Day 2 Amsterdam: esperienze sensoriali…

Ovviamente non quelle che pensate voi…ma oggi pomeriggio alle 14 dopo la mattinata di lezione (come al solito penso piu interessante per me che per i miei studenti) la mitica Barbara (blogger di lungo corso per MammaAmsterdam e  pure in passato collaboratrice per il Gambero Rosso e varie istituzioni italiane come ICE e Camere di Commercio, mamma polacca e babbo abruzzese, sposata ad un olandese e ora completamente integrata nella societa’ grazie alla nuova bici a tre ruote station wagon) mi porta a pranzo fuori in un banalissimo e misconosciuto posticino Surinamese. Ma il mangiare e’ incredibilmente buono con una minestra gelatinosa con dell’uovo galleggiante in mezzo a funghi carne e spezie varie e del pollo e agnello da leccarsi i baffi. Peccato che ci abbino una ginger beer saponosissima e rovino tutto (ma la scelta era tra una Fanta Cassis e un Red Bull quindi non mi lamento). 

Piccolo tour nel mercato in mezzo agli aironi (!) che zampettano sui tetti delle case tra bancherelle che vendono frutta e cibi per lo meno esotici e sosta al Bazar, vecchia sinagoga riadattata con l’interno appunto a bazar orientale coloratissimo e intrigante. Me lo segno per un pranzo futuro, pure i bagni valgono una visita! Ok troppa cultura finora quindi tappa forzata al Rijkmuseum (saltando Van Gogh che non mi ha mai convinto del tutto…) che chiude alle 18 ma ha avuto la grandissima idea di ristrutturarsi completamente e ha quindi sparpagliato i vari quadri per l’Olanda lasciando pero’ qui i Masterpieces. Ho quindi l’occasione di stordirmi alla Stendhal davanti a Vermeer e la sua Sguattera e soprattutto una buona mezzora davanti a The Night Watch…che poi non sarebbe proprio di notte visto che l’hanno chiamato cosi’ ai tempi in cui era coperto da un notevole strato di fuliggine e sporcizia. Ma e’ soprattutto interessante cercare di capire come mai questo quadro sia cosi’ famoso. E secondo lo e’ per un motivo alla Blade Runner, ovvero che non lo vediamo come l’autore lo ha pensato. Nella stessa sala viene presentata una copia fatta all’epoca e ci fa vedere come nella parte sinistra manchini un buon 15% di quadro (tagliato per spostarlo in un’altra sala). Ecco perche’ la Ronda di Notte sembra un quadro con le proporzioni particolari e con simmetrie che non tornano o che comunque lo rendono impossibile da guardare con un occhio “standard”. Insomma Rembrandt lo ha dipinto con alcune proporzioni “normali” ma noi lo abbiamo sempre visto in realta’ con un taglio che ne altera e non di poco gli equilibri rendendolo in qualche modo meno accettabile dalla nostra percezione. Per spiegarlo meglio vi riporto qui una copia inglese che mostra il lato mancante. Si vede male ma credo che si noti che la dinamicita’ del quadro e’ completamente diversa e trasmette molto meno movimento e la ronda non sembra cosi’ uscire dalla tela come nella versione “tagliata” di Amsterdam…E per spiegare il paragone con Blade Runner, non mi dite che a voi sono piaciuti gli inserimenti a base di unicorni galoppanti nella Director’s Cut!

A parte Rembrandt, la collezione e’ davvero impressionante e bellissima e presentata alla perfezione da guide audio e pannelli. Rimango anche folgorato dal Cigno Minacciato di Jan Asselijn  e il Bambino Malato di Gabriel Metsu con il suo taglio diagonale tra colori chiari e scuri.

Rinfrancato e rigenerato dalla grande pittura olandese del 1600 vado in un’altra grande istituzione olandese ovvero la Bols, storica azienda di Gin Genevrier e liquori da cocktail con una gamma impressionte di prodotti ma soprattutto con una casa museo dove condurre le proprie esperienze sensoriali e gustative in sale apposite. Guardate che meraviglia questo odorama con 35 essenze realizzate veramente bene (ne ho beccate quasi 20 giuste su 35)…E la mostra continua con la sala dei Gin e Genevries con tutte le ricette e i modi di produzione e infine pure la possibilita’ di costruirsi il proprio cocktail e vederselo servito al termine del tour.

A me esce un bel mix di Bols Creme de Cassis (che sa obbiettivamente molto di Syrah Relentless di Shafer) e Genevrier antico, con succo di mirtilli e more. Rinfrescante e un po’ alcolico ma siamo comunque in pomeriggio inoltrato. Quindi smaltisco la botta di Bols sul tram numero 5 che mi porta ad Apolloan. Giusto 15 minuti a piedi in mezzo a case da 5-6 milioni di euro cadauna e un po’ di passerella di Audi, Range Rover, Aston Martin e simili. Comincia a fare freddo ma per fortuna sono quasi “a casa” ovvero nel lussuosissimo e accoglientissimo Hilton dove ovviamente quasi tutto il personale e’ italiano e ti coccola in ogni occasione. A cena volevo fare una scappata dalle Cinque Mosche seguendo un altro consiglio di KelaBlu ma preferisco la compagnia di Antonino, siciliano maitre del Roberto’s e allievo del corso di Sommelier, che mi prepara delle taglietelle spettacolari saltate in una forma di parmigiano intera smezzata e flambate con Vecchia Romagna. Accompagnate da un Prosecco Belussi e un Cannonau Riserva Sella e Mosca 2004 sono un bell’inizio. Si prosegue, grazie al sommelier gentilissimo e preparato, con un Barbaresco Parusso 2003 che fa la sua figura sul vitello arrosto in salsa con erbe e sale. Gran finale con tortino caldo al cioccolato e gelato al cioccolato bianco e menta serviti con Ben Rye Donnafugata e un Soave Passito notevole. Sono le 22 ma scappo ancora un attimo fuori per andare a bermi il Genevrieres della staffa nel mito caffe’ Hoppe in pieno Spui, uno dei piu’ genuini brown cafe’ rimasti ad Amsterdam.

Pfui…per adesso e’ finita, meno male che volevo riposarmi quassu’!