L’arte dell’assemblaggio nello Champagne, un esempio in musica

Per spiegare cosa significhi realizzare una cuveè in Champagne e come le sfumature del terroir si possano manifestare in un vino si può ricorrere ad una formula oppure si può anche essere più poetici e nel mio caso durante l’esposizione alla finale italiana del Concorso Ambassadeur de Champagne 2011, ho fatto ricorso ad un esempio musicale. Un esempio capace di far capire come Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier possano suonare in maniera diversa a seconda del terroir e dei cru dove crescono e contribuire a quella armonia unica e particolare delle grandi cuvèe.

Ma anche e soprattutto delle cuvèe che rappresentano l’anima dello Champagne, non necessariamente costosissime e irraggiungibili. Meglio allora usare un video di una performance particolare che la rappresenti: la cuvèe è come un grande e perfetto brano Jazz in linea con il periodo in cui siamo, Alessandro Collina Trio & Fabrizio Bosso – Estate (ma esiste anche una versione suonata da Enrico Rava e Stefano Bollani):

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=O5BODUZvH70&feature=youtu.be[/youtube]

La base è un motivo che ricorre e attraversa in sotterranea elegantemente tutto il brano, come il terroir di riferimento della Champagne che è sempre la costante in ogni assemblaggio, poi  tre strumenti come il pianoforte (suonato da Alessandro Collina) acuto, squillante e fresco, capace di assoli impareggiabili come quasi solo lo Chardonnay sa fare, la tromba suadente calda, vinosa e ammaliante di Fabrizio Bosso che incarna il Pinot Nero e infine la solida certezza del Pinot Meunier, impersonata dalla componente ritmica ma non solo del contrabbasso di Marc Peillon e la batteria di Rodolfo Cervetto che non fanno perdere la strada maestra della piacevolezza e tengono insieme il pezzo sia nei momenti più movimentati.
Un pezzo cha possiede l’acidità, la freschezza e la mineralità di una grande cuvèe sans annè di Champagne ma che non rinuncia a momenti più dolci, in cui trovano spazio morbidezze e armonie più lievi e soffuse, come in una cuvèe trovano spazio e dimensione l’alcol, le morbidezze, le sfumature evolutive e il corpo
Tutti i musicisti, così come i vitigni e i terroir che li “suonano”, hanno tecnica e capacità mirabili ma soprattutto hanno un’armonia che li lega e li tiene uniti in un qualcosa di speciale che non risulta dalla fredda somma delle sue parti, esattamente come la riuscita di una cuvèe non è mai riconducibile alle sue singole componenti ma al genio, in parte umano e in parte terroir, che li tiene insieme e li proietta verso l’eccellenza e la piacevolezza.

Per la scelta del brano, imperituro grazie a Mirco Mariotti.