Uomo, manico o terroir | Una certa idea di Chianti Classico con Paolo Cianferoni

Se ne è discusso di recente su Intravino di come nella definizione di terroir finiscano per entrare giocoforza l’uomo che fa il vino o, al contrario, che forse sarebbe meglio escluderlo perchè molti vini oltre a rispecchiare il terreno il clima e il vitigno, finiscano per rispecchiare la mano di chi lo fa e le idee che hanno sulla vita, sulla natura e sulle persone. Prendi per esempio Paolo Cianferoni, una di quelle figure che riesce sempre difficile, nel bene e nel male, separare dai vini che fa. Prendi tre annate a loro modo grandiose, forse irripetibili, e cosa ottieni? Ottieni tre vini dove l’annata si sente ma si sente come sottobosco di materia prima da plasmare e addomesticare, da forgiare nella forma vino senza compromessi se non quelli con sè stesso.

Ecco ad esempio questi tre piccoli prodigi da tre annate diverse ma tutte grandissime come 1988, 2001 e 2004 del Il Caparsino che a dispetto del nome rappresenta l’etichetta forse più importante di Paolo, spesso alla pari con il Doccio a Matteo, cru aziendale personalissimo dove l’annata regna sovrana:

Caparsino Caparsa  Chianti Classico Riserva 2001 (13%)
Frutta quasi gialla, Umami, bosco e brodo appena,  Bocca non risoluta attorcigliata su asprezze, vitale nervoso finale di tabacco. 86

Caparsino Caparsa Chianti Classico 1988 12% (!)
Seducente, ricco e ammaliante, tartufo e lieve fumè, anice, sambuco, frutta sotto spirito, bocca delicata sontuosa, felpata , ancora fresco e luminoso.  94

Caparsino Caparsa Radda Chianti Classico Riserva 2004 (13%)
Completamente diverso da ogni 2004 che abbiate assaggiato
Nervoso e cianferoniano, bocca da sciogliersi ma piacevolissimo , finale d arancio e viole elegantissimo che ci dice di aspettarlo ancora…91

Vini attorcigliati, cupi con tratti solari, esattamente riflettenti la personalità di Paolo, geniale ma umile, sicuro di sè ma alla mercè degli elementi che accetta senza lagne e piagnistei credendo ogni volta fino in fondo al territorio meraviglioso dove si trova a lavorare. Leggete quanto dice sull’ultima vendemmia e capirete il personaggio.

Per tutto il resto, ci sono i suoi vini che spesso e volentieri parlano da soli a chi vuole ascoltare.