#SociaList Live | il gusto della rete e il futuro della comunicazione del vino (forse) parte da qui

L’epilogo e la presentazione ufficiale della prima carta dei vini “sociale” ovvero costruita sulla rete dagli appassionati di vino che si incrociano ogni giorno su twitter, facebook e blog vari sono stati  l’occasione per trovarsi a discutere del gusto della rete e come questa possa aiutare a cambiare abitudini di consumo dei clienti. Presenti molti dei blogger e giornalisti chiamati a selezionare tre vini del loro terroir del cuore e ne abbiamo approfittato per introdurre alcuni concetti che emergono chiaramente dalle scelte operate dagli utenti del vino sul web.

Nei video (e nelle foto) che seguono emergono alcune considerazioni molto importanti sia di metodo (è importante che nella rete la comunicazione 2.0 sia perfettamente orizzontale, che tutti gli attori si sentano coinvolti e nessuno viva come imposizione l’incarico ricevuto, la componente ludica dell’iniziativa, il multilivello del coinvolgimento) sia soprattutto di sostanza nella proposta al consumatore.

Marco Monaci introduce il meccanismo e le dinamiche che si sono instaurate nel maggio 2011 quando SociaList è stata presentata (qui la lista definitiva dei vincitori):

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=dCnj7slIjeo[/youtube]

Dan Lerner e il teorema Pisapia, come sfruttare la rete per far parlare i vini che hanno meno voce e meno impatto mediatico:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=3QO8lhghU84[/youtube]

Jacopo Cossater e la scoperta dell’Umbria rossa da parte dei consumatori, e soprattutto alcune riflessioni sulla responsabilità di chi sceglie un territorio e i suoi prodotti caratteristici:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=_yd_Podm5OI[/youtube]

Chiara Giovoni e il vino della G, ovvero come impedire che la pigrizia del consumatore abbia il sopravvento costringendo ad operare scelte controcorrenti, originali e che portino nuove soddisfazioni, come il Verdicchio:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=8w3O-K7IHzk[/youtube]

Paolo Ghislandi e il Timorasso, la scoperta dei nuovi vitigni e nuove possibilità di espressione:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=JNE3LYzcYnA[/youtube]

Luca Risso e la comunicazione del Rossese, come coinvolgere i produttori a “giocare” sul serio per il loro terroir

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=EiIx72WKZko[/youtube]

Luigi Fracchia e la scoperta della Barbera, un vitigno che non possiamo considerare minore:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=7GeAwec4P2g[/youtube]

In definitiva non si deve aver paura di proporre alcuni vini inzialmente difficili, non dobbiamo fermarci alle richieste di comodo dei soliti vitigni e soliti vini, il consumatore è pigro e tende ad andare sul sicuro ma se le proposte sono serie e ben motivate spesso sta al gioco e si lascia guidare e anche se le cantine non sono conosciute il gusto della scoperta e la curiosità dei clienti va stimolato di continuo. Certo ci vogliono vini di carattere fatti da persone che ci mettono cuore e testa nel farli ma non ci dobbiamo preoccupare del fatto che il cliente li conosca. Quindi un buon presupposto è che un’azienda sappia far parlare del proprio prodotto e ne parli in maniera adeguata e schietta sulla rete e il vino uscità quasi da solo dall’anonimato per entrare nei bicchieri di chi si siede.