Testamatta Verticale 2000-2007: tra ricordi di gioventù amorose, nuove passioni enoiche e un caffè come pochi

Dicevamo a tavola che un vino fatto a Fiesole non può che evocare dolci ricordi in ogni fiorentino che ha trascorso diverse ore in automobile nelle dolci colline sopra la cittadina etrusca in compagnia di amori giovanili e non solo, magari proprio in qualche bosco vicino ai vigneti di Sangiovese di questo Testamatta. E trovarsi di fronte (qui le foto) alle prime 8 annate di questo campione toscano dai voti altisonanti (e pure oggetto di polemiche pretestuose) fa sempre un effetto particolare. Vino da sempre di nicchia, per prezzo e per la piccola produzione (quasi mai sopra le 20mila bottiglie) è spesso consumato giovanissimo quando esprime forza e un palato pieno e deciso e rimane sempre la voglia di capire come va a finire. Prima di oggi, mai c’era stata un’occasione simile ed era troppo ghiotta per farsela scappare. Poi metteteci pure la curiosità di provare questo piccolissimo ma curatissimo bistrot in via Pacinotti, a due passi dalla stazione delle Cure a Firenze dove il caffè del nome del locale, appunto “La Bottega del Buon Caffè” è senza mezze misure  uno dei tre caffè più deliziosi della città, tostato su misura e con passione direttamente da Donovan Gasbarro, fratello del promettente chef Francesco Gasbarro.

Chef che ha permesso di gustare ogni sfumatura del Testamatta nella sua evoluzione con un ottimo patè di cacciagione e pane briosciato di produzione propria, dei buoni  Ravioli con ricotta e pecorino incartato in foglie di tabacco Beltrami (dalle Marche), un discreto Maialino con crosta e cipolla croccante e un ottimo tortino al cioccolato al latte e frutto della passione.

Serata molto relax, degustazione non guidata, piacevolmente informale e introdotta da Bibi con queste parole:

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2000
Colore integro e ancora abbastanza vivace, pieno con appena un pò di granato, Unica annata con moscato nero ma comunque maggior parte sangiovese, mallo di noce, tabacco, ciliegia pienissima, gusto vivo anche se un pò polveroso, tannino ancora vivace. Con il tempo (nel bicchiere)  sviluppa un carattere quasi da pinot nero borgogna con eleganza e note aromatiche intriganti.

2001
Colore vivace, naso solo all’inizio un pò reticente ma si scalda presto con frutta carnosa ciliegia, liquirizia, carrube, china, scatola di cedro, affumicato, spezia borgognona e fiori appassiti, lacca, visciola, bella vivacità in bocca ottima acidità nel palato, va giù davvero benissimo, ritorno di fragola e note speziate. Bibi dice che a Vinexpo ha partecipato ad una competizione tra 50 giornalisti alla cieca portando una bottiglia. Un sommelier svizzero portò ilTestamatta e vinse! Si capisce senza sforzo quel risultato e oggi è semplicemente è un vino incredible, buonissimo.

2002
Molto più cupo e terroso, humus e cioccolato, un pò ossidativo, uva passa, peperone leggero , tannino un pò ispido, leggermente verde, finale di amarena e orzo, tostatura un pò presente sul frutto. Solo 6mila bottiglie (rispetto a 20mila del 2001!).  Inevitabilmente figlio della sua annata.

2003
Elegante e deciso, acidità piena, note aromatiche un pò cotte ma mineralità viene fuori interessante. In bocca è fresco e ben presente, asciuga leggermente sul finale e scalda ma ha una materia piena. Può migliorare con qualche anno in più sulle spalle ma si ha l’impressione che fosse  più godibile qualche mese fa. In ogni caso i vecchi vigneti si dimostrano ancora una volta capaci di sopportare molto meglio il gran caldo che la pioggia intensa.

2004
Fragola in confettura, naso stile sagrantino, alcol un pò prevalente sulla materia, migliora in bocca, sapidissima, finale leggero e delicato di ciliegia sotto spirito, mora e fragola in confettura, però bottiglia non perfetta.
Dopo il cambio di bottiglia già meglio anche se un filo di perplessità rimane. Da riprovare in altre situazioni.

2005
Naso preciso di amarena e tabacco, viola appassita, floreale caldo, spezia ginepro, pino, tannino ben deciso e croccante, pienissimo  con ancora prospettive in evoluzione. Bevibilissimo e completo, impressionante davvero. Insieme al 2001, il vino della serata, da gustare (e un rapido sguardo ai bicchieri dei vari tavoli mostra inequivocabilmente tutti i 2005 a fondo bevante).

2006
Freschissimo floreale viola e nontiscordardime, fragole e  finale di bocca complesso e stratificato, tannino vivacissimo ma nobile, alcol appena avvertibile, note agrumate di grande sangiovese. Legno in riassorbimento ma ancora ben presente.  Mi ha impressionato un pò meno rispetto all’ultimo assaggio (all’Eccellenza di Toscana) ma l’idea è di un vino ricchissimo in costante evoluzione e quindi da seguire con molto interesse.

2007 (taglio praticamente definitivo ma ancora in botte)
Legnoso ovviamente ma naso già complesso di frutta esuberante, fragola, agrumi, floreale fresco, tannino ottimo già molto carezzevole, acidità esuberante, alcol leggero appena avvertibile, in prospettiva formidabile.  Molta discussione, seguita con interesse ovviamente anche da Bibi con pareri contraddittori tra me, Aldo e Leonardo. Per me incarna bene la tendenza ad affilare i vini e renderli meno corposi, e ovviamente al Romanelli non impressiona tanto 😉 , Aldo un pò nel mezzo ma alla fine l’unico davvero entusiasta rimango io, pur nel beneficio del dubbio perchè nessuno di noi ha molta dimestichezza nei campioni da botte.

Vin Santo 2000
Madre di 40 anni, scuro quasi da occhio di pernice naso fresco incredibilmente anche se è molto sciropposo e denso, ricchissimo, volatile molto controllata, finale dattero e miele di cotogne, agrumi canditi, interessante, ottimo sul tortino al cioccolato al latte e frutto della passione che richiama l’agrume del vinsanto.

Un Testamatta che alla fine della serata si dimostra figlio del proprio terroir e delle annate, che legge in maniera molto personale e caratteriale. Riesce grandissimo nelle annate eccellenti e anche nelle altre sa tirar fuori un gran carattere di Sangiovese. Quando poi, dal 2005 in poi,  si esprime in purezza, si sentono davvero le vecchie vigne (i più giovani vigneti hanno quasi 50 anni) e il carattere di artigianalità del vino che non ha niente delle acidità e dei tannini preconfezionati di altri suo analoghi toscani. E’ un vino che legge le annate e le interpreta spesso al suo meglio e si ha la precisa impressione che abbia una sua fase precoce entusiasmante a tre-quattro  anni dalla vendemmia per poi farsi pensieroso e sommesso fino ad esplodere dopo un paio di lustri come nel caso dei notevolissimi 2000 e 2001 molto più freschi dinamici e bevibili di molti Brunello o SuperTuscan di pari età. Certo mancano le riprove, ma tra dieci anni nessuno ci impedirà di ripetere l’esperimento, no?

Vabbè poi ovvio che poi si finisse con due immancabili clichèe Graetziani ovvero l’origine del nome (e qui sotto c’è un video con Bibi che spiega) e con una saggia considerazione sulla mancanza di verticali dell‘etichetta più famosa d’Italia, giustificata dall’esimio Aldo Fiordelli con il fatto che di questo vino esistono solo delle orizzontali… 😉

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