Tutti i vini di #Socialist | il gusto verticale della rete e la ricerca del carattere

La presentazione ufficiale e l’assaggio dal vivo della prima carta dei vini “sociale” ovvero costruita sulla rete dagli appassionati di vino che si incrociano ogni giorno su twitter, facebook e blog ha messo sul tavolo alcune proposte interessanti, personali e di indubbio valore. Di certo con i vini presentati non si rischia la noia, ma sono davvero vino in grado di stimolare la curiosità o sono solo perle enoiche per palati ultraraffinati e alla ricerca del “famolo strano”?Qui le nostre note d’assaggio con accanto ad ogni vino il blogger che lo ha proposto:

Rossese Poggio Pini Tenuta Anfosso 2009 Luca Risso
Colore scarico limpidissimo, naso di rosa e frutta rossa di bosco e anche no, caramello e caramella, bocca netta e schietta, che mette sete e ingaggia il palato, semplice ma persistente.

Aglianico del Taburno Cantina del Taburno Bue Apis 2004 Alessandro Marra
Ricco e quasi sfacciato, pepato e speziatissimo quasi da syrah, roccioso e intrigante, bocca scura di mora e mirtillo, tannino soffice e finale appuntito, sontuoso ma non invadente, un velluto avvolgente e molto dark. Leggete anche la bellissima degustazione di Chiara Giovoni su Appunti Digòla

Colli Berici Tai Rosso Riveselle Az. Agricola Conte Alessandro Piovene Porto Godi 2010 Davide Cocco
Fragola e lampone squillanti, colore trasparente e scintillante, bocca dinamica giovane e dal finale da pischello entusiasta

Barbera d’Asti DOC Superiore 2007 Cascina Tavjin Luigi Fracchia
Filo di lacca, dolcezza e confettura di mirtillo, pepe e cannella, chiodo di garofano, bocca più dritta, bevibilissuma, cangiante terrosa e umorale, di carattere. Relativamente giovani vigneti ma zona particolare in genere molto altalenanti.

Faro Palari 2007 Azienda Agricola Palari di Salvatore Geraci Massimo Lanza,
Inconfondibile e mediterraneo nel midollo, mirto alloro cassis e pepe, bocca meno impattante e più sottile che compie il miracolo di bevibilità. Un piccolo mondo dentro con un susseguirsi di spezie dolci ombrose e allegre che impressionano.

IULI Pinot Nero Nino Monferrato Rosso 2008 Dan Lerner
Ridente e sottile, molto dolce di fragolina di bosco e tabacco biondo, bocca da pinot con tannino con lieve rugosità che peró non stona. Finale con lieve alcol ma che tiene benissimo.

Fumin Vigne de La Tour Les cretes 2007 Fabrizio Gallino
Cupo e rosso terriccio, naso floreale e dialtura, freddo sulle prime poi si scalda con mela, ribes rosso , bocca che stimola e spinge su acidità tipica valdostana, da bersi di volata ma che svela complessità inaspettate.

Recioto della Valpolicella Leonardo Cecchini Corte Matio 2007 Giampiero Nadali
Frutta sotto spirito e cassis, spezie incenso anice e alloro, bocca prodigiosa, aspra rugosa e quasi secca come impatto, persiste e insiste nel palato chiedendo cibo o pace, tannico e da tavola, un recioto che racconta il territorio in maniera schietta e rurale.

Sagrantino di Montefalco Antonelli 2005 Jacopo Cossater,
Carnoso laccato, cardamomo e alloro, tabacco, frutta delicata e armonica, bocca ancora in fasce che non si dispiega.

Soave Ca’ Visco 2010 Coffele Maria Grazia Melegari,
Vulcanico e floreale, soffice e cremoso, lavanda tiglio e sambuco, incantevole, bocca in evoluzione ma piacevolissima appena dolce come sensazione e ritorni di sapidità inaspettata .

Brezza d’ estate Colli Tortonesi DOC Timorasso 2009 Cascina I Carpini Paolo Carlo Ghislandi,
Giallo fosforescente, naso ammandorlato e di canfora, floreale e affumicato, bocca pepata, finale da distendersi ancora ma di un frutto sapido che colpisce.

Vermentino Maria donata bianchi 2010 Filippo Ronco
Erbe aromatiche, iodio e sale, roccia e salsedine di nuovo, bocca minerale e con pesca bianca dolce che viene fuori solo in bocca sorprendendo, carattere ligure e marino, preciso ed emozionante.

Vigna delle Oche Riserva Fattoria San Lorenzo Verdicchio 2007 Chiara Giovoni
pietra focaia e senape, minerale e pesca gialla, bocca gialla polposissima e profonda, senape curry frutto candito, un mondo intero di giallo e bianco a puntini neri, incredibile.

Fiano di Avellino Pietracupa 2009 Massimo D’Alma,
Solare ma senza eccessi, affilato e chiuso in s’è anche in bocca fa fatica a dispiegarsi, ma la stoffa la materia e la ciccia ci sono eccome e il finale rapisce finendo in una capocchia di pepe bianco.

Faccoli Extra brut Franciacorta Lucia Barzanò
Floreale bianco , bocca citrina e appuntita, pompelmo filo di legno e uva spina, vispo e d impatto, coccoina, dissetante e sapido lontano anni luce da certi modelli zuccherini, residuo quasi assente.

Difficile dire se questi vini abbiano o no qualcosa in comune, sicuramente la famosa verticalità o per meglio dire la grande acidità, il rifiuto quasi perentorio di scorciatoie e di piacevolezze immediate pare essere comune quasi a tutti. Con forse le sole eccezioni del Faro Palari e dell’Aglianico Bue Apis, si tratta di vin molto asciutti, eleganti e quasi esili come struttura, soprattutto votati alla piacevolezza di beva e ad una certa austerità nei toni.

Vini forse volutamente scelti e votati proprio in virtù di queste loro caratteristiche e che vanno a formare una carta dei vini oggettivamente non facile da proporre ad una clientela che non sia un minimo smaliziata ed esperta.

Ma se stiamo parlando di espressioni autentiche e sincere di alcuni dei migliori e più personali terroir italiani è una carta tutta da bere e ribere con gusto e voglia della scoperta senza timore di rimanere delusi, sono vini che raccontano e aprono le porte a viaggi discussioni e piccoli mondi affascinanti.

8 thoughts on “Tutti i vini di #Socialist | il gusto verticale della rete e la ricerca del carattere

  1. Enofaber says:

    Ciao Andrea, ovviamente sono dispiaciuto di aver potuto partecipare ma ero in altre faccende affaccendato… 🙂
    Ovviamente mi soffermo sulla VdA e mi compiaccio nel leggere le tue note. Sì, la verticalità e la complessità appartengono al Fumin e a quella terra aspra che è la Valle. Secondo il mio modesto parere è un vino che potrà regalare grandi sorprese ed emozioni anche nel corso del tempo. E Les Cretes, assieme ad altri produttori meno conosciuti ma non per questo meno interessanti, è uno dei migliori rappresentanti della Valle.

  2. Andrea Gori Andrea Gori says:

    grande vino in effetti ma qualche problema di apertura e riduzioni appena versato…e in ogni caso grande affascinante (e complicato) a servire e proporre…

  3. E’ una scelta non convocare l’ex granducato, oppure di vini toscani socialisteggianti non se ne trovano più essendo passati alla borghesia e chi gioca a fare il contadino nelle bisacce porta sempre dietro le scarpe nere a punta?
    Il terrore non è nè essere borghesi nè contadini ma la solita via di mezzo e come suol dirsi, a mezzo non è buona nemmeno la messa!

  4. marco monaci says:

    ciao andrea p
    la scelta di non inserire la toscana è data dal fatto che #sociaList nasce proprio per aiutare la carta dei vini della Locanda del Glicine a uscire dalla toscana e affacciarsi verso nuove regioni e doc e lei fino ad ora sconosciute. di vini toscani in carta ne abbiamo parecchi e non sentivamo l’esigenza di inserirne di nuovi. la toscana inoltre, per un ristorante toscano, merita secondo noi un discorso e magari (perchè no?) una #sociaList dedicata.
    ciao
    marco

  5. Dan L. says:

    Bravo come sempre Andrea, tempestivo, preciso, succinto. E tutto rigidamente su smartphone, paperless!

  6. Andrea Gori Andrea Gori says:

    grazie dan, come sempre LESS is more!!!

  7. Bella idea una lista socialista toscana (non è per altro, ma in inglese non mi viene) fuori dai soliti schemi.
    Piccino spesso è bello anche se con un adesso un poco travagliato..

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