Biodinamica Cerreto Guidi: Valzania, Bertuccioli e Scalabrelli tra realtà, miti e prospettive del vino biodinamico

Ieri grande affluenza di pubblico, ben oltre le aspettative per questo primo convegno sulla Vitivinicoltura Biodinamica con interventi molto vari ma incentrati sui vari aspetti del vino biodinamico. Dall’evoluzione dell’agricoltura, al ruolo sociale ed economico di questa fino alle dinamiche di marketing e di customer satisfaction, il convengo ha visto abbracciare un pò tutti punti critici delle questioni.

Qui di seguito trovate alcuni sunti dei primi tre interventi, disponibili presto tra gli atti del convegno.

Sergio Valzania
Vite deve essere considerata un essere vivente e solo dopo dividere in fasi tempi e segmenti questa vita e cominciare ad averci a che fare. Se la consideriamo una macchina sará impossibile ottenere il meglio, non è ina catena di montaggio!
Vita è un continuo non è una somma di elementi, non si può pensare altrimenti anche nella coltivazione della vite.
Viviamo dentro un mistero, tutto ciò che non si capisce secondo noi spesso non esiste ma è una visione troppo limitata del mondo.
Citazione da enciclica del Papa “ogni conoscenza è un piccolo prodigio in ogni verita c’è più di quanto ci aspettiamo e così anche nel fare il vino!”

Annita Toffanin e  Giancarlo Scalabrelli (autore del libro La Toscana nel 2050)
Scienza ed esperienza quale contributo per il futuro della viticoltura?
Realtà piuttosto triste con regressione disoccupazione…futuro immediata ha diversi probe come clima cambio stile di vita, per il futuro?
Nessuna base per previsioni certe!
Scenario con aumento popolazione, fabbisogno energetico e limiti di produzione petrolio.
Conseguenze prevedibili costo maggiore trasporti, più concorrenza tra zone di produzione vino. Alcune soluzioni come biodiesel ma influenza poco.
Varie mine vaganti (multinazionali, stati canaglia, fobdamentalismo rfligioso, collasso ambientale) non possiamo fidarci di politica…
Molte mode in scienza come teorie ormonali, ingegneria genetica, biologia molecolare…pericoloso farsi guidare dai trend!
Problemi dell approccio scientifico in agricoltura con forse troppe ipotesi e variabili da considerare. Approccio biodinamico è difficile da accettare per uno scienziato ma è sicuramente affascinante.
Agricoltura è una “impresa biologica” e come tale può essere affrontata con metodo scientifico pur parlando di vita e qualcosa quindi per sua definizione mutevole.
Abbastanza condivisibile la voglia di sfruttare forze naturali la liberazio e della terra di materie nutritive, autoregolazipbe organismi viventi è principio importante ma non ancora condiviso scientificamente .
Forze cosmiche di Steiner e sua influenza su vite 20 anni ricerche Maria Thun è difficilmente riconducibile a teorie scientifiche
Autosufficienza di un azienda viticoltura è condivisibile con animali piante etc
No a monocoltura e confinamento animali, dovute solo a principi economici senza etica solidale ed ecologici.
Importante idea di aiutare forze naturali ma non si conoscono bene…antroposofia di steiner è sufficiente? Dovremmo allargare il concetto con temi sociali, energetici e tecnologici.
Problemi di comunicazione, persone non ancora pronte, forse…
Mondo vitinicolo ha tantissimi fattori e non solo legati all agricoltura (vedi schema dove consumatore è ago di bilancia da innovazione al mercato con molti fattori tra produzione e mercato).
Interessante quindi biodinamica ma occorre aumentare approccio scientifico per fugare i dubbi circa le teorie.
Cit. Kierkegaard ci sono due modi di cadere in un tranello…

Mario Bertuccioli
Vino è essenzialmente percezione, cosa serve per il successo di un prodotto oggi?
Si diceva produrre con il livello più alto di qualità possibile. Già ci sono ad esempio aspettative…prestazioni e caratteristiche. Se triangolo è perfetto tutto funziona bisogna considerate tutti aspetti. Generazione attese è data da tanti aspetti dai più umani a quelli industriali. Le attese possono essere create con varie tecniche comprese lo stesso dire “è vino bio”.
Sarebbe sempre meglio avere una prova blind. Occhio che ci sono carenze sensoriali che non riescono a far pari con tutte le aspettative naturali.
Valutando se c’è davvero valutazione positiva bisogna effettuare prova blind.
Si può valutare quanto un prodotto piace di per sè e quanto per le info e aspettative che lo accompagnano.
Quando do blind aumenta gradimento, può succedere che info abbiano certa influenza, a volte attese troppo alte e poi prova quasi drammatica.
Vino è esperienza e piacere e influenza di attese è tanta ma si deve state attenti, salute e natura nel caso ddl vino contano pochissimo. Conta tantissimo coerenza!
Caratteristiche prodotto e caratteristiche personali sono molto diverse. C’è modello dinamico della qualità  ( vedi foto)
Consumatore ha certe attese da un vino bio ma il vino deve avere certe cartteristixhe legate al vitigno, al terroir, profilo di qualità legato alla tipologia, e quindi contesto produttivo.
Deve avere alcune caratteristiche stabili di un vino pur mantenendolo naturale e in parte variabile, naturalita e qualità.
Tipico è una sintesi di condizioni uniche e necessita di strategie di mercato apposite.
Nel corso deglli annia ad esempio l’astringenza veniva considerata un aspetto molto positivo, oggi è difetto così come vini acidi o vini che sanno troppo di mora.

Chianti in effetti è passato da ph acido ad uno molto più light, con ph meno esasperato. Processi da seguire ed esplorare ma che i produttori di vino, non solo biodinamico, devono costantemente monitorare per avere prodotti adatti al mercato, indipendente dal metodo di produzione.