Elogio della BIANCA semplicità perduta nel Chianti

trebbiano Ho volutamente escluso la terminologia “classico” dal nome del post perchè parlo di due vini che della menzione “Classico” riescono a fare a meno ma riescono pure a ricreare in bocca quell’effetto “ragazza acqua e sapone” che tanto intriga anche nel vino. Ovvero quei vini in apparenza semplici, quasi banali, ma che per uno strano e indefinibile motivoti stregano portandoti a berne in continuazione. Quando poi davanti si ha una bella fiorentina (una bistecca intendo) bistecca riescono perfino a renderla leggera da mandare giù… Sto parlando di due vini molto diversi ma che mi hanno dato reazioni simili. Il primo è il Salvino, un IGT Toscana volutamente declassato da Chianti Classico per poter usare anche uva bianca e un Chianti Colli Fiorentini Riserva dellla Az. Agr. Le Torri, una tipologia da me amatissima (ovviamente in privato perchè in pubblico dico sempre di bere solo Chianti Classico!).
salvino frontesalvino retroIl Salvino è della Fattoria Erbolo ed è curato da Andrea Pagliantini, che ho conosciuto degustando qui sul blog il vino del 1973 che suo padre faceva a San Donato in Perano in quel di Gaiole. E’ un vino praticamente introvabile se non presso l’azienda Erbolo e nelle vicinanze ma di cui vi consiglio dimettervi in caccia al più presto. Proviene da vigne di più di 30 anni di età di Sangiovese, canaiolo, malvasia, treppiano, allevati a capo e razzolo (nemmeno io so cosa siano…). Il vino viene “governato” alla toscana dopo l’inverno e passa due anni tra botti di castagno e botti grandi di rovere. Viene venduto circa 3 anni dopo la vendemmia per essere consumato subito, io ho provato il 2004. Come vedete niente più che il rispetto di una lunga tradizione contadina chiantigiana, a partire dall’uvaggio passando per il governo (oggi farebbe più figo parlare di “ripasso”) e finendo cone le botti di castagno. E cosa vien fuori da questo processo direte voi? Ecco, un vino estremamente piacevole, fresco vivace, dai profumi vinosi e carnosi di frutta e di viola mammola,dove fragola, amarena e crostata di ciliegia si accompagnano tranquillamente senza stancanti legnosità Un vino che però ti colpisce molto di più in bocca che al naso. In bocca pare infatti un biodinamico di quelli fatti bene, con pochi spigoli ma un carattere deciso e vitale, insomma il Sangiovese al suio meglio grazie all’azione sinergica dei suoi “storici” compagni d’avventura, bianchi e non.
Solo ora (16 ottobre) mi accorgo che non sono stato il primo a parlare di questo ottimo vino! Già lo avevano fatto Tommaso Farina, TigullioVino e Franco Ziliani: sono in uona compagnia!
le torri riservaIl Chianti Riserva Le Torri è un ben più moderno blend Sangiovese – Canaiolo – Trebbiano Toscano – Cabernet Sauvignon e addirittura osa i 24 mesi in barrique (2° e 3° passaggio). Quindi è piuttosto il prodotto di una enologia moderna e tecnologica che un antistorico ataccamento al passato. Moderna enologia che ha prodotto due IGT di classe (Magliano e Vigliano cui , alla cieca durante la scorsa VII Selezione dei Vini Toscani, ho attribuito 87 e 89 punti. Moderna enologia, però, al di là di evidenti ed eleganti note speziate al naso, ciò che lo rende similie al Salvino è l’effetto di freschezza e vivacità che ottiene in bocca, rendendolo bevibilissimo e incantevole nella sua semplicità. Il test della bistecca ha messo in evidenza i suoi pregi come vino da ciccia, sempre pronto a rimuovere l’eccesso di succulenza ma ma troppo aggressivo con i tannini sul palato.
Sempre in pubblico, non posso dire che togliere la possibilità di mettere le uve bianche nel chianti sia stato un errore, però in privato a casa mia…sapete come mi comporto! Già mi sono beccato il bonario rimprovero di Marco Pallanti del Castello di Ama alla conferenza di presentazione del Chianti Classico ai sommelier AIS lo scorso anno, ora con questo post mi vedrò boicottare pure da qualche altro produttore! Ah, mi sono scordato un elemento fondamentale, il Salvino lo trovate in enoteca sugli 8 euro e il Chianti Riserva Le Torri sui 10,50, dire ambedue centratissimi!

English Summary: since 2006 it’s not more possible to use white grapes (trebbiano and malvasia) in any of the Chianti Classico blends and for this is very bad news! I recently tasted two chianti, one from Chianti Colli Fiorentini, Azienda le Torri Riserva 2003 and the other one from Chianti Classico zone of Gaiole, named Salvino IGT 2004 from the Erbolo vinery . I found these wine impressive notably in your mouth with soft but present tannins and a rare delicacy compared to other wines coming from these terroir. The Salvino is aged 2 year in chestnus barrels (like we did 50 years ago everywhere in Tuscany) and was freshen up with the “ripasso toscano” method for increase the body and freshness of the wine using dried grapes added to the wine after it comes out of the fermenting tank. The Chianti Le Torri Riserva is more normal with 24 months ageing in used barrique. But both have white grapes in the cepage and this in my opinion give these wines a radical new sprint that results in a easier to drink wine and more readiness. And this for many Chanti Classico bottles is not so common!