Fragranze 2011 Pitti: alla ricerca del naso assoluto da sommelier

Nel nostro peregrinare assorto di una domenica escogitando di tutto per proseguire il boicottaggio del calcio ci decidiamo finalmente di dedicare qualche ora ad un tema che riempie pagine su pagine del mondo del vino ma che non gli appartiene in maniera esclusiva ovvero quello dei profumi. Approfittiamo quindi di Fragranze 2011 organizzato da Pitti alla Stazione Leopolda per arricchire di strabilianti sentori il nostro vocabolario da sommelier. Impressionante già all’ingresso il profumo che riempie i padiglioni avvolgendoci in una nuvola eterea che non ha pari in nessun’altra manifestazione

oltretutto tutti parlano piano e sottovoce, non pare neanche di essere ad una fiera italica, memori soprattutto dei quasi 100 decibel che sopportiamo qui dentro durante Taste. Qui la parola ossessivamente ripetuta come un mantra è il Naso sia nel senso di creatore di profumi, persona sovraumana capace di c

reare eau de toilette a partire da centinaia di essenze diversi con un bagaglio aromatico di oltre 1000 riconoscimenti, sia nel senso di quel coso che abbiamo in mezzo agli occhi che guida i nostri passi in maniera spesso a noi imperscrutabile.

Il tempo è poco e ne approfittiamo per rinverdire la nostra gamma di fiori bianchi e simili (per esempio per gli Champagne blanc de blancs o qualche friulano di livello, il mughetto e il “narcotico” gelsomino sono di casa).

Un paio di stand di candele ed essenze  ci apre anche il mondo dei tabacchi afgano o olandese, intensi e pungenti. Poi l’onnipresente e dolce patchouli, foglia che però ricorda il legno quasi laccato di certi vini terziari, poi le varie sfumature del sandalo (già pregusto quando potrà dire su certi bolgheresi invecchiati “sentore di sandalo di Mysore “). Enorme la gamma degli agrumati, trai preferiti il profumo di una candela ai fiori d’arancio marocchini o l’arancia amara unita al chiodo di garofano, e incredibile quella degli incensi, mentre di solito nel vino ci riferiamo a quello da chiesa “base”. Mentre ci accorgiamo di aver da sempre sottovalutato il fico nero e non aver capito quanto sia fondamentale il labdanum  in certi Primitivi di Manduria o il palissandro nel Barolo di La Morra, finalmente riusciamo a ritoccare terra con alcune proposte più vicine al vino, la prima , Ut Olet Vinum con addirittura essenze aromatiche che ricostruiscono e ricordano alcuni vini dal Barolo al Pinot Nero (tra i migliori), dal Passito di Pantelleria al Lambrusco dove l’effervescenza è resa in maniera convincente da una nota di zenzero.

Presente anche il Brunello definito con “sottobosco, legno aromatico, piccoli frutti, leggera vaniglia e confettura composita delle terre senesi“:

Ci incuriosiamo e chiediamo qualcosa di più:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=3yVAiZSiosA[/youtube]

Passiamo oltre e dopo essersi cosparsi di vari profumi (per non sbagliare scegliamo quelli con le descrizioni più immaginifiche tra note di testa, di cuore e di fondo che farebbero impallidire qualsiasi brochure aziendale di vino) giungiamo ad un nome che già conosciamo in Romagna ovvero quello di Cesari che con la grande operazione Tauleto parte dal vino e dalla vigna per realizzare una gamma completa di profumi, sali , essenze e saponi.

Ma il punto di partenza è una storia particolare nata proprio nel corso di una degustazione e dall’incontro con un grande “naso” come ci racconta Giuliana Cesari:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=4zayykBQQLU[/youtube]

Il profumo in effetti ricorda come successione di aromi e stuttura il Sangiovese di Romagna con la sua esplosione di lampone, ribes rosso, ciliegia senza trascurare una viola accesa con note spesso decise di legno dolce in chiusura ed ha il pregio di non cercare di ricreare il vino ma di interpretarlo appunto in chiave profumistica.

Poco tempo quest’anno ma le nostre narici da poveri sommelier sono andate in sovraccarico molto presto, mettiamo un segno e ricominciamo sicuramente il prossimo anno che mondo dei grandi profumi e mondo del vino hanno molto più in comune di quanto si pensi.