Ricetta per Pasqua: l’Agnello in crosta all’Issopo

Ovviamente l’abbiamo provata insieme prima di parlarne e il responso è stato molto favorevole in sala venerdì scorso durante la cena “biodinamica”: con l’approssimarsi della Pasqua e con l’agnello ormai in frigo, ecco un modo originale e tradizionalissimo (l’Issopo veniva usato già dagli israeliani ai tempi della cattività egizia) per preparare il classico Agnello pasquale:[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=2Eafsc_D070[/youtube]

Ricetta:
Cuocere il carré o il coscio dell’agnello nel forno a 200° (calcolare circa 20’ per ogni 500 g di carne) dopo averlo salato e pepato e ben profumato con un trito di aglio e pepolino.
Preparare intanto una pasta con 160 gr. di pangrattato, 240 di burro morbido e un battuto di issopo, pepolino, poche foglie di menta e qualche spicchio d’aglio. Lavorarla come se fosse una brisée.
Togliere l’agnello dal forno e distribuire la pasta sulla carne facendola aderire bene.
Rimettere in forno finchè non si sarà formata una bella crosticina dorata.

Qualche curiosità  sull’’Issopo (Hyssopus officinalis)

E’ una pianta erbacea perenne dalle molte virtù medicamentose e curative.
La parola ISSOPO deriva dal nome ebraico “ezòh” che nella tradizione biblica ha come significato principale quello di purificazione. E’ noto infatti con il nome di “Erba della purificazione” o “Erba sacra” poiché, un tempo, era impiegato in mazzetti come aspersorio .
E’ citata più volte nelle Sacre scritture in momenti molto importanti.
Nell’Antico Testamento lo troviamo nell’Esodo (12, 22), nelle prescrizioni riguardanti la Pasqua, quando il Signore lo prescrive per la prima Pasqua: “… prenderete un fascio di issopo, lo intingerete nel sangue che sarà nel catino e spruzzerete gli architravi e gli stipiti con il sangue del catino …….. Il Signore passerà per colpire l’Egitto, vedrà il sangue sull’architrave e sugli stipiti: allora passerà oltre per la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nella vostra casa per colpire.”       Poi ancora nella purificazione del lebbroso (Levitico 14, 4 etc.) e nell’uso dell’acqua lustrale (Numeri 19, 18 etc.).
Davide nel Libro dei Salmi (50,9) invoca il perdono di Dio, implorando: “Aspergimi con l’Issopo, e sarò puro, lavami, e sarò bianco più che neve”.
Nel vangelo di Giovanni (19, 29) ”c’era lì un vaso pieno d’aceto; posta dunque una spugna, imbevuta d’aceto, in cima a un ramo d’issopo, l’accostarono alla sua bocca”.
In cucina l’aroma deciso ed il sapore piccante dell’Issopo ne hanno fatto apprezzare, più in passato che oggi, la presenza nelle salse e nei ripieni. Alcuni ne aggiungono i fiori alle insalate,  altri sostengono che le foglie, in piccola quantità, favoriscono la digestione della selvaggina e delle carni grasse.