La nostalgia, il vino, non sono forse i momenti migliori della nostra vita quelli più banali e tediosi?

La riflessione purtroppo non è mia, sono le parole con cui Matteo Bittanti (ma per me sarà sempre MBF dai tempi di Zzap!) conclude la sua recensione di Adventureland sull’ultimo Rolling Stone. Non ho visto il film ma diciamo che mi pare di capire che fa parte del filone nostalgia anni ’80, data di adolescenza di credo almeno metà dei lettori di questo blog, semplici storie d’amore, di pomeriggi passati per negozi (da noi) o centri commerciali (in USA, all’epoca).Mi viene in mente perchè oggi è una domenica rilassante e pacifica, anche se vuoi noiosa e banale. E come tutti i momenti della nostra vita più banali e tediosi è uno di quei momenti che ti si saldano dentro con un timbro speciale, un qualcosa a cui aggrapparsi nei futuri momenti di nostalgia come se lo scorrere lento e noioso fosse la garanzia che il cuore e la mente abbiano tutto il tempo che serve per scrivere ogni dettaglio della situazione, il solo modo per restituirla così vera pulsante ai limiti del doloroso, cioè malinconico, quanto per qualche motivo la si rivive.

Come quando tieni in mano un bicchiere di vino per dei minuti e parli e pensi a tutto quanto c’è dietro. Non un assaggio frettoloso al banco o alla postazione di una fiera o seduto ad un’anteprima o una verticale. No, no, no. Proprio una serie di momenti noiosissimi in cui bevi, assapori e gusti ogni istante.

Roba tediosa insomma, però che ti rimane dentro, forse anche per sempre.