Report compleanno: Cabreo e Montina Franciacorta per i miei 34 anni

Mi sono appena ripreso dalla stramangiata di ieri sera per il mio compleanno e vi riporto almeno la descrizione di due grandi vini che hanno allietato il mio 34esimo compleanno.
Si tratta dell’ormai famoso Cabreo la Pietra, il gioiello bianco di Ambrogio (padre) e Giovanni (figlio) Folonari e del relativamente nuovo Montecolo Brut de La Montina, una giovane e dinamica azienda franciacortina.
Sul buonissimo risotto di mare cucinato da mia mamma risotto mutuato da una ricetta del ristorante La Riva di Viareggio Darsena di tanti estati fa, abbiamo degustato questo grande spumante di Franciacorta, il Montecolo (disponibile solo in Magnum!) fatto da solo uve Chardonnay, uno dei cru aziendali. La bottiglia che abbiamo aperto ieri sera era una sboccatura 2005 ma non presentava la benchè minima sbavatura. Oltretutto l’avevo aperta perchè mi era rimasta per sbaglio in veranda al ristorante ed aveva vissuto tanti di quegli sbalzi termici che ero pronto a buttarla nel lavandino. Quindi in ogni caso mi scocciava venderla (anche perchè decorata con un “Buone Feste” natalizio…) e allora ho deciso di bermela…Il colore era di un giallo dorato molto intenso con i colori di un thè al cedro più o meno. Perlage fine ma non molto persistente. Al naso mi ha ricordato qualche champagne biodinamico francese tanto era “naturale” e carnoso con le note di camomilla, thè e lievito ancora fragrante. montecolo. In bocca si è rivelato pieno e consistente con una spuma dolcissima che accarezzava il palato in maniera egregia. Rivelava poi altre note fruttate che al naso erano un pò coperte dai sentori floreali e speziati. Sul risotto era un incanto tanto che mi sono rifatto di 3 piatti di risotto (era comunque il mio compleanno e gli altri non mi potevano brontolare…) e 4-5 coppe di spumante. Veramente notevole, lo consiglio a quanti pensano che la Franciacorta siano solo i soliti grandi nomi!
cabreo pietraSulla coda di rospo al forno ecco il sontuoso e sempre troppo poco bevuto (almeno in toscana!) Cabreo la Pietra, versione 2004. Di questo vino ti colpisce subito il colore dorato pieno lucente senza sbavature che ti da subito l’impressione di un vino particolare. Al naso poi da freddo e appena versato nel bicchiere rivela solo note di burro, minerale e nocciola che però lasciano nel giro di pochi secondi (e pochi gradi di temperatura) spazio a note freschissime di camomilla, fiori gialli, rosa, albicocca e una speziatura vanigliata appena accennata. Buonissimo ma non diverso da altri Chardonnay barriccati toscani… Ciò che mi ha sorpreso è stata la verve in bocca acida e fresca che rendeva ogni sorso piacevolissimo e mai stancante. Particolare da sottolineare perchè in passato a questo vino io stesso avevo spesso rimproverato una scarsa bevibilità e troppi muscoli. Ieri sera, forse complici gli anni in bottiglia, era veramente ottimo e ha convinto non solo me ma anche tutta la mia famiglia riunita a tavola.
Ragion per cui sono ancora più impaziente che arrivi il 5 Ottobre quando, nell’ambito delle Degustazioni d’Autunno da Burde avrò ospite proprio Giovanni Folonari che ci porterà non solo 3 annate del Cabreo Rosso il Borgo (1985, 1997, 2004) ma anche rarissime annate di Cabreo Bianco come il 1987 e il 1995!
Che faccio, vi aspetto?