Bibenda day 2009: tutti i vini degustati (e qualcuno davvero sognato…)

Solita cornice impressionante di pubblico a Roma per il Bibenda day 2009, settimo compleanno della “rivista di vino più bella del mondo”. Tutto secondo copione (qui tutte le foto, via via nella giornata ne aggiungo) nel senso più positivo, organizzazione perfetta, tempi di degustazione esatti e precisi, moltissimo spazio a disposizione di ciascuno (il doppio quasi rispetto allo scorso anno) con il duplice vantaggio di poter usare il pc senza dar noia ai vicini e meno propensione alla chiacchera con i vicini, a tutto vantaggio della concentrazione sui vini. Battere tutte belle e coinvolgenti ma…… i rossi esteri con il Beaune 1959, il Vega Sicilia 1987 e lo Chateneuf Hommage a Perrin di quasi sola Mourvedre sono davvero scolpiti nella memoria di tutti.

Ecco le mie note di degustazione frammiste a quelle dei relatori spettacolari (Scrobogna, Billetto, Maestri, Castagno e Lauciani davvero uno più bravo dell’altro, come sempre uno dei segreti del successo del B-day).

Franciacorta Brut Sigillo Rosso Teatro alla Scala 2000 Edizione Unica
Sempre più elegante che potente pasta di mandorla e nocciola, pinot nero e chardonnay, annata medio calda ma interessante, finezza bollicine notevolissima, delicato e fragrante, floreali maturi, pistacchio tostato, avvolgenza, intrigante. Bocca pimpante, dolce , cuscinetto vellutato, souplesse, richiamo perfetto su frutta secca e floreale, quasi assente la frutta ma nessuno ne sente la mancanza! persistenze, acuto e freddo, notevole. Freschissimo, da berne a secchi…leggera nota caseica  che contrasta perfettamente con la mandorla.

Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1993 RD dic 2008
Note di brodo vegetale e verdura, salsedine e iodio, colore dorato, bollicina finissima, si polverizza in superficie, luminoso, mineralissimo, occa sapida e carnosa, tutta frutta, agrumi, zafferano, coinvolgente, assolutamente giovanissimo e pimpante, nessuna
ossidazione, più che eleganza, struttura  epotenza, completissimo. Note molto mature ma spina dorsale di acidità impressionante. Sapidità in crescendo, davvero da tavola. 1993 molto particolare, c

Champagne Brut Liesse d’Harbonville 1996 Ployez Jaquemart

Giovanissima, nel cuore della <champagne sia cote blanc che zona pinot noir, mosto base con spinta su ossidazione e legno spinto in barrique, forzando ossidazioni e tempi di maturazione su feccia, sempre più di 10 anni!  Color verde aggressivo, note di caramello e nocciola, caramella, leggero accenno ma minerale al naso salta fuori e si fa uasi nota affumicata e salina, non fatto per impressionare,  bocca salata impressionante (mai sentito nulla di simile) che ontrasta con la dolcezza del naso, tagliente e acido, persistenza agrumata prodonda e coinvolgente.

Rispetto altri 1996, tutti grandiosi per il XX secolo, 70%ch e 30%PNoir. Solo lieviti autoctoni. Sembra fatto ieri.

Champagne Brut Fuste Rosè Clos des Goisses 2000 (sb 2008)
Praticamente una gran marque, 600 mila bottiglie, molto diffuso nei grandi ristoranti, non ci sono prodotti base, antichissima prima ancora di metodo champenoise, stile in genere potente, spesso max ossidazione e legno, clos “de guas” è in zona dove inizia chard e finisce pn, la maison ha preso territorio con miglior ch e miglior P<n tra <ay e Ambonnay.
naso di fragola, caramella inglese, nocciola tostata, colore rosa cremosissimo, bocca lunghissima, sapida ma speziata, ribes rosso e mirtillo leggero, prugna, acqua di rose, parte elegante poi diventa più profondo, più deciso e fragrante, ma finissimo. Bocca piena e notevole ma manca un pò di emozione. Annata con bella struttura, calda ma non penalizzante per acidità, oro antico e rosa buccia di cipolla

Champagne Grand Cru Blanc de Noirs Brut Contraste Jaques Selosse
Di moda, anche troppo e il paradosso è che al 50% delle persone che lo assaggiano non piace <ma non l’ammettono, questo sarebbe perfetto per il tema…Da 15 anni ha acquistato >PN e ha cominciato a usare anche pinot nero (prima solo chardonnay n famiglia per cui contraste tipo darmagi di gaja). Quasi ambrato, naso vegetale ed erbaceo, poco ruffiano, ossidato. Ginestra caldissima, miele di tiglio, mazzo di rose, essenza floreale, fiori appassiti, note più normali come fragranza di lievito e mineralità  n bocca ancora più pieno e deciso, spiazzante, meno ficcante e intenso del Substance ma certo più soddisfacente, molto vinoso e avvolgente, da masticare più che da bere. Nulla di simile ad altre maison, artista particolare, non solo non si può omologare gusto, si deve valorizzare terroir al massimo , grappoli quasi a terra, potenza ed eleganza. 5 anni sulle fecce non tantissimo per la sua media, mosto in legno e metodo solera, la massima ossidazione possibile. potenza ed eleganza, profondità minerale.

Seducente vino di Francia che concentra il calore del sole e la luce del mondo…

Dovendo fare due nomi, Bellavista e Ployez Jaquemart con distacco, direi

Vini bianci

Gavi del Gavi 1989 La Scolca
uve cortese di almeno 60 anni , 90 vendemmie quest’anno, zona boschiva e da grano, vino semmai rosso. ghiaia , sabbia e argilla, dà struttura che cortese non avrebbe. poi ci sono correnti d’aria che ritardano vendemmia quindi più estratto ma comunque grande acidità e minerale. materia prima ricca e pien cantina uva viene vinificata con lieviti naturali ma ogni parcella separatamente, acciaio tantissimo , senza legno, però fecce molto permamenza. Ha 20 anni, ricordiamocelo! ma ossidazione assente anche nel colore, quasi sfumature verdi. Naso subito pietra focaia, frutta decisa, secca. Traccia minerali si ripresenta ed è molto evidente in bocca, ma acidità c’è ancora tutta. Anima dura e veloce ma anche morbidezza e ponderazione, finale di bocca con mela e frutta secca che non si acquietano. Notevole!
Daniela Scrobogna dice: Harry Potter…

Valleè d’Aoste Chardonnay Frissonière Cuvèe <bois 2002 Le cretes
Conduzione familiare con Costantino e figlia, molti ettari in varie posizioni, dagli 8000 ai 10000 ceppi, morenico glaciale  sciolto e sabbioso, terreno morenico non dà solo mineralità a chardonnay ma anche i petit arvine e i prie blanc. <chard dalla borgogna , molto in quota, acidità si sente tutto ma anche escursione termica è enorme (22 gradi tra giorno e notte!).  Presupposti per non avere ch burro frutta e tropici…10 mesi di legno e 6 mesi di bottiglia ma materia prima è chard di montagna. <oro verde bello luminoso, burro cotto, dolce appen sfornato,decisa mineralità e spezia, caramella di frutta,mandarino, pesca, legno non si sente. <bocca floreale, quasi rosa già sentita nel finale dell’olfattivo. <annata strana con ritardo di maturazione ma corpo e struttura decisi con sapidità dolce che emerge.
Daniela Scrobogna dice: un Fellini

Trebbiano d’Abruzzo Valentini 1996
C’è filosofia particolare, dagli anni ’50 , sperimentazione particolare ma adesso c’è questo equilibrio tra territorio, cantina e vitigno, botti grandi di castagno e quercia, italiane, poca solforosa, vino naturale, non filtrato e lasciata un pòdi co2. Annata difficile, molto fredda anche in agosto, 2 ottobre sotto la pioggia la vendemmia. Non facilmente riconducibile a schemi conosciuti, minerale e terroso, fiori bianci ma più sfumature insieme,. thè, rosa, paglia, fieno brodo, acciuga, macchia mediterranea, ginepro, pompelmo, cedro, cappero, erbe aromatiche, timo, nota ferrosa. Bocca piena e delicata, molte note accennate, molto in equilibrio, nota salina vince sempre e comunque.

Daniela Scrobogna dice:  struggente come Puccini e la Tosca vissi d’arte e vissi d’amore

Ermitage Ex voto 2005 E. Guigal
Cote du Rhone nordica, philippe guigal è figlio d’arte perchè seguiva il nonno in cantina, ora si fanno addirittura le botti in cantina! <ampus ha tutti i vini del nord ma ha possedimenti anche del sud Chateneuf du Pape. <ex <voto solo in annate straodinarie , vigneti di 50-90 anni marsanne e roussanne, da due cru di faglia ovvero con pilone di granito ma rivestito da detriti alluvionali, cailleux attorno  a pilone hanno fatto terrazzamenti quasi naturali. Ci sono anche altopiani di loess.
<vigneti <ermite e <mourettes da dove vengono questi bianchi sono di 1 ettaro ciascuno. Grande concentrazione  e grande annata, quasi oro, nota amara, legno da sistemare, nota dolce e vanigliata molto presente, albicocca, pesca pompelmo rosa. In bocca è  maestoso e monolitco, struttura rotanda un pò calda, troppo giovane.
Daniela Scrobogna dice: requiem di mozart

Riesling Auslese Wehlener Sonnenhur 1994 J.J. Prum
Dal 1496… già enologi, ma solo dal 1911 viene divisa tra Jon Jos Prum e Stephan . Ora c’è MAnfred Prum , solo 14 ettari ma 7 grand cru tra cui sonnenhur, ardesia magica, foglie grigio blu nera, permeabile e trasferisce luce a riesling, qui tutte viti ultracentenarie e a piede franco…tutto acciao e 94 annata strepitosa (tra 91 e 95 parecchie ). Maturazione tardiva, leggero dolce. Kerosene e minerale, poi sembra torba, agrumato, potente e completissimo al naso, leggero dolce, acidità alta, finale lunghissimo. dolcezza e acidità si combattono di continuo, lunghissimo ma in bocca resta sensazione di spremuta di agrumi sapida, effetto impressionante, E-N-O-R-M-E.  80 gr/litro di zucchero ma sembra neanche dieci, 9gr/l acidità fissa, un miracolo, non un vino.
Daniela Scrobogna dice:   wagner, walkirie

Montrachet Grand Cru 2004 Domaine Bouchard Pere et Fils
Altro vino di faglia monte rasato, collina con cru tutti molto vicini ma territori molto diversi. Faglia porta in superficie diversi strati tutti molto particolari. Qui c’è pietra più morbida di Chevalier, poi argilla e limo, meno pendenza e quindi chardonnay esposto est-sudest, clima semi mediterraneo. Già nel 1731 negociant di vino, pioggia agosto ma settembre molto asciutto. fermentazione in legno con malolattica, molta acidità, molto legno quindi. Grande colore, naso minerale e speziato dolce, sambuco , frutta secca, polpa di frutta, pan grillè, nocciola leggera, tutto molto in armonia ben integrato, in bocca è unico, non assomiglia a nessuno degli altri, chardonnay compresi, ha progressione coinvolgente fruttato e salino insieme ma acidità sta in disparte, alcol si sente, si allarga.
Daniela Scrobogna dice:  Futuristi e Marinetti

Pochi dubbi, il Prum di un’altra galassia, oggi, la stessa dove troveremo il Montrachet tra 10 anni.
(Mino Reitano : Il cielo è sempre più blu)

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=XB3TfBXUOKw[/youtube]

Cabernet Sauvignon Regaleali Tasca d’Almerita 1988
tra 400 e 700 mt slm, solo teoricamente in sicilia in mezzo al mediterraneo, contea di sclafani, continua ricerca di cosa può dare la Sicilia. Sicilia divenne visibile negli anni 80 con vini soavi leggiadri ed economici, come da poche altre parti in italia. Escursione termica 15 gradi , 1988 prima annata in assoluto. <terziarizzazione, humus, grafite, cuoio,foxy, leggero animalesco, poi però lentamente viene fuori note solari, macchia mediterranea, timo secco, origano essiccato. Cab regaleali è in genere concentratissimo , qui già nella prima uscita c’è tenuta tannica, tannino ben calibrato, ossidazione nobile, persistenza e sapidità mediterranea che interpreta benissimo il cabernet di queste latitudini.

Barbaresco Asili Riserva Bruno Giacosa 1996 Az Agr Falletto
20 ettari tutti tra serralunga, la morra e barbaresco poi altre uve acquistate nel ruolo di negociant (vedi lavoro su Arneis) , tradizionalista con lunghe macerazioni e legno grande e sempre nebbiolo austeri, severi e longevi. Asili con Rabaja i due più importanti, asili più raffinato, meno potente, collinetta in >Barbaresco, argille calcare e sabbia, ma cosa particolare è nel sottosuolo dove ci sono falde intrise di acqua salata e conchiglie fossili. Riserva prodotta solo nel 96 ma quella prima era del 1990, 40 mesi in rovere medie dimensioni. vendemmia 4-10 ottobre, in magnum.
Granato compatto, aranciato appena sull’orlo, delicatissimo e fine, elegante da morire, legno nobile, scatola sigari, ioccolato,liquirizia, mallo noce, foglie secche, inizio di goudron, poutpourry florelae, rosa, frutta sotto spirito, dolcezza, balsamico, alloro, rosmarino, e anche salmastro. In bocca è vivacissimo, tannino che accarezza senza graffiare, alcol presente 14%, sapidità, salato, bevibilità estrema. <ritorno floreale e concia di tabacco da pipa. GIOVANE ma monumentale.

Gajs Langhe Nebbiolo Sperss 1988

Era BArolo a tutti gli effetti…vigneti Serralunga, unione di due cru “,mi siun sperss” ho nostalgia del vino di mio padre, ci dice Angelo Gaja (quest’anno sono 150 anni dell’azienda!). Vulcanico a dire poco…lui però si considera artigiano del vino cioè uno che non si intende di nulla ma conosce un pò di tutto, una forma di modestia intelligente e che si è saputo ircondare da gente eccellente come guido rivella in cantina e altro.  4%, prima annata del Barolo un anno barrique un anno botte grande, granato luminosissimo. Naso impressionante, cera ,cipria , cera lacca, frutta fresca nera, marmellata fragola, ciliegie, sapido bello, morso tannico, ricordiamoci serralunga cru molto
austeri, vino pimpante, avvincente, solo un pò sopra le righe l’alcool.
ma è davvero magico come in un momento sembra un vino del 96 e un secondo dopo del 88,davvero grande.

Torgiano Rosso Riserva Vigna Monticchio 1977
Giorgio Lungarotti davvero un pioniere, per questo è stata creata DOC e poi DOCG ad personam, terreno medio impasto e sottofondo tufaceo, grosso gap in escursione termica, da sempre 70% sangiovese 30% canaiolo, qui mai un fardello, ma è anche un canaiolo molto diverso dal canaiolo toscano. Idea era di fare vino con legno poco e autoctono e molta bottiglia (usciva opo 10 anni, ora dopo 5 ma esce quando è pronto, punto). 1977 annata molto equilibrata. <naso sussurrato confettura ciliegie e more, punta di tabacco, liquirizio,muschio, incenso, viola essiccata, bocca fumè,tabacco pieno, fresco ancora, tannino presente lieve ovviamente. elemento più sorprendente è acidità ed è vino da tavola per cacciagione, ha classe e grinta. 12%

Chianti Classico Riserva 1971 Castell’in Villa
Prima annata del Classico, piccola chicca, 38 anni di vino, <castelnuovo Berardenga, siamo zona occidentale, tenuta di caccia con tenuta più fresco e rigido rispetto a parte orientale. Grande tannino e grande aciditàma anche longevità, non dovrebbe essere <sangiovese in purezza (almeno per legge…). Frutta secca, panpepato, panforte, mosto cotto, spezie, tartufo, funghi  humus ,caffè, frutta prugna, tabacco dolce, aristocratico ma timido, acidità notevole, tannino leggero, finale calibrato e perfetto.

I vini sono come le donne differente volubili misteriose…

E’ dura ma dico Giacosa tra i “giovani” e Castell’in Villa per gli oldies.

(Renato Zero e I Migliori anni della nostra vita…)

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=MTYcWO5JjZk[/youtube]

Chateau Angelus 2005 St Emilion
La moda passa di moda, lo stile non passa mai, dicono con coco Chanel nel website. Apprezzatissimo da Robert Parker e da James Bond (ma castagno non ci dice di chi dei due si fida di più sul vino). Ma parker è quello che ha cominciato a dire che in realtà oltre Cheval <blanc e <ausone forse altri meritavano la classificazione A. <monoblocco di 23 ettari, c’è campana perchè si sento 3 campane di 3 paesi vicini, al momento della preghiera dell’angela cab franc e Merlot, poco cab sauv. Età media di 30 anni, solo dai 12 in poi per il grand vin. 20mila bott del grand vin e solo 10 mila del Carillon. Rubino pieno compatto, riflessi giovanissimi, fase embrionale ma massa di estratto enorme ma già simmetrico, morbidissimo  e rotondo, accattivante e facile, <note di cassisi, torrefazione, netta grafite, floreale ,viola fresca, gomma pane. IN bocca si sente tutto l’estratto , è una salsa, denso, straricco olifenoli, medicinali, antiossidante, qualità dei ritorni retronasali, personalità notevole, acciughe, (sembra bolgheri…) stile sudista mediteranneo. Pulizia estrema non c’è lavoro in cantina, concentrazione naturalissima.

Chateau La Mission Haut Brion 2001
Annata rilassante, molto positiva, sottovalutata da USA, cru nato con il fiato sul collo della curia romana, storia tormentata, dalla fine del 1400, vino ricercato da tantissimi secoli. Siamo a Pessac, quasi in città (adesso). Stesso proprietario di Haut Brion dal 1983. 20 anni vita media delle viti. Bellissima tenuta roseto bellissimo, atmosfera mistica da  chiesa si trova solo alcuni anni, spesso è massiccio e corpulento, ma quando è grandissimo costa quando un Margaux. Grande  differenza non è dovuta ad enologia ma semplicemente a diversità e capricciosità del terroir.
Annata 2001 molto equilibrata, mai eccessiva. Mission 1945 secondo <niel <martin vino perfetto capace di portarti altrove, un mondo di sentori minerali frutta e fiori, nota selvatica amabile, uno dei vini più armoniosi  mai assaggiati. drink now?
Tessuto aristocratico, minerale, kirsch, alcol non si sente, tappeto di frutti di bosco, grinta vegetale, frutti selvatici, vaniglia ormai andata, carbone, aghi di pino, medicinale, mistica religiosa del posto. Bocca un pò austeram ancora in divenire, veramente all’inizio, ma persistente tanto.

Chateneuf du Pape Hommage a Jaques Perrin 2004 Chateau de Beaucastel
Rodano del sud, sensuale, materico, ricco, ornitorinco delle denominazioni, 13 vitigni e terreno incredibilmente vario, 4/5 Del territorio enormi blocchi di pietra grandi come meloni, quarzite, e nel mezzo viti ad alberello. Sono gli chateneuf  più longevi in assoluto, questa è adirittura una “superselezione” delle uve in base ad età delle vigne e loro produttvità. Qui vitigno più tradizionale non è  syrah e grenache ma il MOURVEDRE. Jaques Perrin padre dei due attuali proprietari, tecnica ” a caldo” ovvero con grappoli riscaldati a 80 gradi per 1 minuto e mezzo e poi raffreddati fino a 20 prima della pigiatura. Vino deve essere naturale, mai e poi mai la tecnologia deve compromettere carattere di un vino, e terzo <uno chat deve puntare a struttura, longevità e deve  avere mourvedre, e siamo nel 1954! Nel 79 fu fatto vino con 70-80% di Mourvedre, uno dei vini perfetti di Francia. Da allora  solo 11 altre volte è stato prodotto…
Piante vecchie, ovvero dal 1904, si ripiantano vigne solo su terreno dove NON ci sono state vigne da almeno 10 anni. Compost di letame di pecora e vinacce dell’anno precedente.
Annata non enorme come il 2005 ma sussurrata e introversa. Introversa un paio diXXXle…

Colore compatto carico tipico mourvedre, aso chiuso e strepitoso, grande bottiglia rodano difficile da leggere, lontano sentore di olive nere al forno, essenza mediterranea, macchia, mirto, olivastro, ginepro, garrigue, potenza alcolica, frutto rosso turgido e fresco, quasi floreale,nota liquirizia, bacche di bosco, il mitico blackcurrant. Bocca è magma semisolido, tannino bello, clamorosa qualità dei  ritorni retronasali, incenso, ambra.

Ribera del Duero Unico Bodegas Vega Sicilia 1987
Annata storica, sul Duero, Don Eloy re di azienda di 2000 ettari per bestiame, ma <eloy è il primo che decide di piantare vigna per fare brandy e ratafia. Dal 1915 Domingo Verramiola, Valle (vega>) Palos de la Santa Cecilia, che ha cominciato a are il vino tipo oggi. Dapprima solo cab merlot e pinot nero, da parecchi anni anche tempranillo che ora è la maggioranza. 5 anni di affinamento. due anni di tino di madera, poi barrique 2 anni nuove, 2 di legno, 6 di bottiglia…
Magnum e Doppie Magnum anche di più. 80%Tempranillo 10%Cabernert poi merlot e altri. 80 mila bott .Quasi ancora rubino, naso vicks vaporub, balsamico impressionante, anice,menta, erbe aromatiche, origano, timo, carne affumicata, caffè, minerali, fiori appassiti, cuoio in tutte le sfaccettature, tannino. Grinta gustativa notevole, vitalissimo, acidità , salivazione esagerata pensando anche al fatto che viene dalla Spagna…

Beaune  1959 Annata del Cinquantenario Leroy
(nota: qui Castagno è stato incredibile e bravissimo,vi metto su due video in serata che vale la pena guardarli per imparare come si fa…)

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=2Sw-Xgy7unc[/youtube]

Mèta di pellegrinaggio più che di visite… è però un vino che va giudicato in maniera crudele senza rispetto per l’età, messe in vendita ogni tanto (a circa 3mila euro a bottiglia). Deriva dalle vigne da cui premier cru
di beaune e due vigne village epinote e le pauts, quindi Beaune Village, denominazione bassissima in teoria. Uve selezionate da Lalou all’età di 27 anni, quando già dai 12 trafficava in cantina e riconosceva al naso tutti i cru di borgogna (era nata in una famiglia di importanti negociant divenuti proprietari di mezzo Romanèe Conti). Naso pazzesco, struggente e toccante speziatura giovanile incenso aloe, ambra, sandalo, mistico, cerca, incenso, radici, muschio, ruggine, liquirizia, dolcissima, ode al vino, artemisia, cola, caramello, bon bon violetta, terra, sottobosco, terra smossa, ossidazione e cose da giustificare per l’età è pari a zero. Stessa setosità e tessitura di giovane borgogna, scodata acida, commovente. Uve non diraspate.
Come avere 27 anni per sempre, insomma.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=BmTSfxUx8Zc[/youtube]

Vin de Costance 2001 Klein Costantia
Penisola sulla False bay, uve maturano in ottimale illuminazione e uve sanissime muscat de frontignan e altre uve muscat d’ambourg per tinta, sull’etichetta c’è sweet natural wine che non è scontato in realtà in genere. Profumi intensi e intensamente aromatico, mandarino, kumquat, sapidità, senso di mare, conchiglie, honeypoot lo chiamano qui e in effetti miele
è evidentissimo, ma mai stucchevole, miele di corbezzolo ma non stucchevole. <molto sontuoso ma in bocca molto meno dolce che al naso.

Riesling Beerenauslese Erdener Treppchen 2006 Dr.Loosen

Infanticidio ma impossibile trovare annate precedente, zenzero cannella spezie orientali. Vigne di 60 anni, questo ha scaletta nel pendio altrimenti non si potevano e non ci si potrebbe arrampicare. Cristallino brillante, lucente paglierino pallido, glaciale…, naso in cui bisogna scavare, lime , pompelmo, a confetto, intrecciate a pesca pomace mela verde, agrume sul mandarino, tropicale acerbo, sorbetto di agrumi, vena rocciosa. <in bocca è dolce ma passa in secondo piano perchè acidità non smette mai (sembra quasi frizzante!), si sente grassezza enorme ananas, erbe sassofrasso pera nettarina, limone, vena salina che aumenta, dinamico ma sempre raffinato, ricco opulento ma anche tagliente e preciso.

Acini Nobili 1993 Maculan
Non ancora doc, breganze ma non vicentino lamiera e industria ma quello della valle del Brenta. Mania per vini dolci dopo Picolit e Veronelli, grande dosaggio della muffa, non semplice altrimenti si va sullo stucchevole, 170 gr/l zucchero. Vespaiola. Iodato da botriute, miele acacia, uva passa, pietra focaia, dolce non dolce perchè pieno dolce viene sminuito dall’acidità. Ci sono anche giuggiole, zafferano, cannella, zenzero, bocca fantastica a dir poco…

Ecco infine il servizio sul TG5 di Giacchino Bonsignore

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=hcs5uRB10zM&feature=channel_page[/youtube]

11 thoughts on “Bibenda day 2009: tutti i vini degustati (e qualcuno davvero sognato…)

  1. Fiorenzo says:

    Solo una cosa al volo, visto che hai fatto un lavorone monumentale e ci sarebbe un sacco da commentare: con Selosse sei andato giù duro e hai scritto proprio ossidato. Hai sentito altri pareri così severi? Perché a ‘sti punti è davvero il caso di dirlo, che non piace ma non hanno il coraggio…

  2. vignerei ma non posso says:

    completamente ubriaaca alla fine della lettura…..ma felice

  3. Andrea Gori Andrea Gori says:

    @fiorenzo, ossidato in senso buono ma ho deciso che Selosse va troppo di moda per parlarne bene anche io quindi sono tra quelli cui non piace per atteggiamento. E in ogni caso sono sempre così strani che non sai mai se ci è o ci fa…
    Comunque se me ne offrono…

  4. Santolo says:

    Ciao, ieri c’ero anch’io per la prima volta… tra pochi mesi spero di passre l’esame di sommelier proprio all’Ais di Roma e non sono certamente all’attezza di giudizi insindacabili…Devo dire però che Selosse (inseime a Philipponat) mi hanno impressionato (fors’anche perchè non li avevo mai bevuti).
    Per i b ianchi devo deire che tutta sta sapidità salina degli Chardonnay comincia a starmi stretta …perciò salto all’emozione che mi hanno dato in ordine crescente:
    Torgiano
    La Mission Haut Brion
    Beaune…
    Non immaginavo… e poi Castagno mi ha scaldato il cuore per il connubio di conoscenza ed allegria…
    Grazie

  5. Croz says:

    Però Castagno non ha detto che il Beune della Leroy costa tremila euro a bottiglia, e la cosa non risulta nemmeno a me difatti. Le vecchie annate di questa categoria in rilascio costano circa intorno a “350/400” euro a bottiglia.

  6. Andrea Gori Andrea Gori says:

    che costa quella cifra l’ho sentita da membri dello staff poi se non è vero non lo so. Se me ne trovi una a 300 compramela!

  7. Walter says:

    Andrea, avendo saltato per un’influenza il Bibenda Day nessuno può ringraziarti più del sottoscritto per questo articolo e i video allegati…
    Tra l’altro leggo con interesse da qualche mese i tuoi articoli su Business People.
    Ciao.

  8. Andrea Gori Andrea Gori says:

    di nulla walter, anche per me è un modo di rivere qualche momento di un pomeriggio davvero bello, ma saprai rifarti! e complimenti per le lettura su Business People! 😉

  9. Andrea says:

    HELP ME!!!!! Devo trovare un abbinamento per Clos de guas (goisses) 1999….. pensavo a quaglie alla cacciatora…. oppure anatra all’arancia… ma per un motivo o un altro non mi convincono!!!!

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