atelier vini e cultura

Champagne Domaine de Bichery Les Fontaines Rosè Neuville sur Seine (Aube)

Siamo nell’Aube a Meurville , lui francese lei tedesca, piccolissima produzione e molto curata soprattutto con il pinot nero al centro delle attenzioni con la sua vinosità con coltivazioni in conversione biodinamica. Molto attenti al packaging e l’immagine ovviamente non da meno la cura posta nei vini. Questo rosè d’assemblaggio sfutta bene il pinot nero della zona per il suo colore corallo molto ricco che lo rende quasi un chiaretto di altre zone, oltretutto base 2015, annata straordinaria per i vini rossi in Champagne.

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Champagne Eliane Delalot Les Dionysiaques Nogent l’Artaud (Vallée de la Marne)

Eliane Delalot  ha sempre lavorato la terra a mano e sempre venduto le uve in questo paesino in fondo alla Valle della Marne quasi vicino a Parigi. La produzione in proprio parte pochi anni fa con il figlio professore di storia dell’arte che ha come linea guida proprio l’idea di produrre poco ma fare di ogni vino un’opera d’arte a cominciare dall’etichetta. Biodinamica per vigne che non hanno mai visto un trattore in vita loro, lavoro completamente a mano dal remuage al degorgement per solo 8mila bottiglie che valgono lo sforzo per cercarle e provarle.

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Champagne Etienne Sandrin A Travérs Célles Extra Brut – Aube

Delicatezza biodinamica ed eleganza da scoprire per uno champagne che si muove in punta di piedi ma sa farsi apprezzare e rispettare. Nella piccola produzione familiare a Cèlles nella Aube Anne e Étienne Sandrin, ingegnere agronomo lei, avvocato giurista lui, questo vino rappresenta per ora  la porta di ingresso e mostra il loro stile ovvero senza legno, dosaggio bassissimo e la voglia di trasmettere il territorio in maniera quasi sfacciata e diretta.

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Champagne Pertois Lebrun Le Fond du Bateau N. 10, base 2010 Choully (Côte des Blancs)

Di ritorno dalla Provenza, una famiglia di origini champenoise che decide di lavorare solo chardonnay e solo grand cru , vinificazione in cemento senza acciaio, barrique usate e foudre molto grandi e uova in grès con la fermentazione separata delle varie parcelle suddivise in vari villages della Cotes de Blancs. Per ora producono solo 20mila bottiglie vendendo gran parte delle uve che coltivano e l’attenzione che mettono è enorme.

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Champagne Domaine Dehours – Grande Réserve Mareuil-le-Port (Vallée de la Marne)

Un vino che dichiara subito di che pasta siano fatti gli champagne di Jerome Dehours con la predilezione per il meunier e la voglia di farlo apprezzare ad un pubblico sempre meno diffidente. L’assemblaggio di questo champagne è complesso e raffinato perchè partendo da una formula 60% Meunier 30%Chardonnay e 10%Pinot Noir si sceglie un lungo tempo sui lieviti, fino a 27 mesi a seconda dell’annata di partenza, ma soprattutto l’utilizzo di una solera (per almeno un 25% del totale) come vin de reserve, una solera nata 25 anni fa.

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Le ricette di Paolo Gori con gli Champagne di Natale

Abbinare lo Champagne non richiede doti particolari di inventiva ma occorre almeno seguire alcune piccole regole per far esprimere al meglio la piacevolezza della bollicina più preziosa al mondo. Che ci crediate o no, la cucina toscana è decisamente adatta a questo vino per la sua intensità, semplicità e nettezza di sapori ma rimandi mai troppo speziati o energici. Nel corso delle nostre serate offriamo sempre nuovi spunti di abbinamento a seconda che si tratti di champagne a base chardonnay, meunier o rosè e a seconda del loro dosaggio.

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