Cosa è un “Vino Giusto”: bastano 114 assaggi e 32 produttori per capirlo?

Al di là del gran numero di partecipanti, Vini Giusti dall’inizio della sua storia si è sempre posto il problema di definire cosa sia un Vino Giusto e cosa significhi spendere “poco” o “molto” quando si parla di un vino. Nel video che segue abbiamo riassunto le testimonianze e le opinioni di alcuni dei produttori ed operatori presenti per cercare di darne una definizione. E capire come mai un bianco siciliano e un Chianti DOCG di solo Sangiovese siano arrivati alla pari sul gradino più altro del VinBledon.Ecco il video:

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E venendo al VinBledon, si tratta di un tabellone stile tennis dove i 32 vini (uno per ogni produttori) si scontrano due a due come in un torneo del Grande Slam ad eliminazione diretta.

Si trovano a confrontarsi bianchi contro rossi e rosati, vini che costano 5 euro contro altri da 25 e vini giovani appena usciti contro vini già in bottiglia da mesi. Vincono l’immediatezza e la facilità di beva certo, ma anche la capacità di interessare, di dare l’impressione di essere di più del primo sorso, di lasciare la bocca “asciutta” e vogliosa di un altro bicchiere. In giuria enologi,produttori,giornalisti e critici ma anche pubblico “esperto”, ristoratori, rappresentanti  e consumatori finali.

E così succede che l’enologo bocci il suo vino senza appelli, il giornalisti non riconosca un sangiovese, un produttore preferisca un bianco ad uno dei suoi rossi del cuore. Tra i primi 4 ben 3 vini a base Sangiovese, oltre al vincitore Tre Borri di Corzano e Paterno, anche il Rosso di Montepulciano di DEi 2007 e il Chianti Classico di Le Cinciole 2007. Nei primi 8, quindi i vini arrivati ai quarti di finale anche Balbium di  Terre di Balbia dalla Calabria, il Morellino di Scansano Val delle Rose di Cecchi 2008, il Brunello di Montalcino di Donna Olga 2004  e il Chianti Classico Santedame di Ruffino 2007.

Vini che non smuovono e spesso non interessano gli enosnob ma che rappresentano una fetta fondamentale di pubblico, ovvero chi è disposto ad andare oltre la barriera dei fatidici 5 euro sullo scaffale e intende gratificarsi a tavola senza troppi pensieri e preccupazioni. Vini semplici ma gustosi, ricchi ma non eccessivi, piacevoli con il cibo e in tavola, digeribili e genuini, che mantegono tutto quanto promettono e forse anche qualcosa di più.

Pare facile fare vini così…ovviameente non lo è ma sarà la chiave degli anni che ci attendono, volenti o nolenti.