giancarlo gariglio

Vernaccia di San Gimignano e Rebula Slovena Brda, vitigni, stile e territori a confronto

Per quest’anno Giancarlo Gariglio, curatore della guida dei vini Slow Wine, decide di abbandonare la gettonatissima Francia e di portare nella città delle torri la Ribolla, anzi la Rebula dalla vicina Slovenia, della denominazione Goriska Brda. Due vitigni accumunati dal territorio integro puro e molto bio e soprattutto due vitigni assolutamente non aromatici il cui mosto fiore rischia è neutro senza una accurata gestione delle bucce. E soprattutto due vitigni che giocano le proprie chance nei confronti di consumatori con la loro mineralità, sapidità e capacità di rimanere lievi ma utili alla tavola pur non disdegnando interpretazioni più importanti grazie alla loro duttilità. (altro…)

Rebula del Brda e Vernaccia di San Gimignano così lontani così vicini all’Anteprima Vernaccia 2013 con SlowWine Gariglio e Giavedoni

Fabio Giavedoni e Giancarlo Gariglio hanno presentato a San Gimignano durante l’annuale Anteprima Vernaccia il confronto tra due vitigni molto più simili di quanto si pensi, ambedue vitigno molto duttili che danno rese limitate o grandissime, vini da battaglia e da pregio, sapidi e fini o grassi e opulenti ma il mosto di per sè in entrambi i casi è piuttosto neutro quindi l’uso delle bucce è fondamentale. Ma le analogie non si fermano qua… (altro…)

La Vernaccia vista dal Brda e la Rebula vista da San Gimignano, intervista parallela a Letizia Cesani e Jakoncic

Dalla Sala Dante (qui le foto) di San Gimignano Letizia Cesani ci parla della Ribolla del Collio Sloveno (Brda) quest’anno chiamata al confronto con la Vernaccia di San Gimignano,  vengono fuori analogie interessanti e caratteri comuni dovute a carattere del vitigno e capacità dei produttori di lavorare queste uve. (altro…)

Quelli che le Guide 2011 | Conservatorismo e innovazioni, la pace con il web e qualche idea per il futuro

In un mondo dove solo su Twitter più di 15 milioni di persone parlano di vino almeno 3 volte la settimana e in cui il 40% degli appassionati di vino discute su Facebook la sua ultima bevuta, e dove la Revue de Vin de France mette su stampa i link ai blogger più influenti, non deve stupire se la polemica guerra tra stampa e web (ben testimoniata da parole pesanti nelle edizioni 2009, 2010 di questo annuale ritrovo della critica enoica italiana) si sia quasi estinta da sola come un fuocherello sotto la pioggia del nuovo che avanza. La carta non farà più soldi, il web ancora non li fa ma i primi modelli di business interessanti ci sono e per fortuna la critica “old” si ricorda il loro ruolo e lo rivendica con forza, perdendo però ancora una volta l’occasione di sfruttare il grande vantaggio di conoscenze e professionalità che ha accumulato. (altro…)