Autoctoni del Chianti Classico: Roberto (Mannucci) Droandi ci spiega perchè difenderli

Serata dedicata ad alcune delle decine di varietà di uve storiche del Chianti Classico (qui tutti i video), quel mare magnum solitamente defintito appunto come “autoctoni del Chianti”, non solo ovviamente Sangiovese e Canaiolo ma anche Barsaglina, Foglia Tonda, Pugnitello, Malvasia Nera e molti altri. Vinificazioni separate, fatte con l’idea che la biodiversità vada comunque conservata e che assaggiare questi vini serve per conoscere la storia del nostro terroir, indipendentemente dal fatto che oggi vengano usati o meno nel blend per i vini DOCG.Ecco Roberto che ci spiega l’orgine di questo interesse e la strategia che viene seguita ogni anno:

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Al gusto, non tutti appaiono eccelsi e concinventi come prodotti a sè stanti, pur avendo ciascuno un proprio carattere e propria personalità. Forse l’unico che potrebbe (e in altre aziende sta cominciando a farlo) avere vita propria è ill Pugnitello e fa un po’ effetto pensare che è molto vicino geneticamente al Montepulciano d’Abruzzo, uva usata per tagliare il Sangiovese nell’aretino e in maniera più massiccia, spesso ai limiti della legalità, usando proprio Montepulciano proveniente via autobotte dall’Abruzzo.

Genetica che conferma una prassi tradizionale o evoluzione di un terroir?