Video Rece Metallica a Bologna: ecco perchè il metal è morto (ma lo amo ancora con tutte le forze)

Vi prego non fraintendetemi, non sono qui a scrivere che il concerto non è stato bello perchè anzi è stato allucinantemente intenso con tratti di pura estasi e punte di deliziosa malinconia miste ad esaltazione pura: insomma uno dei più belli spettacoli cui abbia mai assistito, con un palco enorme e uno schermo grande come mezzo campo da calcio in verticale che sparava nel buio ogni dettaglio, sottolineato da un regista in stato di grazia (di meglio solo i Sepultura di Roots a Roma di supporto agli Slayer e Sex Pistols e gli stessi Metallica nel 1991 al Monsters di Reggio Emilia di supporto – LOL – ad AcDc e i Queensryche di Sister Mary, vero Carlo?).

Già appunto il 1991. Era l’anno dei miei 18 anni e uscì, almeno da noi, in sordina il 45 giri (ancora niente CD per me ancora) di Enter Sandman e di lì a poco i Metallica avrebbero mostrato al mondo (e ai metallari) che il metal poteva essere l’unica e la vera lingua del rock. In pochi mesi riuscirono a riassumere tutto quello che le altre band avevano solo accennato e ne fecero un capolavoro di disco che rimarrà per sempre scritto sulla lapide del Metal (e tatuato per l’eternità sul braccio destro del Rock).

Stanotte è stato sotto gli occhi di tutti che i Metallica (nomen omen) sono il Metal personificato. E quindi sono la tristezza e l’incomprensione del metal kid “diverso” dai coetanei discotecari che si sente alla deriva, sono le tendenze suicide e depressive che accompagnano la nostra adolescenza (e stanotte c’era Fade to Black a ricordarcelo), sono i nostri amori, le nostre notti a ballare abbracciati, le nostre scelte “importanti”, il nostro cavallo di battaglia con la chitarra (e stanotte c’era Nothing Else Matters ), sono la nostra rabbia e l’aggressività verso un mondo che non ci piace (e c’era No Remorse a incitarci, “war without end“), sono la paura e il rifiuto della guerra (e c’era One a riesplodere nel cielo ancora una volta con la sua landmine) sono la nostra paura del buio e il fascino che ha su di noi la notte (exit light, enter night), sono quello che spesso non riuscivamo a dire al prossimo, ovvero So (fucking) what? Ok, poi c’era pure Master e Master of Puppets era ed è MASTER e basta.

C’era stanotte pure The Four Horsemen che all’epoca (con lo zampino di Mustaine) era un vero inno. Adesso c’è The Little Horseman ed è un body da neonato da 25 euro offical merchandise che ho comprato per mio figlio con la scritta sotto “Gather round young warrior now“. E’ solo una mia impressione oppure le magliette per bimbi sono comparse solo negli ultimi anni ai concerti metal? Dove erano 15 anni fa? Non è che per caso il popolo del metal ha fatto il giro di boa e ce ne stiamo lì a fissare sempre il solito periodo della nostra vita? E che magari siamo sempre i soliti ad ascoltare questa musica? E che forse, dico forse, ogni potenzialità più alta raffinata e artistica di questo genere è già stata sfruttata e immortalata nelle tracks dei dischi dei Metallica?

Si lo so, ho scoperto l’acqua caldo ovvero che il metal è un dinosauro sempre antico ed estinto ma come i veri dinosauri anche sempre maestoso e affascinante e sarebbe sciocco aspettarsi che si evolva in qualcos’altro.

Epperò mi posso dire fortunato di essere stato adolescente (e ora adulto) con loro, James, Kirk, Lars, Cliff e Jason.

Poteva andare peggio.

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Seek and destroy – ultimi 3 minuti concerto
[/coolplayer]