Feudo Principi di Butera, anteprima Rosso d’autunno 21 Settembre con Firenze Spettacolo: la Sicilia e le farfalle!

Francesco Zonin torna al God Save The Wine (che  prosegue martedì 21 Settembre nella spettacolare serra del Giardino dell’Orticoltura, in mezzo alla farfalle), stavolta presentandoci la tenuta siciliana Feudo Principi di Butera, l’azienda che si è fatta conoscere (anche) per una delle poche iniziative davvero 2.0 del mondo del vino, ovvero l’affaire myFeudo con una sfida a interpretare il terroir siciliano mediante assemblaggi di vini firmati da protagonisti del mondo del vino italico.  Adesso però siamo vicini ai primi freschi con l’autunno alle porte, scopriamo come si vede il mondo del vino dalla calda Sicilia…
1) Vino e Birra: come mai lo storico sorpasso?

Non credo si possa incolpare la categoria per questo. Non si tratta di errori ma di cambiamenti di mode e stili di consumo. Abbiamo sempre vissuto cicli nei quali sono mutati, anche pesantemente, gli stili di consumo. Anche all’interno della stessa categoria del vino notiamo spesso cambiamenti nelle preferenze tra vini bianchi, rossi e rosati. In questi ultimi anni stiamo ad esempio assistendo alla ribalta delle bollicine, trainate innanzitutto dalla marcia del Prosecco. Certo noi viticoltori non dobbiamo nemmeno rimanere a guardare inermi questo fenomeno ma cercare di riportare l’attenzione del consumatore al prodotto più legato alla nostra storia e cultura, il vino appunto. Il solo fatto che siamo uno dei pochi Paesi al mondo ad abbinare la pizza alla birra e non al vino fa ben sperare su quanto potenziale sia ancora inespresso.

2) Il vino ha bisogno più di un iPhone o di un PC?

Credo molto nei new media come strumento di comunicazione e marketing, perché permettono a noi produttori vitivinicoli di realizzare interessanti progetti con un approccio creativo nei confronti dei nostri consumatori e a costi accessibili. Il vino ha bisogno di stare al passo coi tempi, di vivere all’interno di un contesto contemporaneo e dinamico e quindi ben vengano l’iPhone, l’iPad, e i pc di ultima generazione. Il progetto Myfeudo.it -da cui è nato Symposio, un blend di ispirazione bordolese prodotto nella nostra tenuta siciliana del Feudo Principi di Butera-, il mio blog WineisLove, la pagina Facebook mia e di Casa Vinicola Zonin, ci consentono di avere un dialogo aperto e bidirezionale con amici, appassionati ed esperti e non del nostro mondo e di confrontarci sempre con persone nuove e stimolanti.
Il passaggio fondamentale comunque credo rimanga quello di uscire dalla pura mentalità di produttore vinicolo, spesso troppo chiusa, ed approcciare il mondo con gli occhi del consumatore, che molto spesso ha più bisogno di indicazioni circa il momento di consumo rispetto alle pratiche viticole o enologiche.

3) Autunno, primi freschi, i vini rossi rientrano nelle preferenze degli italiani ma restano molte persone che continuano a preferire bianco o bollicine a tutto pasto, che cosa scegli per la nuova stagione?

Mi rivedo molto in questa fotografia dei consumi. Amo molto i vini rossi durante l’autunno e l’inverno ma non smetto mai di stappare un buon bianco e soprattutto un’ottima bollicina.
Tra i rossi e in abbinamento con i piatti tipici dell’autunno, ultimamente scelgo il Nero d’Avola del Feudo Principi di Butera per il suo colore rosso rubino netto, profondo e brillante, che lascia presagire, in un ampio e persistente bouquet di fiori di mandorlo e sentori speziati, tutta l’anima della Sicilia. Il suo sapore asciutto, di bella struttura e grande rotondità, offre al palato un trionfo di sollecitazioni gustative.
Tra i bianchi, anche come aperitivo, restando su questa magnifica Isola, opterei volentieri per la particolarissima Insolia che nasce sempre in questa Tenuta: un vino aromaticamente ampio, con sentori di ananas, mango, dal gusto ricco, armonico, con un tocco elegante di mandorla.
Dalla nobile terra Toscana, da un anno è immancabile sulla mia tavola autunnale l’anima maremmana “insolita” di Astraio, il Viognier che nasce nella Tenuta Rocca Di Montemassi nella DOC Monteregio.
Scontato dire invece che il Prosecco DOC Zonin, anche a tutto pasto, resta un classico senza tempo, il mitico evergreen.

4) Vino e musica: le suggestioni della stagione e i colori dei vigneti ci suggeriscono atmosfere più soft e meno scanzonate rispetto ai mesi estivi, cosa ti immagini di ascoltare davanti al tuo bicchiere?

Rosso, arancione, ocra, lilla, grigio, marrone, verde muschio… Gambellara, Aquileia, Oltrepò Pavese, Astigiano, Chianti Classico, Maremma, Puglia, Sicilia, Virginia… Un arcobaleno di toni caldi e bruciati da ammirare senza sosta nel viaggio enologico tra le Aziende di Famiglia, che mi fa pensare al jazz di Chet Baker, a Mare d’Inverno della Bertè, alle poesie in musica di Paolo Conte e a quelle di Fabrizio De Andrè, a Creep dei Radiohead, alla Nancy Sinatra di These Boots Are Made For Walking, a Vivere di Vasco, a Cammariere, a Modì o a Camera a Sud di Vinicio Capossela, all’orchestra di Bregović, a Ciprea di Giovanni Allevi…

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5) La tendenza degli ultimi anni dice sempre e solo “vitigni autoctoni” (cioè italiani) e parrebbe che dovessimo espiantare tutto il merlot e il cabernet che abbiamo piantato ultimamente: ma l’utilizzo di vitigni francesi è sempre un male per i nostri vini?

Come dicevo prima, un conto è quello che pensiamo noi produttori, un conto è quello che bevono i nostri consumatori. Sono assolutamente convinto che i vitigni autoctoni siano la strada per sostenere il nostro sistema vitivinicolo nel lungo termine contro una competizione sempre più aspra, ma sono anche convinto che sia sbagliato demonizzare a priori i vitigni internazionali. Se hanno così tanto successo nel mondo ci sarà pure un buon motivo.
Da un decennio ci avvaliamo dell’autorevolissima consulenza del professor Denis Dubourdieu, uno tra i principali professori ed enologi di Bordeaux e del mondo. Grazie a lui e al nostro staff tecnico coordinato dal dottor Franco Giacosa, a giugno scorso abbiamo ad esempio presentato due “vini internazionali”, un rosso maremmano, il Rocca di Montemassi, blend di Merlot, Cabernet, Petit Verdot e Syrah, e un bianco friulano, l’Aquilis, Sauvignon Blanc in purezza. Assieme a questa esperienza di eccellenza in Friuli e Maremma, quest’anno abbiamo proposto in anteprima a Vinitaly, Symposio, il primo vino “open source” realizzato assemblando Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot coltivati presso il Feudo Principi di Butera, in Sicilia.
Alla fine il nostro lavoro è quello di offrire un grande vino nato dalla nostra terra nel quale si possa riconoscere il nostro territorio.

Vini presenti in degustazione

  • Feudo Butera Symposium Sicilia IGT 2007 Cabernet, Merlot, Petit Verdot
  • Feudo Butera Insolia Sicilia IGT 2009 Insolia 100%
  • Feudo Butera Riesi Sicilia IGT 2008 Nero d’Avola e Syrah

Contrada Deliella
93011 Butera (CL)
tel. 0934-347726
fax. 0934-347851
info@feudobutera.it