Una degustazione “geniale” per il Genio Fiorentino a Palazzo Medici Riccardi

Questo pomeriggio bellissimo momento per il vino toscano (alcune foto qui su Flickr) con una delle degustazioni più particolari cui abbia mai partecipato. Grazie a Leonardo Romanelli (che mi ha pure dato inconscientemente la parola) ci siamo ritrovati in circa 80 persone nel bellissimo cortile del Palazzo Medici Riccardi (sede della Provincia di Firenze, e difatti l’ex scout Matteo Renzi è venuto a salutarci) per degustare alcuni dei vini fiorentini e toscani più classici e importanti del nostro terroir e soprattutto ascoltare dai produttori (presenti di persona a presentare i propri vini) il perchè di una etichetta e l’idea presente nel vino.

Geni DiVini” è stata una degustazione particolare non solo per l’altissimo livello dei vini proposti ma anche per il fatto che non è stata data la solita e forse scontata enfasi su profumi, riconoscimenti, acidità e tannini (anche perchè i vini presenti erano tutti già molto noti ai frequenatatori del settore) ma sull’anima e sull’idea dietro il vino. E così è stato veramente piacevole e coinvolgente assaporare il Tignanello 2005 con Renzo Cotarella che ne ripercorre le origini, Manuela Stucchi Prinetti che ci svela i segreti del nome del Sangioveto 2004 (una delle migliori versioni di sempre!), Giovanni Manetti che ci racconta il concetto di agricoltura da cui nasce il Flaccianello 2004 (un tripudio concentratissimo di note speziate sontuose), Marco Pallanti che ci parla di terroir del Chianti Classico Castello di Ama 2004, John Matta che ci spiega come mai il suo Merlot in purezza FSM 2004 è così caro e prezioso, Francesco Ricasoli come mai nel sui Casalferro 2004 Gaiole vince sulle uve internazionali, Biffi che ci racconta del perchè Lapo Mazzei ha così insistito nel creare il Castello di Fonterutoli 2004, e Lamberto Frescobaldi che ci presenta il suo monumentale Chianti Rufina Riserva Montesodi 2005 (insieme al Sangioveto secondo me il miglior vino di oggi per struttura e prontezza). Nessuno ci ha parlato di enologia, di barrique, di fermentazioni e di profumi di frutta rossa ma ci siamo alzati dal tavolo tutti con un’idea dietro ogni bicchiere, il che a volte è veramente molto più importante dell’esegesi che in genere si fa del vino. Al termine della degustazione siamo stati invitati ad alzarsi dal tavolo con il vino che volevamo accompagnare all’aperitivo con salumi del Falorni , Mortadella del Pasquini (portata da Alessandro di ‘Ino) e un notevolissimo Reggiano 36 mesi. Molto istruttivo osservare con quale vino si sono alzati la maggior parte degli ospiti, che ovviamente non vi dirò nemmeno sotto tortura!

Qua sotto vi riporto il saluto di Leonardo Romanelli che ringrazio ancora dell’ospitalità e cui faccio i complimenti per l’idea e la capacità organizzativa come al solito notevole.

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Saluto Romanelli Genio Fiorentino
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