La Maremma del vino | Dove eravamo e dove saremo tra trent’anni

Trent’anni. Questa la prospettiva cui ha improntato il lavoro un produttore come Simone Castelli che ha deciso da Pistoia di andare a produrre Morellino di Scansano a Montiano. E trent’anni ha invece la vigna di Sauvignon da cui Riccardo Lepri produce il suo spettacolare sauvignon Enos I, sapido e incalzante, fresco anche a temperatura ambiente. Ci sono sembrati due personaggi molto adatti a raccontare la magia di questa terra così particolare e incantevole e li abbiamo invitati a raccontare le proprie storie a cena qui da noi.Ne è venuta fuori una serata (qui tutte le foto, qui la playlist dei video) ricca e partecipata con discussione e interesse collettivo. Soprattutto una serata che è servita a focalizzare il punto sulla Maremma del vino fotograta alla stato attuale. Il che significa un territorio relativamente “nuovo” che ancora deve dimostrare tutto il suo potenziale, un territorio che sta scontando la fase di “moda” in calo e di attrattiva per vini concentrati e muscolosi che non è un problema crescere da queste parti. Ma anche un territorio patria del babbo del sangiovese ovvero quel ciliegiolo che abbiamo riassaggiato con piacere nel Sovana Rosso di Montauto, ospite del Sangiovese “piccolo” con un colore e un piglio molto diverso dal resto del sangiovese toscano e una vocazione storica per i bianchi (appunto Pitigliano e il suo magico terroir di calcare) e anche una nuova con tutto il Vermentino e Ansonica della costa grossetana. In mezzo il Morellino con tutte le sue sfumature che dopo essere diventato il terzo vino più venduto d’Italia in pochi anni adesso è pronto per diventare vino fresco e beverino come molti Morellino da GDO o da aziende vispe e pronte ma anche prodotti stile “riserva” come il Morellino di Podere 414 e il Tiburzio di Montauto che ha stesso uvaggio e filosofia (sangiovese e alicante, parziale appassimento di quest’ultimo).

Insomma, ce n’è abbastanza per essere curiosi cosa sarà diventato questo grande laboratorio tra trent’anni (o anche prima!) quando sarà , o così speriamo tutti, “maturo” per grandi risultati di livello mondiale.