Fattoria Montellori, la ricerca della bevibilità e il gusto della sfida del metodo classico in Toscana

Dal sogno un pò ardito ma ormai solida realtà del metodo classico in Toscana fino al Dicatum, sangiovese in purezza di stoffa e classe ma sempre memore delle proprie origini, la storia di Montellori di Giuseppe Nieri prima e Alessandro poi è tutta improntata alla valorizzazione  di angoli di Toscana da sempre votati alla viticoltura (Cerreto Guidi, Montalbano) e alla scoperta di altri da valorizzare e interpretare (Fucecchio, Vinci). Una famiglia convertitasi alla viticoltura dopo il crack del 1929, abbandonando il lavoro a Santa Croce sull’Arno di conciatori. Dapprima cantina minima, al piano terra di un casolare di campagna, poi la cantina vera e propria nel 1955 e un’altra più grande ma unita in maniera simbolica e pratica all’altra, nel 2002 con in mezzo un ristorante, il Cannocchiale, sempre di proprietà (trovate tutto nelle foto).

Dentro alla cantina trovi una gamma sorpredente di vini, frutto della scelta e acquisto in varie epoche di vigneti dislocati in varie zone tra Firenze, Empoli e Pisa. L’idea più folle e visionaria da Giuseppe Nieri  (morto nel 1998) che decise di acquistare 10 ettari sul Montalbano sopra Vinci a 450 mt per piantare chardonnay e ricavarne un grande metodo classico che oggi è realtà affermata, specie quando nel 2003, oltre i 40 mesi sui lieviti, si è deciso di non utiizzare liquer e di uscire con un pas dosè.

Vino che dimostra un carattere tutto suo, molto più Champagne che altre zone italiche spumantistiche e soprattutto una certa predisposizione a rendere bene nelle annate calde (lo chardonnay è allevato a pergola trentina) e dopo alcuni anni in bottiglia.

In questa ottica non delude che l’annata migliore della verticale 2003-2006 si sia rivelato proprio il 2003. Trai bianchi (di cui già avevamo apprezzato l’uvaggio “Mandorlo” da Sauvignon Chardonnay e Viogner) troviamo il Sant’Amato, dal nome della cappella vicina al vigneto vinificato per anni in purezza (dal 1980) e poi confluito nel Mandarlo. Come Sant’Amato ritorna dal 2009 in poche bottiglie per gli amici, quasi un peccato.

Assaggiamo anche alcuni dei Rossi “cru”  (oltre ai Chianti e Chianti superiore dallo stile antico ora molto in voga e dalla beva coinvolgente e mai banale) ovvero il Dicatum 2007 da un cru di  Sangiovese e l’uvaggio bordolese Salamartano in due annate 2007 e 1995. Senza strafare e in punta di piedi, due supertuscan molto centrati e bevibili senza pretese di concentrazioni e potenze impossibili, come dice Alessandro “se hai un figlio nato calciatore è inutile che lo fai studiare per ingegnere”…

Chiudiamo con un Vin Santo in piena evoluzione stilistica (ottenuta prolungando appassimento e sosta in caratello) che ci coninve appieno. Serviti sul terrazzo della villa, atmosfera rilassata con verdure dall’orto fritte e condite e una succulenta bistecca alla brace perfetta per provare su strada i rossi.

Ecco le nostre impressioni:

Verticale Montellori Pas Dosè Metodo Classico dal 2003 al 2006

Chardonnay da Cecina di Larciano nel Montalbano , nel pistoiese. Vigneto di 27 anni.

2006 (sarà degorgiato a ottobre 2010, tranne alcune bottiglie per assaggio come la nostra) Note verdi fiori di vite, ribes bianco, sambuco, bocca freschissima bella spina acida, molto compresso e in fieri ma la stoffa si sente.

2005 Naso piacione quanto basta, arancio “classico”, note tropicali, nocciole tostate, bocca gustosissima non molto persistenze ma ricca e sfaccettata, leggermente seduto

2004 Perfetto mix tra minerale frutta e tostatura, iodato e fine, bocca ancora vivace e pimpante , bel finale roccioso

2003 Francesissimo, agrumato e floreale, gesso talco mughetto fiori tiglio sambuco bocca piena elegante finale lunghissimo nel pompelmo e nella mandorla

Sauvignon SantiAmato 2009

Dalla località omonima sopra Vinci (nel Montalbano) il cui rosone campeggia in etichetta, dal 1987, dal 2006 al 2008 non prodotto e confluito nel Mandorlo. Naso dolcissimo gelsomino pesca bianca ribes bianco mora di gelso, bocca piena asciutta senza fronzoli , finale educatissimo floreale da gewurztraminer senza esagerazioni, discreta sapidità.

Dicatum Sangiovese 100% IGT Toscana 2007

In località Cerreto Guidi, vigneto del 1996, l’ultimo piantato da Giuseppe Nieri per un vino che non fece in tempo a vedere (morì nel 1998) ma che il figlio gli ha dedicato (“dicatum” appunto). Impatto un po’ austero, nota classica floreale maturo, viola carnosa, ciliegia, mirto, elegante, bocca bella fresca dinamica chiusura pulita alcol a bada da corpo e freschezza. Finale mallo di noce e spezie, media persistenza ma regge la bevuta in maniera egregia. Difficile non essere sentimentali di fronte a questo vino pensando al padre di Alessandro che non lo ha mai potuto assaggiare ma solo immaginato. La grazia e la levità non sono comuni e non ci sono forzature, un bellissimo ultimo regalo al figlio che pare trattarlo davvero in maniera speciale.

Salamartano IGT 2007

Vigneti del 1987 in varie zone di Cerreto Guidi. 65% cab sauv 20% cab Franc 15 % merlot. Frutta matura mora di rovo, mela poi Note tostate noce moscata pepe , frutta di bosco mirtillo e cassis, leggero legno, noce,. In bocca un attacco deciso fruttato intenso senza strafare, tannini presenti ma non ingombranti, bella la freschezza complessiva ed un equilibrio già in parte raggiunto eccetto qualche dolcezza di troppo.

Salamartano igt 1995

50% cabernet 50% merlot Sottobosco autunnale, frutta nera e rossa, fragola e mirtillo in confettura, nota ferrosa, Bocca asciutta sapida finale media lunghezza, bel finale appena ferroso e di fragola. Vino vivace e godibilissimo, di una eleganza pregevole.

Vin Santo Bianco Dell Empolese 2001

100% trebbiano, vigneto di 50 anni appassimento fino a gennaio , caratelli per 5 anni tra soffitta e cantina, noce e albicocca, humus e leggero fungo, dattero , arancio candito, molto dolce e persistenza tra l agrume e l albicocca

Vin Santo Bianco Dell empolese 2003

sempre lo stesso vigneto ubicato accanto alla fattoria, appassimento fino a marzo, profilo più maturo rispetto al 2001, naso fresco con note di ginger e pepe rosa, bocca che aggiunge sandalo cuoio al corredo fruttato, bel finale molto agrumato e fresco, con una nota ossidativa che snellisce a aiuta il secondo bicchiere.