C come Chianti a #Vinitaly parte 2 di 3 | Continua il nostro giro di microfono sulla denominazione

Giovanni Busi chiede per primo ai soci di ciò che la parola “Chianti” dovrebbe rappresentare e lo fa con una serie di interviste e un nuovo stand a Verona con nuovo logo e immagine. Un rilancio in grande stile con molti lati da analizzare. Proseguiamo il nostro viaggio a Vinitaly nel nuovo stand.La via francigena, la cultura, la tradizione e il futuro, ecco  ciò che la parola “Chianti” dovrebbe rappresentare secondo Leonardo Beconcini che da San Miniato rilancia il concetto del Chianti come vino storico della Toscana e anche parte del suo futuro.

Semplicità, piacevolezza, dare sensazioni familiari e semplici adatto a piatti della nostra terra, di ciò che la parola “Chianti” dovrebbe rappresentare per Mauro Galardi di Fattoria PoggioPiano

Monica Mori Bianchi di  Villa poggio a Varna  ci parla di ciò che la parola “Chianti” dovrebbe rappresentare e quindi ideale accompagnamento di tanti piatti toscani e non solo, molto piacere e gusto sempre frutto vivo e vitale.

Un territorio innanzitutto e non solo sangiovese, un mondo di sfumature, ecco ciò che la parola “Chianti” dovrebbe rappresentare per Patrizia Angeli di Podere Volpaio

Prodotto unico al mondo, grande denominazione, grandi vigneti e grande tradizione agricola (oggi con problema di remunerazione del grande lavoro degli agricoltori), ecco ciò che la parola “Chianti” dovrebbe rappresentare. Pensiamo al futuro e ai giovani prossimi consumatori, dice Ritano Baragli ValVirginio, anche vicepresidente del Consorzio.