Countdown per Vinitaly: il Lazio di Tuscany & Co.

In questi giorni che ci separano da Verona, giusto due righe per presentarvi le aziende che troverete se deciderete di passare a trovarmi e far due chiacchere. Vediamo il Lazio  con realtà importanti e in decisa crescita qualitativa da seguire con interesse: Casale del Giglio, Sergio Mottura, Casale Mattia, Fratelli Cavalieri .Casale del Giglio

Qui servono in realtà poche parole perchè si tratta di un piccolo grande fenomeno di successo che da zero in pochi anni ma con grandissimo impegno e ricerca in ogni aspetto della gestione della cantina (e ciò significa non solo in vigneto e in cantina ma anche con attività di promozione e marketing) è arrivato ad una notorietà impensabile per un’azienda laziale. Mater Matuta, certo, con il sontuoso 2007 (che mostra meno muscoli e più classe) e l’Antinoo 2009, bianco di razza che ogni anno acquista in profondità.

Sergio Mottura

Uno dei più famosi “critter wines” italici con l’inconfondibile istrice, in realtà è diventata famosa per aver dato lustro e dignità internazionali ai bianchi laziali dopo anni di produzione solo di media qualità. Impressionante per continuità struttura e gusto il famoso Latour a Civitella ma ancora più importante per capire come si lavora per la qualità il vino di fascia più bassa, ovvero il Poggio della Costa un “cru” da un vigneto di 7 ettari situato appunto nella località omonima in provincia di Viterbo, non molto lontano dalla

Casale Mattia

Entrate solo se volete ricredervi sulle potenzialità del Frascati…per tacer del Merlot che dopo il notissimo Falesco, mette radici salde anche in queste colline a sud di Roma caratterizzate da un sottosuolo vulcanico particolare. Le “Terre laviche” (che danno nome ai vini forse più noti) donano piacevolezza e mineralità ai bianchi  e una nota più sapida e acidità più alta ai rossi, merlot appunto incluso. E ricordate che il Frascati DOC  ha tutte le uve con certificazione biologica.

Fratelli Cavalieri

Non conosciutissima ma attiva dalla fine del 1800, a Verona ha come punta di diamante il Rutilo, blend di Cabernet e Cesanese che sa farsi internazionale conservando una sana rusticità tipica del Cesanese, un carattere non del tutto domato che rende il vino molto accattivante e diverso dai soliti. Tra i bianchi da non perdere il