Diriola, ricetta del XVI secolo per una creme caramel in crosta e Latteruolo dell’Artusi

Questa semisconosciuta “Diriòla” l’abbiamo riproposta con gusto e piacere durante il pranzo dei Vinibuonid’Italia lo scorso sabato e la domanda più ricorrente era proprio che cosa fosse questo piatto misterioso. La Diriola è la nonna del ben più famoso crème caramel. Questo dolce è molto simile a quello che l’Artusi descrive come latteruolo che prevede di proteggere con la pasta un semplice latte alla portoghese. Il motivo è semplice: la regolazione dei forni non era agevole e spesso si finiva per bruciare il tutto, specialmente in pasticceria dove lo zucchero tende a caramellare.  Oggi proviamo a riassaggiare come poteva essere il crème caramel:DIRIOLA – (adattata da  A tavola nel Medioevo di Edizioni Laterza)

Ingredienti
per la “Pasta “Brisée” : 250 gr. di farina, 125 gr. di burro, sale, acqua ca. 75 g.
per il “Ripieno” : 1 l. di latte, 200 gr. di zucchero, 6 rossi d’uovo, acqua di rose, 1 bel
cucchiaio di cannella in polvere, un po’ di farina
Procedimento

Far bollire il latte per un’ora con l’aggiunta facoltativa della buccia di mezzo limone e di una bacca di vaniglia aperta e farlo raffreddare.

Impastare la pasta brisée e lasciarla in luogo fresco per un’ora o due. Stenderla e foderare una teglia, riempirla di fagioli secchi e cuocere a 180° per venti minuti circa.

Montare in una bastardella i tuorli con lo zucchero, poi un pizzico di sale e un cucchiaio da minestra di cannella in polvere (se pensate che i vostri ospiti non ne apprezzino troppo il profumo forte, riducete la dose).
Aggiungere il latte bollito e freddo, colare il tutto e versare la crema nella pasta precotta.
Proseguire la cottura in forno caldo (sempre 180° va bene) per ancora 45 minuti circa, controllando la cottura con uno stecchino. Quando il ripieno si è rappreso, cioè quando trema leggermente tutto insieme nel muovere la diriola, il dolce è pronto.

Toglierlo dal forno e spruzzarlo con acqua di rose.