Etna, Ischia e Vulture: stasera 20 maggio anche questi tre vulcani al God Save the Wine a Firenze per i Vini Vulcanici|

Tre vulcani famosi e che ormai godono di luce propria talmente forte che spesso nascondono il loro passato: ecco gli elementi a comune di queste tre zone vinicole molto diverse tra loro ma con caratteri unici legati alla geologia e alla cultura dell’uomo che li ha colonizzati con la viticoltura di qualità in tempi molto diversi. Saranno presenti ovviamente tutti e tre nella nostra serata speciale di stasera 20 maggio al Gallery Art Hotel di Firenze per mostrarvi tutta la loro forza ed energia!

Ischia

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Il Biancolella è un vitigno a bacca bianca della Campania, di provenienza corsa, introdotto dai coloni greci del VII e VI secolo avanti Cristo, in particolare dall’isola di Eubea. Nell’isola francese il vitigno viene allevato con il nome di Petite Blanche, e da qui sarebbe stato introdotto in epoche molto lontane nell’isola di Ischia, da dove provengono le prime notizie risalenti alla metà del XIX secolo, quando nel 1868 viene indicato da Guyot tra i più coltivati nell’isola campana. Ischia offre i terreni migliori per il Biancolella in quanto poco fertili e con strati di formazione vulcanica. Questo vitigno viene spesso chiamato anche con i sinonimi di Jancolella e Janculella.

Vini in degustazione:

  • Biancolella Feudi San Gregorio 2014

Aglianico del Vulture

aglianico vulture basilisco paesaggio

Dall’ultima eruzione, 130.000 anni fa, la natura ha ritrovato il suo equilibrio, dando vita ad un terroir dalle caratteristiche eccezionali. Da allora il maestoso vulcano Vulture veglia sul territorio, nutrendo una viticoltura semplice, spontanea, disseminata di piccole viti a capanno. I nostri 25 ettari di vigneto sono interamente a conduzione biologica. Pierpaolo Sirch, esperto di viticoltura e nostro responsabile, gestisce la proprietà nella convinzione che, consentendo alle piante e al terreno di raggiungere il loro giusto equilibrio,si possa ottenere il miglior frutto possibile col minore intervento possibile. Tutti i vigneti sono nelle Contrade più vocate di Barile, e si trovano tra i 450 e i 600 m di altitudine con esposizione a sud-est. Tra questi “Lo Storico”, un bellissimo vigneto vecchio a capanno tradizionale, dove le viti crescono tra gli ulivi e gli alberi da frutto, rendendo la lavorazione tutt’altro che semplice, ma regalandoci grandi emozioni in vigna e nel bicchiere. La vendemmia, esclusivamente manuale, ci consente di raccogliere le uve rispettando i tempi di maturazione delle microzone che, nonostante la vicinanza, sono diverse tra loro per le caratteristiche pedoclimatiche. I terreni, vulcanici, tufacei e con stratificazioni di flysch, e le notevoli escursioni termiche, donano ai nostri vini, ricchi di frutto, anche freschezza e mineralità inconfondibili.

Basilisco nasce all’inizio degli anni novanta puntando da subito alla più alta qualità, sia in vigna che in cantina, e diventa in pochi anni un gioiello del panorama vitivinicolo del meridione. All’inizio del 2011 l’azienda Feudi di San

Gregorio, presente nel Vulture da oltre dieci anni, decide di avviare un progetto di recupero delle antiche grotte laviche nello “Shesh”, lo storico Parco delle Cantine di Barile, rilanciando con convinzione la scommessa fatta su quest’area di eccezionale valore viticolo che culmina con l’acquisizione della vicina Basilisco.

Con le sue splendide cantine nel tufo e i suoi vigneti nelle contrade più vocate della zona, Basilisco va a completare questo progetto.

Nasce così uno spazio di incantevole bellezza nello storico cuore dell’Aglianico del Vulture. Volto e anima di Basilisco è Viviana Malafarina, che gestisce l’azienda e si occupa in prima persona e con grande passione delle operazioni di cantina, sotto la guida esperta di Pierpaolo Sirch, il quale è anche responsabile della gestione dei vigneti.

 

Vini in degustazione:

  • Basilisco Aglianico del Vulture DOC 2010

Etna

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Un grande vino oggi si fonda su tre elementi: l’uomo, il vitigno, e il territorio che l’uomo ha preservato e saputo valorizzare. Queste parole negli ultimi anni in pochi luoghi come attorno all’Etna si sono rivelate vere e incontrovertibili dando luce ad uno dei pochi veri fenomeni mediatici e qualitativi nel mondo del vino recente.

Non è un vino immediato e semplice da gustare come l’altro recente fenomeno enoico siciliano, ovvero il Nero d’Avola degli anni ‘90. Capire l’Etna significa camminarlo, significa salire e scalarlo almeno da tre dei versanti che lo compongono, significa cercare di leggere la storia della viticoltura qui sopra. Prima DOC storica della Sicilia già nel 1968, e soprattutto testimone di un passato di potenza vinicola isolana e nazionale con tanto di ferrovia – anzi, due ferrovie – per commerciare più facilmente il vino prodotto nei grandissimi, giganteschi palmenti in pietra dove avveniva la vinificazione di tonnellate di uva ai tempi d’oro. La ferrovia circumetnea e la linea che saliva lungo l’Alcantara serviva a raccogliere il vino, e avviarlo al porto per la spedizione: di tutto è rimasto vestigia, e anche funzionalità, che adesso comincia ad essere riscoperta. L’idea che ti fai camminando e guidando su questi versanti è quella di un gigante dormiente che aspetta solo il momento di risvegliarsi, e tornare a produrre e riportare orgoglio e lavoro in queste contrade. In un mondo dove si lamenta la scomparsa del terroir qui ce n’è fin troppo, con altre uve internazionali come Pinot Nero o Mondeuse assolutamente irriconoscibili ma perfettamente etnei , oppure lo stesso vitigno che appare distintamente sé stesso anche coltivato a livello del mare (per certi versi si può infatti continuare a parlare di Etna finchè si seguono le storie delle c, e che poi invece cambia di zolla in zolla in altre esposizioni.

Nel corso della nostra serata assaporeremo due rossi da uve Nerello, l’autoctono rosso che detta legge e il Pinot Nero che qui trova un clima simile a quello della sua zona d’elezione ovvero la mitica Borgogna.

 

Vini in degustazione:

Duca di Salaparuta  Làvico IGT Sicilia 2009 Nerello Mascalese

Duca di Salaparuta  Nawari IGT Sicilia 2010 Pinot Nero