Il Myo’ Perbellini, anteprima della svolta di Zorzettig sulla collina di Spessa

Non male come idea quella di anticipare di un giorno il Vinitaly, convocare una trentina di giornalisti da tutto il mondo a cena da Perbellini (e chi dice di no?) e servire quasi tutta la nuova gamma di vini Myo. Eh sì perchè per ora Zorzettig era sì un nome importante come numeri storia e tradizione ma non esattamente un abituale frequentatore di guide,  grappoli bicchieri e corone. Ecco quindi il quasi debutto di una linea di vini “top” estratti dal 5% della produzione totale , le migliori uve dai vigneti più antichi destinate ai migliori vini e messi nelle mani di Fabio Coser. Esito?Innanzitutto da dire l’umiltà (ambiente a parte) con cui i vini sono stati presentati ovvero una serie di frasi che raramente senti dire da un produttore ovvero che “forse la 2010 non era la migliore annata”, “alcune tecniche sono da assestare”…insomma tutto il contrario della solita prosopopea. Aggiungeteci la cucina di Perbellini (che non era in cucina ma pochi se ne sono accorti, ed è un complimento), le premesse buone c’erano tutte.

Snelli, saporiti piccanti e sorprendenti gli aperitivi misti iniziali e debutto scoppiettante per il primo vino ovvero la MYO’ RIBOLLA GIALLA 2010, pesca piena succosa e densa gialla ma non dolciona,  nota piccante che spicca sul bicchiere tra il curry e lo zenzero, bocca succosa meno imponente che al naso, chiusura minerale interessante e citrino incalzante. Una ribolla affatto comune, forse il miglior vino della serata, sorprendente.

Arriva in tavola il Wafer al sesamo con tartare di branzino, caprino all’erba cipollina e sensazione di liquirizia (la sensazione è ottenuta immergendo il cucchiaio con cui si mangia in una salsa di liquirizia), piatto molto più complesso di quanto ci si possa immaginare, difficile da abbinare e non convince del tutto il tentativo con il  MYO’ FRIULANO 2010, giallo molto deciso naso di fieno ed erbe piacevoli di campo, frizzante di  pompelmo  e scorza di cedro , bocca simpatica, piacevole con ritorni tra mandorle rafano e ginger, finale semplice e non pienamente gustoso.

Entra in campo la “Zuppetta di asparagi e spugnole con uova di quaglia e crostacei al vapore” con uno dei gamberoni più croccanti e deliziosi che mi siano mai capitati uniti ad un ottimo asparago crudo ma perfetto per sapore e punto di cottura, cicala di mare un pelo sotto ma dalla consistenza favolosa, gran brodetto saporito. Sarà un caso che risulti molto buono anche il MYO’ PINOT BIANCO 2010 che ci viene servito?
Molto tropicale e tiolico (bosso e uva spina) , quasi grasso al naso, bocca corposa e di spessore, dinamica e molto sapida in bocca, finale di ribes bianco.

E’ tempo di un altro piccolo capolavoro come i  Ravioli farciti d’aglio dolce leggermente piccanti in guazzetto di cappelonghe e sgombro, piatto delicato e impalbile , bel contrasto con il forte sapore dello sgombro, tutto si amalgama perfettamente  nel finale. Qua sopra ci sguazza il Myo’ Pinot Grigio 2010…Speziato e intenso, tra il pompelmo rosa e il ciclamino, bocca sapida non profondissima, vino ancora un pó compresso che non convince del tutto, o meglio è molto buono ma niente di speciale.

Altro piatto che non delude il risotto  mantecato al fondente di cipolla con emulsione di sottobosco, fave e piselli dall’ottima cottura e croccantezza del riso con le fave, bel gioco della cipolla con dolcezza e sapidità del fondo, gioco che si tenta di riprendere con il Myo Sauvignon 2010. Tanta frutta bianca, uvaspina e fiore di sambuco, sapido già al naso nota di pietra bagnata, mentolo,  bocca piacevole con note appena verdi ma intriganti. Finale pesca bianca e mora di gelso.

Finale per i pesi massimi con un imponente Guanciale di vitello brasato su purè di patate e porri fritti, morbidissimo e avvolgente, ricco e polposo, una festa per la bocca quasi come il Myo’ Pignolo 2008 che convince tutta la sala, floreale rosso intenso, ciliegia candita, frutta di bosco e amarena, bocca appena pepata , bel finale, tannino delicato, bell equilibrio e ottimo in abbinamento. Un vino arioso e allegro ma che non si tira indietro di fronte ad un abbinamento impegnativo.

Un giudizio complessivo della gamma Myo (che comprende anche Refosco e Schioppetino, non ancora pronti neanche per una piccola anteprima) non può che essere positivo anche se alla fine della serata i vini che avevano convinto tutti (e pure noi) sono stati solo la Ribolla e il Pignolo.

Sugli altri pesa sicuramente un’annata poco felice come la 2010 e soprattutto una giovinezza estrema che impedisce di dare giudizi completi e definitivi. L’impressione è che il terroir emerga a fatica con la tecnica (raffinata e tecnologica)  un poco invadente e che rende i vini precisissimi ma in qualche frangente asettici, poco emozionanti. Ma appunto, si tratta di bimbi in fasce e ci prendiamo volentieri la briga di assaggiarli quando saranno ritenuti pronti per il mercato tra qualche mese.

P.S. non si può menzionare una cena da Perbellini senza parlare dei dolci: ecco siamo rimasti senza parole e abbiamo spazzolato ogni cosa che ci è stata portata davanti, raramente sentito dolcezze così ben contrastate e leggere, davvero impressionanti tutti gli assaggi (12) che abbiamo fatto.