Da sempre nella posizione scomoda di eterno secondo o fratello minore del blasonatissimo Cognac che ha avuto altre fortune anche per motivi puramente geografici e logistici , è riuscito negli ultimi anni a sviluppare alcune forme di marketing molto azzeccate e a sfruttare alcune caratteristiche produttive. Ad esempio i millesimati, ovvero distillati provenienti da vini di una unica annata e non da blend di diverse acqueviti, ha reso questo distillato molto diffente per carattere e variabilità dai Cognac. E inoltre, soprattutto nel Bas Armagnac, abbiamo prodotti dal profumo caratteristico di violetta e di prugna che non ritroviamo in altre zone al mondo. E questo Saint Christeau 1985 (imbottigliato nel Luglio 2008) non fa differenza…con una gamma impressionante di varietà di note aromatiche di nocciola e frutta secca arricchiete appunto da note fruttate e floreali molto scure e rare in altre aqueviti. In bocca non è dolce e rotondo come ci aspetteremmo dopo 23 anni di legno ma mantiene una vivacità e una certa aggressività che però non disturbano, anzi magari ce lo fanno gustare di più, specie in abbinamento con dolci e torte che ne richiamino qualche caratteristica come la torta alle prugne che abbiamo provato in sala.
Ecco il video della degustazione di questo Armagnac:
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Purtroppo l’armagnac non gode della grande notorietà del fratello cognac, principalmente per la mancanza di grandi Case commerciali che investono somme importanti nel marketing in giro per il mondo. Se è vero che anche qui poche aziende hanno in mano l’80% della produzione, il restante 20% è fatto da piccole e piccolissime aziende agricole con distilleria e stagionatura, che fanno rimanere l’armagnac di qualità superiore ancora un prodotto eminentemente artigianale. Ma non crediate che resti sconosciuto, le maison di eccellenza si trovano senza alcuna difficoltà nei migliori tri-stellati francesi e non, e sul mercato internazionale a prezzi che nulla hanno da invidiare ai cognac top di gamma.
Per le note di degustazione, assolutamente normale trovarvi forza e una certa ‘secchezza’, dal momento che la regola nell’armagnac è l’imbottigliamento a grado naturale e non diluito a 40° con acqua come il cognac; i profumi floreali intensi, tipici dei grandi bas-armagnac sono il risultato della maggiore frazione ‘non-alcoolica’ contenuta nel distillato rispetto al cognac, frutto del metodo di distillazione totalmente diverso. Qui i toni fruttati derivanti dal vino sono molto più presenti, e risentono maggiormente dell’origine dell’uva, mentre nel cognac i toni evolutivi secondari e terziari prevalgono su quelli del vitigno. Ecco perchè gli armagnac pregiati ottengono risultati migliori da uve Folle Blanche, Baco e Colombard, rispetto al prevalente Ugni Blanc (trebbiano) del cognac.
grazie mille del contributo! Ma non sarei così triste che non è così commercialmente noto…almeno i prezzi rimangono umani!!!