L’Unità dei ViniBuoni d’Italia a Tavola…un percorso storico a tavola con Artusi e la cucina toscana

Sabato scorso abbiamo avuto il piacere di ospitare Mario Busso e la commissione Toscana della guida Vini Buoni d’Italia Touring condotta da Guido Ricciarelli nonchè molti produttori da Toscana, Piemonte e Umbria per una festa del vino e sapori italiani (qui tutte le foto dei vini e dei piatti). L’occasione per riassaggiare grandi vini non solo premiati e lodati da tanti ma soprattutto capaci di scoprire un territorio ricco come quello del nostro paese e mettere immediatamente a suo agio chi si siede a tavola con loro.Inizio dei “lavori” dedicato a Mario Busso che ci introduce il senso della giornata e il messaggio di tradizione e unità di cui il vino italiano è splendido portabandiera nel mondo.

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Poi Paolo Gori che ci racconta l’unità d’Italia a Tavola da ricercarsi nella diversità delle cucine di territorio e nella grande mano di Pellegrino Artusi che riuscì a fare qualcosa forse di irripetibile ovvero condensare nelle sue 790  ricette (non solo cibi ma anche composte, spezie, condimenti) uno spaccato storico importantissimo:

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Tutti molto belli gli interventi dei produttori presenti che hanno sottolineato la volontà di rendere omaggio a realtà e luoghi del nostro paese non solo capaci di produrre grandi vini ma di regalare emozioni vere e irripetibili. Erano con noi Marco Caprai (con un’incredibile 25 anni Sagrantino 200), Martino Manetti di Montevertine con l’ultimo nato Pergole Torte 2008, i fratelli Barberani da Orvieto con il loro bianco Castagnolo e i gioelli dolci Moscato passito e il muffato Calcaia, Enrico DellaPiana con il Barbaresco Rizzi (qui il video del suo saluto), Marco Ricasoli Firidolfi e il Chianti Classico San Marcellino 2007 in anteprima assoluta, Gianfranco Pacenti e l’acclamato Brunello 2006 (e un buonissimo Rosso 2009), Salustri e i suoi Montecucco di riferimento Grotte Rosse 2007 e Santa Marta, Emanuela Stucchi Prinetti di Badia a Coltibuono, Caterina Dei e la Riserva Bossona Nobile di Montepulciano, Charlotte dal Castello di Potentino (a parte i grandi Sacromonte Monteucco e Piropo, curioso e riuscito il pinot nero in bianco Lyncurio), Simone Morosi da Mattia Barzaghi e la Riserva di Vernaccia Cassandra.

In bottiglia ma non meno graditi Salcheto e il loro Salvo Evoluzione 2005, prototipo del Nobile di Montepulciano del futuro, Piero Palmucci da Poggio di Sotto di Montalcino e Elisabetta Fagiuoli di Montenidoli con il rosso Garrulo subito beniamino e il Templare bianco.

Una gamma impressionante di sensazioni e sapori che hanno fatto spazzolare molto velocemente i piatti celebrativi dalla pasta con il sugo artusiano e quello “finto” di Burde, lo spezzatino, la bistecca e il montebianco di baccalà.

Una giornata che ci ha fatto sentire tutti più orgogliosi di essere Italiani e italiani del vino e della tavola.

Riportiamo qui il pensiero scritto da Mario Busso sulla giornata:

Le intuizioni e gli stimoli che portano all’elaborazione di un manufatto, sia esso un piatto della cucina, un vino o un oggetto artigianale, il recupero o il restiling architettonico, sono frutto di un lento metabolismo sociale, che sviluppatosi nelle generazioni è giunto a noi sotto forma di memoria sensitiva. Questa memoria a sua volta è diventata costume e quindi si è affermata come patrimonio comune di una regione, dando vita ad una spiccata personalità e ad un convalidato pedigree. Lungo il sofferto cammino compiuto, nel percorso dell’Italia che si fa Paese c’è l’idea che la storia scritta dalla gente comune ha come richiamo i valori della solidarietà e la capacità di concorrere senza chiasso alla crescita di un made in Italy della cultura gastronomica e del vino che oggi è promozione e perno di un turismo colto.

Vini come il Barolo, il Chianti, il Brunello nascono e si affermano nelle loro espressioni moderne proprio in quegli anni ed oggi con altri degni protagonisti raccontano la storia delle eccellenze italiane nel mondo…esattamente come succede in cucina dove Pellegrino Artusi pone le basi di quelle moderne riflessioni sui rapporti fra uomo e cibo.
Il mito della proposta eno-gastronomica e le eccellenze del territorio sono ambasciatori del modo del vivere di un popolo e di un territorio e rimandano ad un concetto simbolico di costume e di cultura… che la storia ci ha tramandato.

Le nuove sfide globali del made in Italy si misurano sulla tipicità dei prodotti e sulle bellezze del paesaggio. Ci sono molti linguaggi utili a comunicare il territorio. Vino e cibo hanno dalla loro l’immediatezza e costituiscono, soprattutto in questo momento, la molla e lo stimolo di interesse e di molte iniziative attraverso cui promuovere e valorizzare altre risorse del territorio. Si tratta di una leva forte, largamente condivisa dalla stampa italiana e straniera, che seduce i turisti evocando i grandi vini e la grande cucina delle singole regioni.