colpisce sono i prezzi (minimo 250 sterle) pero’ poi leggo i nomi: Lynch Bages, Krug (con lo chef de cave che viene personalmente a illustrare i vini), Ruinart…ce ne e’ abbastanza per far morire di invidia un pischellino come me!

Altra nota, nella carta dei vini dell’albergo, che copre tutto il mondo conosciuto del vino, praticamente e’ presente solo un vino italiano! E meno male che a Londra c’era il boom del vino italiano…Ho proprio idea che pure qui sara’ la Spagna a passarci avanti! Restate sintonizzati, magari la giornata migliora con la presentazione della DuemilaVini e la degu di vini Italiani… 

Come la vedo buia…

London Sommelier European Championship WSA: here we go!

london aisHere we go, here we go, here we go….alla maniera dei tifosi inglesi da stamani canticchio ‘sto ritornello che non se ne vuole andare dalla testa! Dopo quasi 2 anni e mezzo di studio praticamente ininterrotto, alla vigilia dell’appuntamento più importante della mia carriera da Sommelier devo dire che mi sento parecchio nervoso, imballato ma soprattutto impaziente di finirla in un modo o nell’altro! Quindi comunque vada, domani alle 18 sul palco, spero di rendere fieri di me tutte le persone che mi hanno sostenuto aiutato spronato frustato e coccolato in questi mesi.

Grazie a tutto il supporto che ho avuto dall’AIS, da Franco Ziliani, dal mio presidente Osvaldo Baroncelli (che verrà su a Londra, mitico!), dal forum RexBibendi, dai miei colleghi (ma ce ne sono tanti altri) Marco Grassi, Nicola Bonera, Cristiano Cini, Andrea Balleri, Maurizio Zanolla, Ivano Antonini, dallo staff (cioè la mia famiglia) a Burde che mi ha permesso di bighellonare in giro per concorsi e degustazioni. E grazie in anticipo anche a Gianpaolo che farà coincidere la sua tourneè londinese per Poggioargentiera con la finale…

Se non per me (arrivato qui sono talmente esausto che quasi quasi non m’importa come andrà a finire) di sicuro darò il massimo e farò del mio meglio (come dicono ai Lupetti) per rendervi orgogliosi di me. Come io lo sono di tutti voi che ogni giorno date il meglio nel vostro lavoro.

E ora via sull’aereo, parto da Pisa alle 17, vi aspetto all’aeroporto!

Grappa di Vinacce di Vin Santo Avignonesi 1996

grappa avignonesiGrandissimo ed esclusivo prodotto con vinacce appassite 6 mesi e 3 anni di botte piccola. Prodotto a partire dalle famose e pregiatissime vinacce che danno vita al più grandioso e opulento Vin Santo del mondo, una rarità da 2000 bottiglie scarse per anno e 12 anni di invecchiamento in caratello (che ci è “toccato” bere anche da Burde con il grande Ettore Falvo con qualcuno di voi).

Grande complessità al naso con anice, cardamomo, liquirizia, pepe bianco e cannella. In bocca poi è una esplosione di frutta, camomilla e miele a dare un quadro di complessità impressionante. Ci abbiamo provato, ma abbinarla sarebbe stato un vero delitto! Forse un distillato tra i più distanti dall’archetipo di grappa cui siamo abituati ma che ha convinto tutti i presenti, compresi i sostenitori de “la grappa è solo giovane”.
Da provare!

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Grappa Vin Santo Avignonesi 1996
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Grappa: basi della tecnica di degustazione ANAG

paooa soldi anagOvviamente in 20 minuti non potevamo condensare 3 lezione di corso ANAG ma comuque abbiamo dato ai presenti da Burde il 25 Gennaio scorso una infarinatura di base sulla degustazione della Grappa e almeno abbiamo provato ad evitare insieme gli errori più comuni che si compiono e soprattutto dare alcuni parametri di riferimento che non siano i classici grappa “secca” o “morbida”…
Scoprendo insieme che sulla Grappa forse ci sono davvero troppi luoghi comuni e dicerie ormai non più attuali!
Segui la lezione in 4 parti:
Parte 1: Tecnica base di degustazione distillati
Parte 2: Fase olfattiva analisi grappa
Parte 3 Fase gustativa

Parte 4: Lavorare per la qualità nella grappa

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Tencica di Degustazione Grappa ANAG
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Grappa: breve storia della distillazione e classificazione Acqueviti

paola soldi anagNel corso della serata di degustazione grappe e acqueviti da Burde del 25 Gennaio abbiamo approfittato della presenza di Paola Soldi per fare una breve introduzione alla distillazione, la sua storia e la classificazione delle acqueviti.
Ecco qui lintroduzione (che racchiude alcuni concetti che potrete approfondire nei corsi ANAG) suddivisa in 4 capitoli:
Parte 1: la distillazione dagli albori a Baglioni
Parte 2: la distillazione moderna
Parte 3: classificazione delle acqueviti
Part 4: tipologie di grappa.

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Storia della distillazione parte 1
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Pinocchio al posto giusto. Capolavoro dei Macchiaioli

di Marco Conti e Fabrizio Gori

pinocchio wikiFirenze, fondata dai Romani, forse unico caso in Italia, aveva conservato la memoria storica classica non avendo subito l’azzeramento culturale portato dalle invasioni barbariche, costituendo così un’isola di classicità che continuò a prosperare, senza interruzioni, per tutto il periodo Paleocristiano ed Alto Medioevale. Per la Città, tale discendenza sarà determinante per tutto il successivo sviluppo artistico e suoi rapporti con i centri culturali europei. Nel panorama toscano il volume Le Avventure di Pinocchio costituisce un evento insolito ed isolato e tale risulta anche all’interno della stessa produzione letteraria di Carlo Lorenzini. Una, se pur breve considerazione da dove Lorenzini trasse linfa va ricercata nella cultura storica della Toscana, con particolare riferimento alla civiltà fiorentina, nella quale Lorenzini segna la punta del tardo Ottocento. La Toscana del Lorenzini conservava ancora le tradizioni culturali delle antiche città stato, le quali, anche dopo secoli di unità regionale, mantenevano tradizioni culturali e costumi propri. A livello estetico-letterario, le città della Regione, ancora nel pieno Ottocento marciavano, con un secolo di ritardo, alimentate dal romanticismo o da reminiscenze di carattere arcadico. Nella produzione editoriale imperava il romanzo storico, con strepitoso successo de L’Assedio di Firenze di Francesco Domenico Guerrazzi, che a fascicoli imperversò fino ai primi decenni del Novecento. Firenze, centro culturale della Toscana, presenta sintomi di risveglio solo nella poesia con Giuseppe Giusti, morto nel 1850, e Renato Fucini, di cultura pisana, ma operante a Firenze, morto nel 1921. n periodo vissuto da Carlo Lorenzini fu caratterizzato da un grande evento nella vita cittadina quale il concorso per la facciata del Duomo che, dopo cinquant’anni di polemiche, si concluderà nel 1887 con l’inaugurazione di una facciata in stile lardo-gotico che farà torcere il naso a Collodi ed infurierà Diego Martelli, teorico dei Macchiaioli, che la definì una infilzata di tabernacoli. Nella musica della seconda metà dell’Ottocento primeggiò. II romanticismo lirico di Giuseppe Verdi, naturalmente odiato dai Macchiaioli. Prima di addentrarci nel mondo della «macchia» riteniamo opportuni alcuni appunti atti alla decifrazione del Pinocchio, capolavoro di Collodi. Il binomio Collodi-Brunelle-schi a prima vista può sembrare impossibile, invece rientra proprio nella più schietta tradizione fiorentina riferita alla continuità della classicità romana Brunelleschi pone l’uomo al centro dell’universo, microcosmo, ma anche al centro dell’esperienza quale artefice di progresso e costruttore del proprio futuro. La sezione aurea, metro di misura, è il modulo della dominazione dello spazio da parte dell’uomo. La prospettiva , così bene esposta dallo stesso Brunelleschi e da Masaccio, ricerca il coinvoìgimento dello spettatore nell’azione scenica, ribaltandola verso l’esterno, investendo l’uomo sul piano della realtà Esempio «da manuale» è la Trinità di Masaccio in S. Maria Novella a Firenze, dove è chiara la collaborazione teorica di Brunelleschi che si esprime nell’originale punto di fuga prospettico posto non in fondo alla scena ma sul gradino antistante quindi all’esterno della composizione, sul quale stanno in ginocchio i due donatori dell’opera, cioè le due persone che, essendo viventi, rappresentano la realtà. Questa particolare attenzione degli artisti fiorentini verso lo spettatore arriverà fin ai nostri giorni, costituendo un pensiero di classicità intesa come equilibrio di entità opposte, che, attraverso i Macchiaioli, si esprimerà, nella successiva ed importante tappa, nel Futurismo, a Firenze Cubo-Futurismo, fino all’Astrattismo classico di Vinicio Berti, dove le geometrie del Battistero fiorentino sono la base culturale di un’aspirazione alla creazione di nuovo spazio mediante stratificazioni di colore sulla tela, coordinate da rendere leggibile il percorso dalla realtà esterna a quella interna del dipinto. Lo stesso meccanismo si ritrova in Pinocchio. Collodi attraverso semplici misurazioni dello spazio misura il territorio, «pin, pin, pin, zum, zum, zum» e la fonte di suono che aumenta nel numero dei pin e zum via via che Pinocchio si avvicina al luogo di emissione. I sentimenti sono espressi da Mangiafoco mediante una serie di titoli messi in ordine d’importanza, il naso di Pinocchio si allunga
il volume «Le Avventure di Pinocchio», «Da Burde», Firenze 1991.

Un’illustrazione di Liberia Pini per nella misura delle bugie che sono invenzioni letterarie nuove, tridimensionali, di puro stampo, o meglio effetto, g Mac-chiaiolo che anticipano il Futurismo. La «Storia di un Burattino», unica opera letteraria riconducibile al movimento estetico dei Macchialo!!, inizia a puntate sul «Giornale dei Bambini» a partire dal 7 luglio 1881, concludendosi al capitolo XV con la morte di Pinocchio. In questa prima stesura, successivamente raggnippata ad altro sotto il titolo Le Avventure di Pinocchio, il racconto fila con la perfezione di una tragedia greca. Lo scontro con la realtà sociale porta l’emarginato Pinocchio di fronte alla legge, l’insidia del teatrino di Mangiafoco lo pone di fronte alla morte, anticipando un inesorabile destino momentaneamente sospeso e stemperato dal regalo dei cinque zecchini d’o-ro.che poi saranno la causa della sua triste fine, impiccato appeso alla grande quercia. Dopo alcuni mesi il racconto a puntate continua, una nota di Collodio che incerniera i due tronconi dell’opera, viene sempre omessa facendo sì che quell’insieme di avventure scollegate fra loro vadano ad annacquare la schiettezza ed anche la bellezza della tragedia iniziate. La prima parte del racconto costituisce un punto fisso nella cultura fiorentina, che meglio sarebbe definire «Civiltà Fiorentina». A primo impatto emerge subito quello spirito ironico che in breve sintetizza anche i momenti più drammatici; chi visse l’evento alluvione del 1966, tanto per fare un esempio più a noi vicino, non vide per le strade lamentatrici di greca tradizione, ma solo maniche rimboccate intente a cancellare prima possibile i segni di quella offesa alla città. – Che Dio l’aiuti – disse una donna passando davanti ad un artigiano indaffarato a vuotare la sua cantina – e l’uomo di rimando -Bah, se ‘un m’aiuta, vorrà dire che farò qualche viaggio in più -. «Oggi solo umido» si leggeva su improvvisati cartelli agli sporti delle trattorie. È questo lo spirito popolare e il sapore di una civiltà di uomini vivi, non di accademici monumenti ambulanti, le cui importanti tappe sono segnate sulle marmoree geometrie, o meglio geroglifici, intarsiati sulle pareti del Battistero di S. Giovanni e sulla facciata della Badia fiesolana; due libri di pietra che dopo Gu-tenberg contano sempre meno lettori. La sinteticità di Dante, lo spazio bru-nelleschiano, l’iconografia dei Manieristi, i Macchiaioli con Pinocchio e le sue anticipazioni futuriste sono i momenti importanti di un percorso tutt’og-gi in atto nella città di Firenze. Il tentativo di procedere su questa insidiosa strada si fa struggente e difficile, resta di fatto il capolavoro di Collodi che occupa un posto che va oltre l’essere stato relegato nella letteratura per l’infanzia.
Nel 1850 muore a Firenze Giuseppe Bezzuoli, la Pittura scolpita in marmo piange sulla tomba, in mano tiene un cartiglio con i nomi dei pittori più importanti del periodo.
Nel 1850, all’interno del caffè Michelangelo a Firenze, si forma un gruppo di pittori che per la loro tecnica innovativa verranno, a spregio, definiti Macchiaioli, fra questi è il giornalista Carlo Lorenzini. che da poco ha adottato lo pseudonimo Collodi.
Questi paralleli riferimenti costituiscono due opposte realtà destinate allo sconto.
La lentezza dei ritmi di vita del passato dava maggiore stabilità alle stagioni dell’estetica, si ebbero così lunghi periodi nei quali fu possibile l’allineamento delle arti e delle scienze. Più frenetici i ritmi del tempo a noi più vicino ove molte correnti pittoriche a malapena sono sconfinate nelle arti visive collaterali, fra queste rientra il movimento dei Macchiaioli, che la critica ha relegato alla sola pittura, nonostante l’intensa stagione dal 1850 al 1867. In questo clima incontriamo Collodi nelle memorie di Telemaco Signorini, 1848-1867.
«O ameni e piacevoli compagni di Montucchielli, di Tricca e di Arnaud, Guglielmo Pampana e Carlo Lorenzini! Basti a ricordare l’ingegno di quest’ultimo e la finezza del suo umorismo, tutto quello che lui ha pubblicato sul Fan-fulla e quello che il Paggi ha stampato di libri per l’educazione dei fanciulli». Più tardi ritroviamo Collodi a coUaborare con maggiori esponenti del movimento dei Macchiaioli, intento alla redazione della Strenna del Circolo Artistico di Firenze del 1882, anno del Pinocchio, assieme a Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Fosco Tricca, l’amico Yorik, Giovanni Marradi e Diego Martelli.

Prima del Pinocchio, la produzione letteraria di Collodi, costituita di articoli giornalistici, commedie e romanzi ad usum delphini, risulta piuttosto me-diocre, ha in sé l’anima del macchìaiolo che esprime solo a livello di abitudini in quanto uomo represso dalle condizioni familiari che gli impongono un comportamento diverso, cioè una ufficialità prettamente borghese, hi verità, nell’arco della sua produzione letteraria emerge qua e là il suo spirito popolare di repubblicano anelante al socialismo, però abitudini e vita privata sono lontani dalle sue esposizioni pedagogiche, un conflitto pagato assai caro, determinato da una madre morbosa ed ossessiva che sempre lo considerò il suo Cadetto, e dall’ombra del fratello Paolo «arrivato». Non dimentichiamo le umili origini dei Lorenzini, imborghesiti dall’incarico Paolo a direttore della manifattura Ginori di Doccia. Collodi e la madre vivono ospiti di Paolo nel lussuoso appartamento in via dÈ Rondinelli, Morta la madre e probabilmente allentatasi la pressione del fratello, Collodi si sprigiona in tutta la sua freschezza di popolano antiromantico, antiborghese ed anche maleducato: esce di getto Pinocchio che altro non è che la sua autobiografia. «C’era una volta … – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno». Introduzione al Pinocchio che è già un programma «pi-pi-pi, … zum, zum, zum. Si fermò e stette in ascolto». Sono le pennellate a macchia della rappresentazione letteraria del suono, pennellate che ritroviamo in tutto il racconto ove rumore di Mangiafoco si misura non da noiosa descrizione ma dal numero dei titoli. L’ambiente dove si muove il nostro eroe-burattino è quello dei campi coltivati, ove dai filari delle viti cariche si ruba l’uva, i boschi, fosse e capanni fino al bindolo di Giangìo, tutte queste immagini potrebbero esse le tavolette dipinte dai macchiaioli. Questo è Collodi, ambiente, dimensione e spirito. Le Avventure di Pinocchi, o capolavoro della letteratura universale. Libro per ragazzi? No! sotto questo aspetto, semplicemente diseducativo. Libro da adulti, che senza nessuna riserva collochiamo nella giusta sede quale unica espressione letteraria innovativa della seconda metà dell’Ottocento e solo riconducibile al movimento fiorentino dei Macchiaioli.

Cavit: pure le serate Trentino contro resto del mondo, come si fa a parlarne male?

cavit incontri enotecaRitorno sull’argomento Cavit che già avevo lodato tempo fa per la bella pagina di abbinamenti pizza-vini che avevano messo su per segnalare un’altra iniziativa che secondo me fa molto marketing non convenzionale e innovativo. Ovvero la serie di degustazioni che la stessa Cavit organizza per presentare i suoi prodotti che vanno sotto il nome di Incontri in Enoteca.
Che non sarebbe niente di innovativo se non fosse che insieme a 2 dei suoi prodotti, l’azienda vi fa trovare altre 4 etichette di altre aziende non collegate (che io sappia…) per permettervi di fare i vostri confronti e valutazioni. E non solo, ovviamente Cavit spera poi che se ne parli, se ne discuta e magari ne venga fuori qualche discussione in giro nella rete sui forum.
Ora mi pare che questa sia una pratica in genere molto poco utilizzata soprattutto dalle aziende stesse e invece si tratta di uno strumento potenzialmente potentissimo. Quante volte siete stati in una cantina e avete trovato bottiglie di altre aziende a vostra disposizione?
Volete mettere che succede se il Maso Toresella Trentino Superiore DOC Rosso 2004 batte Chateau la Lagune 2001? Oppure se Maso San Valentino Trentino Superiore DOC Pinot Nero 2005 fa una impressione migliore del Vosne Romanèe 2005 – Maison Chanson (Borgogna) ?
Okkei è difficile che accada però di sicuro entrerebbe in gioco il fattore prezzo e quindi alla fine Cavit vincerebbe comunque…
In definitiva magari (anzi di sicuro) la scelta delle bottiglie viene effettuata in base a criteri che non penalizzeranno mai troppo i beniamini di casa ma almeno al consumatore non viene solo raccontato che tal bottiglia è meglio di quell’altra ma gli viene proprio proposta l’esperienza diretta.
Già che ci sono mi permetterei di consigliare pure la degustazione alla cieca così da introdurre anche un pò di didattica sperimentale…

Grappa da Burde: Paola Soldi, Andrea Gori e gli abbinamenti dolci di spirito

grappa biscottiInaspettato e graditissimo successo di pubblico ieri sera per la serata ANAG da Burde con trenta persone attente e curiose di scoprire i rudimenti della degustazione della grappa e dei distillati e per approfondire la conoscenza del nostro distillato nazionale.
Paola Soldi ci ha guidato in un rapidissimo excursus sulla storia della distillazione in Italia e sulle basi tecniche per l’assaggio della Grappa. Insieme ad Andrea sono state poi proposte 4 grappe molto diverse tra loro e un acquavite d’uva.
Trovate su Flickr tutte le foto della serata
e nei prossimi giorni nella solita pagina YouTube e MySpace i vari video della serata.
E se trovate interessanti le discussioni e le spiegazioni, ricordatevi che l’Anag copre ormai tutta l’Italia con i suoi corsi e le sue serate di approfondimento!

Ieri sera sugli scudi e acclamatissima la Grappa Riserva Avignonesi ma soprattutto abbiamo celebreato un grandissimo matrimonio d’amore tra la celeberrima Torta Pistocchi al Cioccolato Classia e una delle migliori grappe giovani italiane ovvero la Storica Nera della Domenis a 50%. Proprio l’alcool esuberante permette infatti di gestire la grassezza della torta ripulendo la bocca e al contempo le spezie (cannella, pepe, liquirizia) e la frutta (pera, mela, albicocca) della grappa fanno da contraltare all’aromaticità profonda del cacao, fondendosi in un tuttuno dalla complessità gustativa impressionante. Grande effetto poi rinfrescante della grappa che arrivando in bocca dopo la torta fa l’effetto di un sorso di acqua freschissima (a 50% di alcool!) .

Particolarità: diversamente da altri abbinamenti grappa-dolci, conviene qui sorseggiare la grappa insieme alla torta per godere dell’effetto pieno e assoluto. Da provare assolutamente per capire che la cioccolato non va solo con il rum!

anag burdesoldi gorigori grappa