Dalla parte di chi li beve, finalmente. Belli, sporchi e un po’ cattivi, ecco i vini di Cave des Pyréne.

Ne ho assaggiati solo una minima (anche se selezionatissima) parte ma devo concordare con Giampaolo che Les Cave des Pyréne ha un parco aziende impressionante e, soprattutto, vini legati a doppio filo con il terroir che li produce e le idee di chi li beve, prima ancora di chi i vini li produce.

Il che potrà non piacere a tanti appassionati del “vino è come chi lo fa“. Ma devo rivelarvi che è un aspetto che mi è sempre interessato poco, perchè preferisco indagare il rapporto tra chi lo beve e il vino stesso. Chiamatelo pure  il sommelierside del vino….

Una settimana fa, presso il (ri) nascente ristorante Vigna Ilaria in quel di Lucca,  ecco cosa ci hanno presentato…ce ne fosse stato uno che non valeva la pena raccontare, in un senso o nell’altro!
Caronte Petit Rouge Spumant   Cave du Vin Blanc de Morgex (sel bio)
Rosato che ti prende in contropiede subito con Mela golden, succo di albicocca, viola carnosa e beva contagiosa e sapida, glaciale ma appassionato.

Deville     Champagne JEan Paul Deville
Un base come pochi con un sottofondo imponente di mela caramellata , iodio, bel finale di fragole, frutta di bosco , quasi un rosè d antan, non certo da aperitivo in piedi, sfiora la complessità di un millesimato ad un prezzo ridicolo (15+iva tipo…)
Grand Cru Reserve    Champagne Gosset Brabant
Mousse imponente, Floreale carnosissimo mela cotogna pera  asciuttissimo persistente frutta di bosco miele, straordinario e compattissimo, non certo in punta di piedi e non per tutti, diciamo per uomini veri.
Petrea      Champagne F. Boulard (Bdb)

Secchissimo e perfetto per i nuovi palati masochisti,  mantiene un floreale di biancospino e tiglio con un leggero terziario per appassionare un pò chinque e non solo i patiti del genere (0,4 gr/l zucchero bastano?)

Mailly      Champagne F. Boulard Grand Cru

Finalmente Pinot Nero e un naso quasi da rosato, floreale e pompelmo rosa poi fragolina appena, melograno finale, beva assoluta.
Bdb Vielles Vigne    Champagne F. Boulard
Una parte da solera di 5 anni dal 98 al 2004, sfaccettato, appena ossidato, pompelmo e crosta di pane, succo arancio giallo , finale caldo e ricco. Anche questo per appassionati ma iperconsigliato per emozioni forti e complete
Colli Euganei(Moscato e Garganega)  Benavides 2008
Moscato e garganega , naso floreale e dolce di moscato, ginestra e cedro, bocca secca e pronta, molto “soave” senza snaturarsi: impressionante, come bere due vini in uno e grandioso come risolve il dilemma dolcezza al naso e sapido in bocca, a poco più di 5+iva…
Jurancon Sec  Lapeyre 2006
Uno dei top della serata (a 13+iva) marzapane, salino, minerale, naso affumicato, mughetto, camomilla, thè bergamotto, finale entusiasmante, ne berresti per delle ore anche perchè nel bicchiere è un camaleonte e ti accompagna dove vuoi.
Chablis     Colette Gros  2008
Lo CHARD!! Limone e roccia, sale e sangue, bocca monolitica, salata e arcigna. Con la temperatura, si apre su pesca, lime, e ribes bianco. Pare monolitico e quasi imbevibile da freddo, poi lo si capisce sempre di più.
Pinot Nero DueTerre 2007
Colore bellissimo, arancia, mirto ribes rosso, leggera segatura, radice, bocca piena , secco e determinato, media lunghezza, tagliente, finale ribes rosso
Sacrisassi Rosso DueTerre 2007
Schioppetino e refosco, lo schiaffo e la carezza, molto cupo e dark, prugna e mirtillo, polpa, succo e sostanza,  l’eleganza solita anche se sfoggiata con più baldanza rispetto ad altre annate. A me piace da morire ma lo definirei per amanti del gusto deciso e ombroso (insomma dai gusti un pò metal).

Barbera Roccalini 2007
Rosmarino e radice, resina e amarena, bocca classica, rapida e coinvolgente, una barbera quasi di riferimento che fa tirare molti sospiri di sollievo.
Barbaresco Roccalini 2005
Frutta rossa sotto spirito, mora e ciliegia, bocca pronta e leggero amaricante nel finale , bella fragola in confettura, bocca contrastata ma ben compiuta, in ogni caso per amanti del tannino appassionato.
Vino di Anna Etna Rosso 2008
Tra il beaujolais e il vulcano, solare e scuro di lava, bocca leggera, leggermente chinato e lampone fresco. Macerazione carbonica molto particolare, per qualcuno troppo evidente, per me validissima.

Chianti Classico Montesecondo 2007
Il rospo in etichetta lo ritrae alla perfezione: crudo, fresco, acido e deciso, bocca asprigna , leggero brett, persistente e forte ma innegabilmente toscano, ha un carattere che ti resta impresso. Non so a quanti lo consiglierei (a parte quelli come me) ma un assaggio lo vale da tutti.

Montecucco    Casale Pozzuolo 2007
Colore e impostazione quasi da Pinot Nero, macchia mediterranea e lavanda in evidenza, floreale, tamarindo, etereo ma non troppo, bello intrigante.

Brunello di Montalcino Pian Dell Orino 2004
Grande sangiovese umorale, foglia secca, humus, mora tabacco, bel finale d arancio come molti  i grandi Sangiovese. Da annata piatta, un vino invece dinamico e incalzante, affatto risoluto e in attesa di un grande futuro.

Moscato Vigna Vecchia Ca d’Gal 2008
Dolce ti rapisce, sinuoso appassionante, meringa ma non stordente, nota fumè leggera, bocca straordinaria di una compattezza commovente. Tutto il piacere del Moscato spumante senza nessuno dei suoi lati negativi, non pensavo ne esistessero, sinceramente.

Cuvee Gabriel    Champagne Gosset Brabant
Croccante resina,  miele eucalipto, cardo e un non so che di giallo  che pervade tutto il bicchiere, dallo zafferano all’abicocca secca passando per il pompelmo e la ginestra. Messo a bella posta sul finale, risolve ogni dubbio sulla serata e sulla qualità dei vini presentati con una prova umorare, personale e che ad ognuno dice qualcosa di diverso, ma a tutti evidentemente la cosa giusta.

Quasi nessuno dei vini presentati è un vino “facile”, in nessuno c’era il merlot e il cabernet, tutti autoctoni o comunque legati all’espressione del territorio. In questo senso il nome della manifestazione che a Londra li presenta “Real Wine” dice davvero tanto.

Al di là dei vini “naturali” e “veri” vini che realmente mettono chi li beve di fronte alle proprie responsabilità, sono vini difficili da descrivere, si fa molto prima a berli che a raccontarli e soprattutto hai davvero l’impressione che siano scelti pensando ai bisogni, aspettative e desideri di chi li berrà, e questo credo sia il merito più grande dei selezionatori di Cave. Rispettare le volontà di chi beve senza venire troppo a patti con il gusto commerciale e il tutto a prezzi centratissi: mica roba da poco di questi tempi.

ps.

Caves distribuisce anche i vini di Giampaolo Paglia e di Mattia Barzaghi, per i quali vale nella nostra opinione ogni parola spesa sopra.

pps

I vini di Cave sono ditribuiti su Firenze da Vintage 04 di Sergio Bianchini, in  bocca al lupo…