Anteprima Vernaccia San Gimignano: i vini di Calce Cotes Catalanes con Antonio Boco e Paolo de Cristofaro

Antonio Boco e Paolo de Cristofaro ci guidano alla scoperta di questa zona semisconosciuta ma che da modo e luogo di discutere come poche altre di terroir e vino, in maniera molto trasparente, così come sta accadendo a San Gimignano in questi anni.Si tratta di una zona di confine storica, catalogna francese quasi sempre collegata ai Pirenei e alla Spagna. Languedoc Roussillon ovviamente non spiega quasi nulla, questa di Calce (si pronuncia “calz“) è una microregione cui si arriva da Perpignan in questa enclave francese in terra quasi spagnola. Paesaggio diviene quasi lunare anche se mare è vicinissimo. Nessuna impressione di viticoltura specializzata o vigne giardino. Solo gobelets, direttamente su roccia, protetti da muri a secco, quasi tutte piccole parcelle e vecchie vigne anche centenarie, mondo ancestrale particolarissimo. Clima dà una consistenza di velluto alle foglie, clima caldo e siccitoso ma spazzato da tramontana, spira due giorni su tre… Tanti contrasti uno dopo l’altro e la cosa che colpisce nella piazzetta del paese è una luce bianchissima quasi accecante, luminosità poi odore di basilico, di lavanda e di altre erbe aromatiche.
400 ettari totali tra i 50 e i 250 mt di altitudine ma anche fino a 6-700 mt.  Ripartizione in tre macrozone, parte sud che guarda pirenei con terreni scistosi, parte nord con massiccia presenza di calcare (ovvio) e poi fascia di marne grigie verticali, particolari che consentono in queste canyon poverissime di terreno di penetrare in profondità con le radici e produrre uva.
Mappa varietale e ampelografica particolare.
San Gimignano è leggermente più a nord come latitudine ma più o meno siamo lì. Varietà sono comuni ovvero vernaccia e grenache blanc e gris e macabeo (usato anche per il Cava spumante ). SOno varietà neutre senza esagerazioni e intensità esagerate. Subiscono spostamento tra terreno e terreno, raccontano bene i territorio di provenienza senza stravolgerli

VDP Cotes Catalanes Horizon Blanc 2008 Domaine de l’Horizon (calcare)
Floreale e minerale insieme, tiglio e biancospino molto delicati ma soprattutto calcare e sapidità affiorante, un appena di lavanda e di salvia. Bocca sapida ovviamente, delicata e salina con frutta bianca che sale, ribes bianco e pesca delicata. Bello il finale, rinfrescante e stimolante per la tavola. 87

VDP Cotes Catalanes Matassa Blanc 2007 Domaine de l’Horizon (scisti grigi)
Note affumicate e laviche molto evidenti, polvere da sparo e fruttato ben amalgamati, citrino spiccato di pompelmo, lieve nota ossidativa, miele di erica , ginestra e pompelmo molto maturo, paglia secca. Bocca decisa e acida, molto dura con finale dove si perde quasi subito la frutta e rimane il fumè piuttosto affascinante. 88

VDP Cotes Catalanes La D 18 2008 Domaine Olivier Pithon (terreni scistosi, ph molto basso)
Olivier viene dalla Loira, Domaine creato nel 2000 per caso dopo altre regioni e grazie a suo fratello e genitori ha potuto visitare bene Calce e scoprire tutto in loco e innamorarsene. Ora del tutto bio, con sola possibilità di lavorare con il cavallo tra i vigneti.
Prende il nome dalla strada che arriva al paese di Calce, molto soave e delicato, quasi marino come effetto, note fruttate quasi assenti ma floreale spiccato e iodio. In bocca viene fuori un dolce particolare come di mora di gelso, appena rinfrescato da una nota citrina. Finale con leggero alcol e delicatamente floreale piuttosto persistente. 84

VDP Cotes Catalanes La D18 2005 Domaine Olivier Pithon
Uve molto mature, annata fresca, molto cupo e dark per essere un bianco, roccioso e quasi di muschio, pietra bagnata, gelsomino, thè al bergamotto, ginestra e fragola quasi, bocca con sentori floreali ben presenti, amarognolo nel finale e corposo non poco. Bel finale tra la frutta e il sapido, mineralità “lacustre” tra muschi e licheni (definizione di Paolo de Cristofaro). 86

VDP Cotes Catalanes Coume Gineste 2008 Domaine Gauby
Tra i primi a lavorarci, metà anni ’80, bella scommessa. Viticoltura naturale, quasi obbligata qui. Vigneti da bisnonno di attuale proprietaria, scoprendo sulla sua pelle tutte le caratteristiche del luogo. Ogni cm quadro cambia, le parcelle sono piccolissime, dagli anni 90 c’è stata vinificazione a parte fino a 18 parcelle diverse. Ora si usano solo 3 varietà fino ad avere 5 vini differenti. Ispirazione è borgognona,  radici molto profonde grazie al terreno poroso. Uomo deve comunicare con il terrori e poterlo esprimere rispettandolo al massimo, nutrendo il suolo e preservandolo il più possibile.
Muschio e mughetto, biancospino e rosa, fruttato aromatico intenso, ricco con mineralità importante che ricorda l’incenso ed erbe mediterranee poi anche la canfora e la mirra. Bocca spiccatamente amarognola e acidula, diretta,quasi aggressivo ma bel corpo deciso, miele di eucalipto, pesca bianca, lychees, finale che alterna citrino e pietroso in maniera del tutto originale ma entusiasmante. 94

VDP Cotes Catalanes Coume Gineste 2002 Domaine Gauby

L’evoluzione dona rotondità inaspettate da giovani per questi vini, il fruttato di pesca e mela è molto evidente e si amalgama alla calce e al calcare  in sottofondo,  viene fuori poi caramello, mou, quasi un tostato di nocciola e mandorla. Bocca molto equilibrata e sfaccettata, richiami continui agli agrumi, alla frutta secca, al mentolato, al balsamio, al muschio e ad un floreale di crisantemo e rosa tea, il tutto su una nota sapida ben evidente che lo rende un vino completo in sè stesso, quasi da conversazione. 91

Impressione a caldo, o meglio a freddo, è che siano vini in effetti figli di un terroir unico e affascinante, a sentire i racconti di chi ci ha viaggiato pare davvero di esserci mettendo il naso nei bicchieri, vini evocativi e completi, in linea con le richieste di oggi e con il rispetto della natura che li genera. Bella scelta da parte di Boco e De Cristofaro.