Enogenio AIS Toscana: come è andata (e le schede di tutti i vini…)

E’ stata davvero dura ed emozionante ma la sfida di Eugenio valeva tutta la pena di essere raccolta. Raccontare 6 grandi bollicine davanti a due Ambasciatori CIVC dello Champagne in Italia e ad una platea esigentissima di oltre 50 persone non era affatto banale. E anche Luca Martini e Cristiano Cini hanno sfoderato una prova notevole nel decantare i bianchi e rossi di livello mondiale che Roberto Bellini e Osvaldo Baroncelli ci hanno proposto. Riporto qui alcune mie considerazioni e faccio miei anche alcune sensazioni e notazioni gusto olfattive di Luca (bianchi) e Cristiano (rossi) che sono state davvero azzeccate.
Enogenio 2008

Intanto come inizio ecco un video sulla mia intro sulle Bollicine e la Franciacorta:

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intro Franciacorta e Champagne Enogenio
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E adesso la degustazione della Cuvèe Annamaria Clementi 2001 Ca’ del Bosco:
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Annamaria Clementi 2001 Ca’ del Bosco Franciacorta
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Per il resto dei vini vi dovrete accontentare dello “scritto”!
SPUMANTE ANNA MARIA CLEMENTI CA DEL BOSCO 2001
Mi esprimo meglio nel video ma vi basti sapere che ancora una volta stupisce sia al naso con un pompelmo candito ormai marchio di fabbrica e da manuale contornato da pasticceria finissima e in bocca per la cremosità avvolgente punteggiata di nocciola. Davvero suadente ed elegante, acidissimo eppur già bevibile

SPUMANTE GIULIO FERRARI RIS.FONDATORE 1997
A suo modo inconfondibile e con note iodate e minerali notevolissime, fruttato e floreale molto giallo e ricercato, in bocca è sapido e decisamente ancora meglio che al naso per complessità floreale e fruttata. Persistenza infinita e grande classe con una sapidità minerale che sfiora il kruggeggiante.

CHAMPAGNE SUBSTANCE J.SELOSSE
Il più strano e spiazzante del gruppo già dal colore giallo quasi ossidato. Al naso è caldo di pesca e melone poi minerale tanto, nocciola e mandorla dolci ma non stucchevoli, sontuosamente lievito e frutta candita sia tropicale che più classica. In bocca è rotondissimo e d’impatto, con una persistenza nell’ordine delle decine di secondi. Capisco chi rimane spiazzato ma capisco di più chi se ne innamora profondamente!

LIESSE D’ARBONVILLE 1996 PLOYEZ JACQUEMART
Al naso è un incanto di artemisia, rosa, camomilla, miele e noci mentre in bocca è una lama sapida tagliente che attacca la lingua. Acidità e durezze sopra la media per quello che sembra quasi un pas dosè. Struttura elegante e delicata, sicuramente troppo compresso in questa fase e da attendere a lungo ma con fondate speranze in qualcosa di grande!

CHAMPAGNE DOM PERIGNON 1999
DEve sempre dimostrare qualcosa di più ma onestamente pare davvero difficile fare di meglio con un tropicale di mango papaya e maracuja ruffiano ma esaltante e un lievito e panificazione decisi. Struttura e nerbo acido notevoli in bocca con un corpo che al naso non ti aspetteresti. Maschile e femminile insieme, classe eleganza e anche potenza. Geoffroy ancora una volta gioca di fino con gli opposti e lo lasciamo fare volentieri.

CHAMPAGNE KRUG 1996
Da teorico “krugist” quale sono non rimango mai impassibile di fronte a questi monumenti. Legno, vaniglia, cocco, cannella e poi tisana, cedro, zenzero, pepe bianco: impressionate e puro Krug. In bocca solito impeto, sapidità alle stelle e progressione lenta ma esplosiva di nespoli, limone, lampone e di nuovo note dolci di legno. C’è chi dice di aspettarlo, io sono per berlo ora e tante altre volte.

SAUVIGNON BLANC CLOUDY BAY 2007
Il nuovo mondo che in 20 anni ha ridefinito il Sauvignon blanc nei palati del mondo è la solita meraviglia di fiori di sambuco, di bosso, di finocchietto selvatico, anice, erba tagliata, lime, frutto della passione. E poi in bocca è corpo struttura, sostanza, sapidità mai stancante.

SILEX SAUVIGNON 2004 DIDIER DAGUENAU
DD non c’è più e vini come questo ce lo fanno sentire vicino con la scheggia di silice in evidenza anche al naso e un affumicato tanto leggero quanto croccante. Persistente all’inverosimile, rispetto ad altre annata ha un frutto più deciso ed elegantissimo con pompelmo, gelso, tiglio, gesso, iodio sale marino. Finale di sale e d’armonia tra l’uomo e la terra. Ci mancherai Didier!

CHARDONNAY GAJA E REY 2006
Al naos non impressiona perchè sussurra di glicine e tiglio ma in bocca esplode con una potenza italiana da chardonnay maturo, noce moscata, chiodo di farofdano, mirabelle sotto spirito, eleganza e potenza ma controllata. Caldo, ricco, minerale importante.

CERVARO DELLA SALA 2006
Giovanissimo ma riconoscibile con un the e camomilla e fieno fresco dal grechetto che siposano sopra un classico sontuoso naso tropicale da chardonnay italico. In bocca è ben amalgamato, intenso,caldo e avvolgente con crema pasticcera e finale amaricante che ne aumenta la bevibilità.

PULIGNY MONTRACHET J.CLAUDE BOISSET
Se Corton Charlemagne era pietra e spezie qui è frutta e note burroso ad aprire la strada. Tartufo, nocciola, burro, in bocca è lineare, tostato, sottile ma di corpo, l’archetipo dello Chardonnay di Borgogna che definisce uno stile.

BONNEAU DU MARTRAY CORTON CHARLEMAGNE 2005
Nel mio palato uno dei 3 migliori della giornata, un naso di spezie aglio finocchio rosmarino pepe bianco che annichiliscono qualsiasi paragone con altri Chardonnay, anche in borgogna. Complessità senza pari e sicuramente un naso da pinot nero rosso con moka, pietra bagnata, affumicato, nocciole, burro. Bocca sontuosa e piena, con finale esaltante che si fa ricordare a lungo.

PINOT NERO BARTHENAU VIGNA S.URBANO 2004
Difficile fare di meglio in AAdige con vigne che leggono in terreno regalando un naso varietale complesso con frutti di bosco in macedonia appena tagliata nella quale però è possibile distinguere ogni elemento. Alcol si avverte con frutta sotto spirito ma anche speziato legno, e anche note dolci. Bocca piena e delicato come ci aspetta da un grande Pinot Nero.

ATA RANGI MARLBOROUGH PINOT NERO 2005
La felce neozelandese domina la scena di uno scurissimo Pinot Nero che definisce lo stile neozelandese a pieno. Alcol e acidità duettano dando vita ad un alternanza godibilissima in bocca tra tostatura e speziatura dolce e un frutto ricchissimo e croccante. Grinta e nerbo per un vino che sembra aver fretta di gridare al mondo che anche qui il Pinot NEro può essere non solo grande ma anche monumentale.

CLOS DE VOUGET GRAND CRU 2003 GRIVOT
Archetipo del Pinot Nero borgognone speziato e caldo, con un mirtillo e frutti di bosco neri e rossi in un concerto affiatato che toglie il respiro. Pepe bianco e nero, liquirizia cuio e caffè. Bocca cangiante dinamica mai stanca.

SASSICAIA BOLGHERI SUPERIORE 2005
é sempre lui, elegante ma mediterraneo, frutta di bosco calda ma mai meno di finissima, tappeto di macchia mediterranea, di mirto con leggero floreale e melata di abete cangiante. In bocca è leggero e delicato ma con una persistenza magica.

CABERNET SAUVIGNON ESTATE 2003 MONTELENA
Naso stratificato, denso di lamponi fragola finissime e croccanti, fragranti come pochi altri rossi al mondo. Dolce amarena, pepe e cardamomo nitidi e suoadenti, in bocca ha un tannino californiano da manuale che interpreta magistralmente uno stile ormai affermato. Finale di mirtillo e prugna con sapiditrà in crescita. Potenza e controllo.

CHATEAU MARGAUX 2001
Altro vino che deve sempre dimostrare qualcosa in più ed è stupefacente come ci riesca ogni volta. Caffè, tostato, cacaio, ferro, mirtillo, mora, ribes nero, floreale di giaggiolo e rododendro, bacche selvatiche, potrei contìnuare due pagine che ad ogni olfazione la sfera cangiante di profumi ne regala sempre uno di più stupefacente del precedente. In bocca tocca l’animo con un tannino esemplare per sofficità e capacità di riempire la bocca, un tannino “sferico” come tante piccole bollicine che esaltano il godimento del frutto e del tostato. Senza altre parole.