L’importanza di conoscere i profumi veri (si, ancora su Vini d’Elite…)

Se domenica non eravate tra le centinaia di persone che hanno affollato come ogni anno il Castello di Oliveto per Vini d’Elite, vi siete persi una sala davvero interessante sui profumi del vino e sul loro riconoscimento. Si parla spesso di manifestazioni che si trasformano in kermesse dove si beve tanto e si impara poco ma questa volta la Delegazione Val d’Elsa credo abbia fatto qualcosa di davvero speciale e meritorio. Nella stanzetta in fondo c’erano infatti due tavoli pieni di ampolle di vetro contenenti fiori, frutta, spezie e quant’altro siamo abituati a riconoscere e declamare nei vini. A differenza di altre occasioni non ci trovavamo davanti ad una boccettina con l’aroma sintetico o un estratto ma proprio con un pezzo di cuio o la famosa felce, un pò di humus, del tabacco trinciato, dei rametti di pomodoro, bosso. E sul tavolo accanto un piccolo test su 4 vini bianchi e 4 rossi da assegnare ad un vitigno (Chardonnay, Riesling, Sauvignon Blanc, Vernaccia e Sangiovese Cabernet Merlot e Syrah). Tutto molto semplice pulito immediatissimo (ma non so se ho indovinato tutti i rossi…).

E dopo aver provato a riconoscere i monovitigni nei bicchieri via di nuovo in sala ad assaggiare i 150 vini (alcuni davvero splendidi, i miei preferiti li trovate in questa galleria fotografica).

Anche per sommelier esperti e non alle prime armi non è mai facile rintracciare il materiale per allenare il proprio olfatto ed è stata davvero un’occasione importante per molti che si sono cimentati nelle prove. E per ricordarci a tutti che per imparare i riconoscimenti aromatici l’unico sistema è mepttere costantemente alla prova il nostro olfatto nella vita di tutti i giorni.

Certo poi se capitano queste occasioni…Grazie Luigi, rifacciamolo più spesso!