(con i piedi a mollo nel Pinot Grigio) Kettmeir e l’anticamera del Paradiso

Così Josef Romen chiama l’Alto Adige, anche se con un accento più da Sud Tirol, e stando di fronte a queste vallate e al panorama mozzafiato della zona del lago di Caldaro (Kaltern) è difficile dargli torto. Terra particolare, frammentatissima dove anche un colosso come Santa Margherita (proprietaria dal 1986 della cantina Kettmeir)  fatica a trovare terreni da acquistare e gestire direttamente. Terra dove regna il Maso con le sue leggi e regole medioevali e rituali secolari portati avanti con rigore teutonico, anzi tirolese…Siamo in visita e ad assaggiare i vini che escono sotto il brand Kettmeir ma l’ Alto Adige è anche il teatro dove è avvenuto il piccolo grande  miracolo italiano delle quasi 8 milioni di bottiglie di Pinot Grigio prodotte fra la DOC Vald’Adige e Alto Adige. In effetti siamo qui per festeggiare un importante  anniversario della prima vendemmia del Pinot Grigio (e lo faremo pigiando parte delle uve della cinquantesima vendemmia) ma c’è tempo prima per camminare per i vigneti della zona e disquisire di varie questioni ancora irrisolte.

Ad esempio se in Alto Adige per certe coltivazioni debba rimanere la tradizionale pergola oppure lasciar posto alla spalliera moderna e qualitativa:

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Una regione dove non mancano i grandi vini e i grandi vigneti ma dove è praticamente impossibile pensare di trovare terra da coltivare a prezzi abbordabili (e se se ne lamenta Stefano Marzotto…)

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=xbbfyGL-LkI[/youtube]

Davvero dura farsi spazio dove gli agricoltori, mica poi tanto per scherzo, dicono che se l’uva non rende, possono sempre coltivare…

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=I06Znrg7ivM[/youtube]

Tempo di passare in cantina perchè non potremo utilizzare oggi il kit del perfetto vendemmiatore (cestino, guanti, forbici speciali, poncho, stivali in gomma) in quanto la pioggia del mattino, oltre a far saltare l’agognato giro in elicottero, ha infradiciato le uve imponendo l’attesa di una giornata di sole. Qui assaggiamo i vini più significativi di Kettmeir, le bollicine di grande successo e di grande soddisfazione aziendale (in Alto Adige sono solo 6 i produttori di spumante metodo classico e solo un paio che ottengono risultati di livello indiscutibile), il bianco Muller Thurgau Athesis da vigneto di altura e il Pinot Nero cru Maso Reiner.

Ecco le nostre impressioni:
Kettmeir Rosè brut 20mila bott
Uve molto mature e bella acidità vigneti molto in alto, 6-700 mt
Velo di cipolla, pinot nero salmonato, erbe aromatiche mentuccia lieve caseico, leggero ossidato, appena lampone e fragola, non dolcione, accattivante , melograno, agrumato di arancia rossa. Bocca sapida , incalzante ricco bel finale di nuovo agrumato rosso e pompelmo rosa, leggero ma con carattere anche se forse rimane troppo in punta di piedi.

Müller thurgau Athesis 2009
12mila bott a regime, oggi 5mila
Albicocca e lieve nota di bosso, salvia (note tioliche in genere tipiche sauvignon), uvaspina , mora di gelso, tiglio molto dolce, filo sapido sullo sfondo, bocca appuntita molto fresca , finale pesca e di nuovo floreale, corpo ben presente pur se con un filo di alcol che emerge, vino affatto banale senza mai essere troppo dolce.

Pinot Nero Maso Reiner 2007
5mila attuali 12 in prospettiva
Forti escursioni termiche sole nel pomeriggio, fresco al mattino e notte, colore perfetto più sullo scuro,
Naso in evoluzione molto segnato dal legno, frutta lampone e mora in sottofondo, speziatura, inizio evoluzione, bocca verdognola molto compressa, ma si sente che avrà allungo , finale ciliegia , lampone mirtillo e miele di castagno.

Manca un altro tra i vini importanti aziendali e questo scegliamo, poco prima di pranzo, di gustarcelo in uno dei posti più “zen” e intrinsecamente vinosi di questo mondo, ovvero con i piedi nel mosto appena pigiato nei tini ricolmi di pinot grigio 50eimo anniversario…più chic di così…

Degutazione dal Tino di Pinot Grigio: Kettmeir Athesis Brut

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=HXqmZOV1FSs[/youtube]

(forse dal video non si direbbe, ma è una bollicina da tenere d’occhio, in cantina ci capiterà infatti di assaggiarne una verione “fuori serie” con 8 anni sui lieviti e due dalla sboccatura davvero prodigiosa risalente alla vendemmia 2000).

Dieci minuti di pigiatura (notate lo stile di Pamela Guerra qui accanto e di Jacopo Cossater) a occhio equivalgono a quasi 20 minuti di step su una tecnogym quindi giunge a puntino il pranzo allestito sotto il porticato della cantina. Cucina tipica tirolese ma saporosa e leggera come ci è capitato poche volte di incontrare con menzione di onore per i sontuosi formaggi (vaccini e di capra) accompagnati da una mirabile mostarda di mele appena piccante. Pretendiamo poi il bis dei canederli (knodel) ai finferli, vaporosi e gustosi con il fungo appena avvertibile avvolto dalla pasta soffice e la crema del burro e parmigiano. Spezzatino con polenta succulento e ideale per gustare la Schiava locale e il corpulento Lagrein e finale con il classico apfelstrudel giustamente cannellizzato e affatto dolce, compensato dal robusto zabajone in abbinamento.

Che con la pioggerellina che lentamente ha (ri) cominciato a cadere, non ci sentiamo neanche troppo in colpa a mangiare…