Champagne e Yacht: raccomandazioni di stagione su Open&Fly di Giugno

Mettetevi voi nei panni di me che ricevo una richiesta stile “Quali consigli e precauzioni devo prendere per bere Champagne in barca?”. Immagino non turbi le vostre notti però è una domanda che ha un suo bel perchè, giornalisticamente parlando, e soprattutto non è affatto banale rispondere. Poi se uno si concentra in effetti ripensando alla vita in barca con i suoi rumori, odori, scomodità piccole e grandi, inconvenienti vari, vengono in effetti in mente alcuni consigli riguardo servizio, bicchieri, conservazione e ovviamente abbinamenti al volo. Su Open & Fly (di Editrice Mare) di questo mese trovate ben 6 pagine su Champagne e Metodo Classico oltre a due pagine di tricks per godervelo al meglio. Ma dato che non credo rientri tra le vostre letture abituali, ve ne riporto alcuni passaggi fondamentali.

In barca, secondo la sua esperienza, il consumo di champagne? è frequente? Perchè?

Perché si  tratta di un vino fresco,trasversale,versatile  a tutto pasto,  profumato e quasi sempre di ottima qualità perché prodotto con il metodo classico, ottenuto con la doppia rifermentazione in bottiglia . Inoltre le bollicine inducono alla festa, all’incontro, alla condivisione, elementi quasi essenziali dello stare in barca. E anche perché anche se non ce ne rendiamo conto il mare ci inebria nella stessa maniera dello champagne ovvero usando la schiuma delle onde per veicolarci i suoi odori e profumi esattamente come il vino lo fa tramite le bollicine. Quindi non solo una analogia sullo stare insieme ma anche sul modo di solleticare e stuzzicare i nostri sensi.

Dal punto di vista fisico (ringrazio Dario Bressanini e il suo lavoro di correlatore ad una tesi sulle bollicine), è bene notare che la tendenza di uno spumante a produrre bolle dipende anche dalla pressione atmosferica che a livello del mare è più alta che in quota. Ne consegue che il perlage sarà meno intenso e abbondante che in altre situazioni ma durerà molto di più nel bicchiere prolungando il piacere di degustarlo…

E se vogliamo comunque più bollicine, basterà ricordarsi di asciugare i bicchieri con panni di carta e non di stoffa: la formazione di bollicine è infatta determinata dalla presenza di tracce di tessuto o cellulosa del bicchiere più che dalla forma del bicchiere stesso.

In barca come si possono conservare al meglio delle bottiglie di champagne?

La temperatura è fondamentale per gustare al meglio le bollicine ( 6-8 gradi). Sono stati inventanti anche dei vestiti termici realizzati in neoprene, che permettono di conservare comunque la bottiglia in frigo e di degustarla a temperatura perfetta anche fuori grazie al rivestimento. Ad esempio in Franciacorta un’azienda ha brevettato con Dryairn della Acquafil uno speciale “vestito” per il suo Satèn di punta (è uno spumante con minor contenuto di CO2 e particolarmente floreale e delicato). Prodotti simili sono stati presentati per vestire alcuni Champagne, tutti ovviamente con l’immancabile zip per rendere il momento dell’apertura più sensuale e ricercato.

La navigazione può provocare qualche tipo di alterazione alla bevanda?

Ovviamente le vibrazioni e le oscillazioni possono a lungo andare alterare lo champagne come qualsiasi altra bevanda ma la sovrapressione in bottiglia in genere permette di proteggere il vino da un eccessivo logorio da mare. E non dimentichiamoci che il mare è sempre stato il mezzo di trasporto più utilizzato per il vino dai tempi degli antichi Greci. Anche oggi moltissimi produttori si rifiutano di spedire (e non solo per questioni di costi) il proprio vino via aereo o via terra proprio per evitare eccessive alterazioni. Se si pensa poi che vini come il Madeira senza il mare non esisterebbero proprio…

Come stappare e servire lo champagne in barca?

Come normalmente avviene ad un ristorante o ad un wine bar. I bicchieri devono essere ampi soprattutto sul fondo, per consentire al perlage di emergere. Poi dipende dalla complessità del vino, se è un grande millesimato meglio usare bicchieri ampi che le flute che in teoria esaltano le bollicine ma mortificano i profumi. E dato che in mare il profumo delle onde è sempre presente, meglio dare un po’ di vantaggio al vino e esaltarlo con bicchieri più larghi possibile. Teoricamente poi con un grande champagne, per risparmiare un pò di spazio a bordo, anche calici da vino rosso possono andar bene!

Cosa è essenziale possedere sul proprio yacht per un consumo elegante e raffinato dello champagne?

Un frigo bar di livello con temperatura costante 6-8 gradi che sarebbe la temperatura ottimale di servizio dello Champagne di qualità (ma anche 4 gradi va benissimo, basta aspettare un pò a servirlo una volta aperto) poi ovviamente un vassoio antistatico per portare più comodamente i bicchieri. Certamente poi un secchiello per il ghiaccio (in cristallo o in acciaio) magari dotato di un fondo con plastica antiscivolo, e  uno stopper per richiudere la bottiglia nel caso non venga finita una volta aperta; ma in genere anche se si è solo in 2 la bottiglia alla fine della serata è sempre vuota… Per i bicchieri, valutate la possibilità di dotarvi di bicchieri d’argento, bellissimi e costosi, ma esaltano molte caratteristiche degli champagne più complessi e sono completamente infrangibili oltre che decorativi come poco altro…

Una accortezza, evitate di rovesciare la bottiglia nel secchiello quando è vuota, è cafone e molto brutto da vedersi, oltre ad essere una mancanza di rispetto nei confronti del (si spera) grande vino che avete appena bevuto!

Abbinamenti consigliati.

Parto da uno sconsigliato, ovvero evitate le ostriche! Lo so che è uno degli abbinamenti più classici ma è anche uno dei più sbagliati, lo champagne infatti ne accentua il gusto metallico e la salivazione in bocca è eccessiva. Molto meglio pesce crudo anche molto saporito e i classici crostacei che con la loro intrinseca dolcezza vanno a nozze con la mineralità spiccata del vino. Per lo stesso motivo, mi sento di consigliare anche abbinamenti più prosaici ma ugualmente soddisfacenti come salumi nostrali (mortadella di qualità) e pasta asciutta con verdura di stagione. La magia dello champagne è in grado di trasformare in una grande cena anche un “semplice” piatto di spaghetti allo scoglio, specie se avrete l’accortezza di usare un Blanc de Blancs, ovvero uno Champagne fatto solo con uve bianche (chardonnay). Per pietanze e gusti più forti (anche carni bianche non troppo salsate) cercate uno Champagne con una buona dose di Pinot Nero magari millesimato e, perchè no, un grande Rosè, che oggi è di gran moda e colpisce sempre in maniera particolare il pubblico femminile, un vino che si sposa benissimo con piatti dove viene usato anche il pomodoro (un qualsiasi pesce all’isolana in padella), spesso “nemico” delle bollicine perchè rafforza la sensazione di acidità in bocca.