L’anno del Marsala? intanto forse abbiamo il Marsala dell’anno…

Tre coincidenze non sono mai da sottovalutare specie se convergono così nettamente come in questi giorni. Il mercato pare un pò stanco dei vini dolci siciliani “classici” stile Passiti e Moscati di Pantelleria (o per lo meno il mercato italiano, ad Amsterdam il Ben Rye va via come l’acqua nonostante non costi esattamente poco) e la riscoperta va tutta verso il Marsala e altri moscati minori come il Moscato di Noto, DOC semi scononosciuta e arrivata quasi ai margini dell’estinzione.

In finale a Caserta non si è quasi mai vista tanta unanimità come quando in tavola è arrivato il Donna Franca di Florio (grazie UvaAromatica per la foto) e pure il Moscato della Torre di Marabino (piccolo gioello da 2000 bottiglie da un giovanissimo produttore) si è battuto alla grande. Contemporaneamente abbiamo visto il bravo Fabio Rizzari e Franco Ziliani riprendere il tema nella newsletter settimanale Wine Web News dell’AIS. Aggiungiamo pure le parole bellissime che Luciano gli dedica nel suo sito (e oggi anche su Il Mattino di Napoli) e mi sono detto che era il caso di salire sul carro dei vincitori prima che si affollasse troppo…

Ovviamente non ne ho grande esperienza, se non, come tutti, in cucina con le versioni terribili da supermercato che finiscono in cucina per le braciole (triste destino comune anche a tanti Madeira…). Ho cominciato a riavvicinarmici “da grande” organizzando qui da Burde la serata siciliana con il Marsala di Pellegrino che era perfetto coronamento dei cannoli della situazione. Poi due esperienze che ti segnano a vita con il Marsala, ovvero il Bibenda Day 2006 con il Florio Marsala Inghilterra 1896, e pochi mesi fa l’incontro con il Marsala Florio Superiore Riserva Ambra Dolce 1932.

E infine la grande operazione di marketing portata avanti sia da Florio, Pellegrino e anche da Rallo con grossi investimenti pubblicitari e di divulgazione a dimostrare che il Marsala va benissimo sulle ostriche, sui formaggi piccanti e non solo sui dolci. Insomma si sta davvero preparando una rivalutazione globale di questo vino dalla storia centenaria che colpevolmente (come per i nostri Vin Santo) abbiamo lasciato correre senza curarcene per anni salvo poi scoprire che se John Woodhouse aveva conquistato Londra già nel 1773, non c’è motivo per cui non possiamo riprovarci…

Io intanto ho cambiato Marsala per le braciole (e pure quelle ringraziano con un profumo che resta per ora in cucina), mio fratello Paolo ha messo a punto una ricetta per il Patè di Cinghiale e Marsala e dico in giro che in casa ne tengo sempre una bottiglia per le occasioni speciali, vediamo poi cosa succede…

Ah, già dimenticavo, ecco il video della folgorazione sulla via di Marsala per la commissione più spiata d’Italia:

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Marsala Vino dell’Anno?
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