N.P.U. 1996 Bruno Paillard

Un mondo tutto nuovo e tutto suo in cui recita a briglie sciolte e in cui tiene a distanza praticamente tutte le altre cuvèe di Champagne. Spezia pura e finissima, di un cristallino splendore, mughetto e biancospino, lychees e  thè bianco , canfora e lieve caseico, mela candita, limone di Ischia, soffuso minerale gessoso ma nel complesso maestoso ed elegante. Gioca a portarti dentro al bicchiere e a spostare i tuoi riferimenti in materia, evolve e si adatta e rilancia la sfida alla percezione del suo profumo. La bocca è molto più giovane e compressa comunque scattante, ricchissima che non finisci mai di scoprire. Di una beva disarmante e compulsiva, che tiene alla distanza chi lo beve come a ritrarsi di continuo svelandosi solo a poco a poco e mai completamente. Ma ogni dettaglio che rivela è a sua volta l’inizio di un altro piccolo viaggio. Quindi la spezia diviene un mercato orientale, la frutta si fa fresca per poi appassire, i campi di fiori cambiano stagione e lo sfondo di vaniglia e pane tostato s’imbrunisce e sconfina nelle torrefazioni. Ed è incredibile che tutto questo stia in un bicchiere, appeso al fondo del bevante, come un punto che racchiude un piccolo universo che si svelerà a poco a poco su cui le parole fanno fatica ad apprendersi.

Incredibile.

100