Le bollicine dell’Oca…le scelte di Armando Pardini

Uno dei piaceri preferiti di un sommelier (a parte ovviamente bere e assaggiare) è quello di andare in un locale famoso per la sua carta dei vini, curatissima, completissima ed enciclopedica (anche come formato stampa) e poter dire al povero malcapitato sommelier di turno: “faccia lei…”.
Del resto un sommelier se no che ci sta a fare? La sera arriviamo sempre stanchi e affamati e di tempo da perdere con le carte dei vini in genere se ne ha poco e a meno che non si voglia stupire un commensale con la nostra conoscenza di un rarissimo vino della carta, preferiamo sempre affidarsi alle cure di chi in teoria quei vini li ha scelti.
Ad Armando, oltre a chiedere “faccia lei” ho anche richiesto di presentarci 3 tipi diversi di champagne particolari possibilmente non uvaggio (quindi fatti con un vitigno solo) e non millesimati (questo perchè la considero una tipologia “invernale”). Ho aggiunto Poi che non volevo grossi nomi ma possibilmente piccoli produttori semi artigianale e non spendere un capitale…
Il che è frustrante quando in carta hai la creme de la creme della bollicina francese ma tant’è…
brochot meunier
Siamo partiti con questo Pinot Meunier in purezza di Andrè Brochot che ci ha piacevolmente deliziato con una bollicina fittissima (anche se un pò grossolana), robusto di corpo ma delicato di aromi e profumi, tutto giocato sul frutto pesca e albicocca con un lievito leggero e quasi dolce. Come Roberto Bellini ci insegna, netto e distinto abbiamo anche sentito il mitico sentore di “pinolo”, spesso presente nei Pinot Meunier. In bocca mostrava anche una bella sapidità che lo ha reso perfetto sui pici al pesce e fagioli.
lancelot blanc
Come secondo vino Armando ci ha proposto questo FAVOLOSO blanc de blancs da Chardonnay in purezza, Lancelot Royer , una selezione speciale (non più di 5 mila bottiglie/anno) per un artigiano che tiene i suoi vini di riserva in 3 botti di 30, 60 e 90 anni di vita…fa quasi tutto a mano e distribuisce non più di 30mila bottiglie all’anno in totale. Al primo naso è stato veramente da brividi con una particolare unione di nocciola burro e aromi floreali tipo mughetto ginestra e sentori decisi di pasticceria. Tutto intorno spezie invitanti e una nota di miele in sottofondo, Insomma un capolavoro!
pinot nero  boyer Il terzo champagne proposto è stato un Pinot Nero in purezza, la Cuveè Reserve di Bauser Les Riceys per i commensali l’archetipo dello champagne con i suoi profumi fruttati quasi di lampone e frutta rossa mescolati a note di gesso e croissant caldo. Sembrava in effetti un Veuve Cliquot un pò più deciso, comunnque complesso e avvincente, però a mio avviso il precedente era superiore (ma qui più sulla qualità oggettiva si va sui gusti personali!).
vintipodi greco di bianco
Sul finire mi sono imposto sugli altri commensali (che volevano smettere di bere…) e ho ordinato di mia iniziativa un vino dolce calabrese, curiosamente il vino dolce italiano meno costoso di quelli in lista) un rarissimo Greco di Bianco Passito 1997 di Vintripodi. Capito spesso in Calabria e pure lì non è facile trovare veri greco di bianco e quindi trovarlo a Viareggio mi è parso curioso. Il vino era color mogano con una bella consistenza e riflessi ambrati bellissimi. Al naso poca o nessuna ossidazione ma tanta spezia come sandalo e liquirizia con poi note di frutta secca (datteri, albicocca) a fare da dominante. Note di miele e caramello completavano il quadro che comunque di minuto in minuto cambiava notevolmente. Soprendente la freschezza in bocca e la scorrevolezza del vino che ne facevano un fine pasto di assoluto livello.
Che dire? Se ai 3 champagne qui descritti aggiungere un ottimo champagne rosè in apertura servito con le entreè, io direi che abbiamo bevuto benissimo senza spendere una fortuna e facendosi un bel giro di quello che lo Champagne offre oggi.
Qualcosa che però va un pò cercato, come hanno fatto Armando e Adolfo direttamente in Francia e gli siamo grati per aver pescato delle perle interessanti. Quanto da me come sommelier ad Armando va un grande Grazie per avermi fatto sentire nella mia cantina e una grandissima INVIDIA PROFONDA per tutte quelle bollicine che è costretto a bere ogni giorno!
Non so se le cambierei con i “miei” sangiovesi”, però ogni tanto…
Per ora grazie Armando e grazie Adolfo, alla prossima!
adolfo