trotto

A day at the races

Prendo a prestito il titolo di uno dei più bei dischi della storia della musica per descrivere il gusto, l’atmosfera e la magia che per un giorno hanno restituito vita ad uno dei luoghi meno conosciuti di Firenze, ovvero l’Ippodromo del Visarno, quello del trotto per gli appassionati. Ne avevo ricordi offuscati e del tutto sommersi che sono riapparsi come in un flash quando con mio figlio mi sono avviato al gabbiotto delle scommesse per puntare su Special TGRF, il cavallo abbinato alla nostra Trattoria. Vedere tutto con gli occhi di un bambino non sempre è possibile ma ieri l’emozione di mio figlio di fronte al verde, ai cavalli, ai rituali degli scommettitori e ai pranzi delle famiglie sotto la tettoia, la coda per il caffè, la campanella dei “cavalli in pista” e lo scandire dei secondi alla partenza con la macchina con i cancelletti che si avvia sulla pista mi ha immerso in una atmosfera d’altri tempi quando uomo e cavallo da corsa avevano un altro significato.

Ogni anno il primo venerdì di Marzo in Trattoria beviamo il Sassicaia e facciamo una cena in onore di questo vino mitico che però non sarà forse mai famoso come Ribot, il cavallo della Scuderia degli Incisa, razza Dolmello Olgiata, capace di vincere tutte  e 16 le gare in cui partecipò compresi due Arc de Triomphe a Parigi. Mi passava tanto oggi per la testa mentre nei locali dell’ippodromo tra una gara e l’altra si potevano visitare i banchi dei locali storici fiorentini, dai trucchi e parrucche fino al gelato passando per il Museo di Galileo, i fiori, le terrecotte, le tipografie, i vinai, gli occhiali, i libri.

Per l’occasione del Palio era tutto pieno di famiglie e di appassionati, insieme mescolati e in tranquillità a divertirsi facendo il tifo per il cavallo con la propria pettorina. Una scommessa, qualche corsa a urlare e tifare, un piatto di ribollita, un bicchiere di vino , il caffè e un sigaro sotto la tettoia mentre le Madonne Fiorentina compivano i propri volteggi.

Oggi l’ippica è in grave crisi eppure lo Stato incassa dal gioco d’azzardo ogni anno quasi il 30% in più di quello precedente e nonostante tutte le considerazioni che si possono fare nel trattamento dei cavalli io riesco a percepire l’ippodromo come un luogo immensamente più sano e al limite anche educativo rispetto ad una qualsiasi sala slot o sala scommesse di città. Ho visto mio figlio scommettere i suoi due euro e gioire nel vincerne altrettanti e altrettanto tranquillamente dire: “Babbo, basta così voglio fare un regalo a mio fratello”, non ho visto nessun demone in agguato perchè quello che tutti respiravano era un’atmosfera di festa di paese e di grande famiglia.

Ma che ci volete fare, noi esercizi storici poi in fondo siamo sempre i soliti noiosi tradizionalisti .