Terre da Cabernet: i terroir italiani nella degustazione di San Leonardo, Tasca d’Almerita, Lupicaia e Montevetrano 2005 e 2001

Il Cabernet  è stato per 4 grandi aziende italiane  la scintilla per farle nascere , ne raccontiamo la storia attraverso i vini e questo vitigno. Oggi cè grande confusione, mode si susseguono ed è difficile dare identità alle proprie aziende. Tanta attenzione alle varietà autoctone oggi ma non ad ogni costo, se l’alloctono legge il territorio allora può essere ambasciatore del territorio meglio di molti altri meno piacevoli. Quattro famiglie, aziende sempre di proprietà e legate al luogo dove nascono. Le ricchezze vanno sudate e il vino ha contribuito a preservare territori che forse si sarebbero perduti nel tempo. Scopriamo come sono da giovani, cosa esaltano dei rispettivi terroir e come evolvono.

2005

San Leonardo 2005
l’immagine dice tutto, le montagne sullo sfondo, il vento caldo dall’adige, il terroir e la valle speciale dove risiede la tenuta. Al naso è il più settentrionale  e bordolese di tutti con note tra il mirtillo e la mora, lamponi e un peperone bello definito e piacevole. Note speziate tra il cuio la liquirizia, l’anice e il sambuco lo completano in un olfatto freddo ma completissimo con tante sfaccettature. In bocca è ancora in evoluzione ma già ha una impronta definitiva di cabernet del trentino e di san leonardo in particolare con una impostazione francese in evidenza ma una trama minerale e tannica tutta italica.

Lupicaia 2005
Al castello del terriccio il paesaggio è marino con grandi influenza del mare e pinete e grande sole e vento su un terreno ricco di ferro e minerali. Il clima è tipico mediterraneo e il vino lo sente eccome. Ecco al naso il lampone e la fragola quasi esplosivi ricchissimi e pieni di polpa e poi le note mentolate balsamiche quasi di eucalipto, note di macchia mediterranea, di mirto, di cisto di elicriso. in sottfondo sale dal bicchiere l’importante mineralità ferrosa che ritroviamo pari pari in bocca con una sensazione ematica importante. C’è alcol ovviamente più che in Trentino ma la acidità sostenuta e soprattutto tannino e minerale rendono il vino molto bevibile e piacevole specie a tavola. <grande persistenza tra il balsamico e il fruttato di bosco rosso.

Montevetrano 2005
Salerno, filari a 20km dal mare su terreni particolari, ai limiti di boschi. Proprio le note boscose e fdi humus caratterizzano molto bene questo vino dove il cabernet viene fuori con una nota forte di frutta di bosco ribes nero, mora e ciliegia candita con note dolci del legno sfumate. Si sente anche anice e lieve alloro e pepe nero a completare un quadro cupo ma particolare e personale. Bocca densa, scalpitante che ricalca pari pari ciò che ci saremmo aspettati dal naso con in più una prova maiuscola dell’aglianico che fa sentire i suoi tannini a fine sorso dandogli una compoinenbte rustica d9i territoriobenvenutissima.

Tasca d’Almerita Cabernet Sauvignon 2005
Luce e sole e Sicilia non potevano che far nascere un vino esplosivo, ricco, al naso davvero esuberante nella sua balsamicità di origano menta eucalipto e tutto il corredo fruttato del lampone fragola ciligia matra acolmpagnata da note dolce cioccolatose e di vaniglia. Bocca dal tannino finissimo già quasi pronto e delicato. Acidità ricca e minerale presente ad equilibrare un alcol importante che però spinge il naso senza invadere la bocca dove le singole sensazioni sono profonde e molto ben delineate. Dei quattro ovviamente il più ricco ed esplosivo ma sempre di una classe notevolissima segno che anche qui il cabernet può aiutare il territorio ad esprimere la sua energia.

2001

Tasca d’Almerita Cabernet Sauvignon 2001
Impressiona per quanto sia dolcissimo e ricco di frutta, in particolare il succo di ciliegia, ribes rosso, confettura di lamponi e rosa canina, accenni di affumicato e sottobosco, resina, cuio ma davvero ricche sono anche in bocca le note fruttate che restano in sottofondo per tutto l0assaggio.

Montevetrano 2001
Fedele al suo carattere è sempre cupo con l’aggiunta di note di tartufo e goudron e spezia nera di pepe,chiodo di garofano, bocca lunga ricca di pepe rosa tannino tra i più vivi sanguigno e aglianico che viene fuori con nota balsamica enorme che nel più giovane era un po’ soffocata, qui sa ancora di bosco  mora e mirtillo ma con nuova vitalità e qui è davvero azzeccato come lavorano aglianico e cab insieme.

Lupicaia 2001
lontano dagli eccessi della gioventù tira fuori un sublimato di mediterraneo incredibile misto alla ferrosità classica sua, grandissimo tra i migliori di sempre . bocca matura in maniera perfetta carnoso polposo e sempre balsamico, tannino setoso e fine,una bevuta tra le migliori di sempre sulla costa <toscana.
san leonardo

San Leonardo 2001
sempre un mito e in quest’annata mostra tutta la sua magnificienza e classe bordolese, soave dritto e ricco di spunti, minerale, fresco per niente domo, pepato e spezia cioccolato, pepe rosso, ginepro, mirto, interminabile e bevibilissimo.

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