Convegno Biodinamica Cerreto Guidi: Rita Mulas e il terraforming del Carignano del Sulcis a Portoscuso

Rita Mulas in qualità di direttore tecnico Convegni della Villa Medicea che ogni anno ospita il Convegno  ha l’onore di aprire la mattinata e insieme al prof Scalabrelli Università di Pisa ci presenta il  Progetto pilota del Polo del Carignano a Portoscuso, un esempio di come la biodinamica possa diventare una parte importante nella bonifica e riqualificazione di un sito degradato da attività industriali minerarie ma non solo. Istruttivo e in parte triste come sempre vedere certi obbrobri ed errori, ma un progetto che ci da un carico di ottimismo per il futuro.
Abbiamo trovato un luogo dove portare avanti progetto pilota ed  stato nel Sulcis nel comunue di Portoscuso ma altri comuni si stanno associando in qualche modo. Polo industriale di PortoVesme veniva costruito sopra necropoli più importante del medierraneo anche geologicamente uno dei territori più  antichi d’europa. Vigneti ovunque a piede franco su dune di sabbia (sotto i tralicci dei carrelli porta carbone…).

Analisi archeologica antropologica e culturale del territorio, non solo agricola. Il Progetto è completamente  integrato dalla vigna alla cantina e tutto quanto ci possa essere intorno.
Cantina sperimentale naturale con le linee guida biodinamiche di Anello anche per disinquinamento e bonifica naturale dei territori ex industriali. Supervisione enologica artigianale di Gaspare Buscemi e  riprogettazione del paesaggio e del vigneto delle aree degradate in chiave anche turistica, architettura naturale e recupero altri agroalimentari come tonno, bottarga, olio e altro, sede operativa  protezione civile ed  significativo ma anche pratico per comunicare cosa stiamo facendo.
Studio ampelografico a cura di Giancarlo Scalabrelli UniPi. Innanzitutto capire cosa c’è oggi a Portoscuso e cosa c’era prima e soprattutto cosa potrà esserci. Vero che c’è carignano da secoli ma ci sono altre varietà come “carinisca” con acini più piccoli e piccioli più lunghi e “sa pranta o galoppa” che è uva bianca con foglie molto particolari. Quindi si deve capire materiale ampelografico esistente e caratterizzarlo, utile anche per capire meglio carignano, riscoprendone sue radici e legami con le molte viti selvatiche presenti in sardegna.
Realtà del Sulcis è si uva carignano ma anche altro, vigneti su terreni sabbiosi che hanno binomio importante con vite, quasi 380 ettari dal dopoguerra e ora solo poche decine, vari frangiventi olivi e altri, viti vecchie franche di piede allevate ad alberello, distribuzione ceppi particolare, suddivise in piccole proprietà. difficile qualsiasi lavoro. Però sono condizioni molto interessanti per viticoltura di qualità. Altra cosa importante è la capacità diffusa nei coltivatori qui di allevare le viti, grazie a potatura conservativa. Modello sulcis è ben definibile e studiabile. Gestione del vigneto e difese antiparassitarie sono le due problematiche maggiori che vanno eliminate per passare a modello biodinamico puro. Gestione del suolo e della chioma diverse e uso di alternative agli antiparassitari ma non ci sarà stravolgimento.
C’è già poi un collegamento interessante con Srebenica, luogo del genocidio del 1995, altro luogo da bonificare e rivitalizzare anche se qui vigneto non è elemento principale.