Poderi Luigi Einaudi e la scommessa del futuro di un grande passato | Verticale Cannubi 1998-2005 e Dolcetto di Dogliani

Non è per niente facile chiamarsi “Einaudi” e proporre al mercato vini all’altezza del nome e del blasone della famiglia, nota in tutto il mondo per i vari presidenti, musicisti ed editori importanti donati all’Italia. Quando poi “Einaudi” campeggia su una etichetta, dal vino all’interno ti aspetti sempre quell’aura di signorilità che si impone ad un grande vino di Langa. Quando Lorenzo Raimondi fu chiamato agli inizi degli anni ’90 la strada da fare era tanta e soprattutto le barrique imperversavano…Un lavoro da far tremare i polsi a molti giovanotti enologi, ma non a Lorenzo che con Beppe Caviola hanno saputo ricostruire un nome, gestire l’acquisizione di una porzione preziosa e chiaccheratissima di Cannubi (comprata dai Gancia) e gestire una gamma di etichette molto vasta che va dal Dogliani, sede storica, fino appunto a Barolo con due cru distinti e infine anche nel Barbaresco, spesso agli antipodi per gusti e preferenze altalenanti da parte della critica enoica. Ma parlando con il filo del discorso non si interrompe mai e anche nel bicchiere senti la mano, le intenzioni, il blasone e la storia importante compiuta negli ultimi venti anni che hanno portato l’azienda all’attuale splendore.

Assaggiamo i vini nella cornice incantevole del Relais Einaudi, tentatissimi di inaugurare una serie di degustazioni Barolo bordo vasca…poi però desistiamo, la signorilità del posto (vedi foto)  influenza anche noi!

Partiamo ovviamente dal Dolcetto, nella cui zona sono compresi quasi 100 ettari di possedimenti e le cantine di vinificazione.

Dolcetto superiore Dogliani I Filari 2008
Marasca, lavanda, nota dolce prugna,  ribes, bocca ricca polputa, ben integrata, finale leggero alcol , frutta nera e rossa mela mora.

Dogliani 2008 Vigna Tecc
Ribes, more, mirtillo, rosa leggera, vinoso, mela matura, bocca dal finale sapido e fresco, acidità ben presente. Bellissimo tipico coinvolgente, o almeno quello che ti aspetti da questo vitigno.

Dolcetto di Dogliani i Filari 2001
Mora e frutta ancora vive, leggero terziario, interessante integro e bel mix anche di spezie e tabacco . Bocca leggermente spenta ma piacevole. Alla cieca sarebbe interessante vedere quanti sarebbero portati a pensare a chissà quale altre più nobile uva.

Barolo e Verticale Cannubi

Barolo Einaudi Costa Grimaldi 2005
Complesso ampio, rosa pepe rosa fiori essiccati, lavanda, bocca acidità bellissima gran tannino , finale bosco e fiori bellissimo.

Barolo Einaudi Cannubi 2005
Mandorla, fico, prugna, resina, bocca tannino deciso da allungo, un po’ più cupo del Grimaldi e da aspettare, ma grande.

Barolo 2000 Cannubi
Fieno e juta, , tabacco Cuba, bocca notevole tannino e acidità al limite ma godibili, bocca un po’ corta e calda nel finale.

Barolo 2001 Cannubi
Polposissimo fruttato ancora pieno,   confettura fichi e mandorle, amarena, bocca equilibrata bel tannino risolto, notevole allungo e soddisfazione grande, perfetto per oggi e adesso.

Barolo Cannubi 1999
Ombroso, cupo e sottobosco, un po’ moscio, bocca interessante alcol un po’ di polpa e succo di ciliegia interessanti ma annata strana. Tanto che dopo qualche minuto nel bicchiere risale impetuosamente per complessità e intensità di profumi. Tanto che viene portato in tavola e fa una figura splendida su una battuta di fassona piemontese. Notevole.

Barolo Cannubi 1998
Naso vivo e in grande momento, sottobosco lavanda goudron bocca dinamica integra finale notevole ricco, allunga e conquista, rimandi bocca naso splendidi, da gustarsi con della carne al sangue e perchè no anche una grattata di tartufo per giocare con i rimandi al naso.

Barolo Costa Grimaldi 1998
Terziario, leggero fieno frutta in tono ridotto, bocca tranquilla ma un po’ spenta, elegante e mansueto, ottimo da conversazione e discussione pur mancando appunto la schieda dritta di un Barolo di questa età.

Nei vini di Poderi Einaudi si scorge ogni tanto qualche nota mancante, ma la sinfonia complessiva è spesso maestosa con punte sublimi. Specie l’appezzamento di Cannubi ha degli exploit davvero entusiasmanti e ogni annata merita di essere ascoltata capita e coccolata come si deve ai grandi vini. Bella la varietà dei Dolcetto, nei quali ognuno può trovare la sua idea di questo vitigno. E l’impressione è che il bello per questa tenuta, nonostante la bella e lunga storia, sia ancora davanti.