Monthly Archives: ottobre 2008

Syrah E Shiraz dal Mondo: “vince” Varramista 2004 ma Dionisio…

Quando si assaggiano 7 vini così diversi eppure provenienti dalla stessa uva si può davvero cominciare a parlare di terroir e di uomini dietro al vino. E si possono sentire espressioni genuine e dinamiche come il nuovissimo Dionisio 2006 che impressiona per bevibilità e piacevolezza di fruto, un sontuoso Varramista, acclamato quasi dalla metà dei presenti come il migliore, un serbevolissimo Crozes Hermitage, un caldo  ma profondo Craiglee da Merlbourne, un mineralissimo Capezzana 804 che stupisce per eleganza mentre il Mater Matuta si impone per concentrazione  e potenza (trovate qui tutti i i video in giornata).

Alla lunga è venuto fuori il terroir, il clima e anche che nonostante a parole si cerchi freschezza frutto e anche fiori, il gusto del pubblico è sempre sedotto dalla spezia della barrique e la rassicurante completezza delle espressioni del legno insieme alla polposità del frutto (per dirla alla Luca Maroni…).

Alla cieca molto vicini (e scambiati l’uno per l’altro da diverse persone)  il Capezzana 804 di Chioccioli (su scito e galestro a Carmignano) e il Craiglee australiano su terreni prettamente vulcanici. Il Crozes Hermitage di Chave, biodinamico puro (mio personale preferito) stacca per croccantezza e beva sfruttando un millesimo portentoso come il 2005 per realizzare un piccolo capolavoro di grazia e decisione, profondissimo e soave nel suo lampone e liquirizia. Nessuno ha sentito i 15° del Dionisio da Cortona perchè la materia estratta è tanta e la grandissima acidità e mineralità controbilanciano perfettamente risultando un vino dalla beva immediata. Quasi tutti hanno indicato nel Varramista come il francese del gruppo nonostante si tratti dei vigneti più bassi e dell’unico vino che cresce su ghiaia e depositi marini, probabilmente sedotti dal deciso ma convicente gusto speziato da barrique perfettamente fuso al frutto di cassis e more e ad un pepe nero oggettivamente molto francese.

Nei prossimo giorni appariranno i video delle singole bottiglie, intanto ecco una mini storia del Syrah alla conquista del Mondo…

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=uKx1npytgEk[/youtube]

Umami: quello che ne so io…(cioè poco)

Qualcuno ha già risposto sul proprio blog (vedi Aldo) mentre altri si stanno documentando. Dato che mi pare che l’argomento sia caldo, approffitto per pubblicare qui come mi avete richiesto le mie risposte al questionario sottopostomi da Mauro Pratesi qualche giorno fa e di cui vi parlavo l’altro ieri.

Dunque, ma vi prego non prendetele per oro colato, si tratta solo di alcune mie osservazioni raccolte negli assaggi degli ultimi 4 mesi. Prima mi pareva di avere 4 gusti solamente come quasi tutti.

  • A quali sostanze ritieni sia dovuto il gusto umami che si avverte in alcuni vini?

Considerando che il gusto umami pare maggiormente presente nei vini più concentrati e/o macerati (ovvero ottenuti lasciando sulle bucce un periodo di tempo piuttosto lungo il mosto) direi che dipenda in gran parte da sostanze già presenti nell’uva che però possono fare sentirsi più o meno in base a certe pratiche enologiche. Del resto l’acido glutammico è uno degli aminoacidi più presenti nel mosto ma anche uno di quelli che maggiormente si riducono in quantità nel processo di fermentazione. Quindi diciamo che vini più concentrati ottenuti da uve più mature hanno più umami di altri e che più lunga e complessa sarà la trasformazione enologica, maggiore sarà l’effetto umami. Vini “costruiti” in laboratorio (aggiunta di tannini, concentratori e altro) mi pare abbiano effetti molto meno rilevanti sull’umami.  

  • Pensi che questo gusto sia un elemento di qualità, che conferisca al vino un pregio maggiore?

Visto che in gran parte dipende dalla concentrazione, dall’estratto secco e dalla pratica enologica seguita direi di sì, un vino umami ha certamente maggior pregio, anche se non è ovviamente sufficiente a farne un vino gradevole e o di punteggio elevato. 

  • Pensi che sia possibile avvertire il gusto umami per il normale consumatore, anche in mancanza di un’educazione sensoriale specifica, così come molti avvertono spontaneamente il dolce, il salato, l’amaro e l’acido?

Credo basti fare due esempi (pomodoro e parmigiano reggiano) per fugare ogni dubbio e chiarire molto il concetto. E anche confrontando due parmigiano reggiano a diversa stagionatura e costo si avverte chiaramente una differenza in termini di saporosità. La nostra cucina è talmente basata sul pomodoro e sul brodo, e al mito dell’aggiunta di parmigiano ogni dove, che il consumatore è già predisposto ad accettare ed avvertire l’umami. 

  • A proposito di educazione sensoriale, ritieni che l’attuale didattica, nei corsi tenuti dall’AIS e da altri soggetti qualificati, assegni all’umami lo spazio che gli compete, sia nell’analisi organolettica che nella tematica degli abbinamenti?

Per adesso mi pare che l’AIS si stia muovendo cautamente inserendo l’umami in seminari e situazioni specifiche per valutare la reazione da parte dei sommelier a questa novità. Non escludo che nella prossima revisione dei testi didattici possa essere inserito l’umami ma al momento resta materia per pochi “iniziati”: 

  • In base alla tua esperienza, come pensi che l’umami interagisca con gli altri gusti fondamentali, e in generale quale ruolo e quale peso pensi che abbia nella degustazione?

Agendo da esaltatore di gusto e di saporosità direi che agisce in maniera sinergica esaltando componenti soprattutto fisiche, dando una sorta di tridimensionalità al vino che risulta non solo fatto da componenti dure e morbide ma anche di una componente umami. Probabilmente al momento attuale la valutazione dell’umami sta fra quella del corpo, della morbidezza e della sapidità di un vino. In inglese forse è accostabile al termine “texture”. 

  • Ritieni che la presenza sensibile del gusto umami in un vino debba essere uno dei criteri guida nell’abbinamento?

Su questo non ho le idee molto chiare ma sicuramente il modello classico AIS di concordanza e contrapposizione ha alcune lacune che la teoria sull’umami potrebbe contribuire a chiarire. 

  • Come ci si deve comportare se invece siamo chiamati a scegliere un vino per abbinare ad un cibo in cui il gusto umami è in evidenza? Quali caratteristiche specifiche dovrà avere il vino?

Sicuramente in presenza di cibi con umami evidente e vini che ne hanno poco, si rischia di ottenere una prevalenza netta del piatto sul vino e anche viceversa un vino ad alto umami tende  a schiacciare piatti che ne sono privi o poco dotati. E’ una sensazione descrivibile come una sensazione di pochezza del vino o del cibo nei confronti dell’altro che in genere forse veniva analizzata confrontando il corpo di un vino e il grado di strutturazione di un piatto. E vini con scarso umami spesso bevuti su preparazioni ad alto umami risultano scontrosi, amari o comunque davvero poco graditi. 

  • Cosa accade quando si abbinano un cibo e un vino entrambi fortemente connotati da un gusto umami?

Credo che foie gras e sauternes (qualche mio amico mi dice anche vitello tonnato e pinot gris alsaziano) siano la dimostrazione lampante che si tratti degli abbinamenti più riusciti e appaganti così come un bel parmigiano reggiano con un Brunello di montalcino o altri vini con spiccato umami (direi solo una minima parte del totale). 

Ok, ecco, contenti voi…

Oggi dalle 21, tornando da Degustibooks, 8 Syrah da ogni dove da Burde!

Solo un appunto per ricordarvi stasera da Burde l’appuntamento con 8 grandissimi e particolari vini monovitigno a base della varietà più internazionale del momento. Capiremo insieme le caratteristiche di quest’uva e come reagisce ai terroir dove viene a trovarsi. Fabrizio Dionisio da Cortona dovrebbe farcela ad essere  con noi in sala per seguire commenti e sguardi e anche da Varramista avremo visite.

Il meglio della produzione toscana (anche in tiratura limitata come nel caso del 804 di Capezzana) a confronto con il mitico Rodano del Crozes Hermitage e l’Australia dei grandi vini roboanti e dominatori del mercato di questa uva ormai da tanti anni. (l’elenco completo lo trovate qua).

Ancora qualche posto libero, 30 euro a partire dalle 21 (giusto giusto mentre venite via da Degustibooks che già ha raccolto una prima giornata di successo)

Umami: è ora di parlarne. E di cambiare il modo con cui degustiamo un vino

Magari molti di voi non lo sanno ma forse dovremmo riconsiderare alcune nostre certezze riguardo i gusti che siamo in grado di percepire e soprattutto nel modo in cui valutiamo i vini. Recentemente sono stato contattato da Mauro Fregoni, sommelier AIS e giornalista nonchè scrittore, per contribuire ad un documento che cercasse di approfondire gli aspetti umami del vino. Già Roberto Gardini e Bruno Piccioni hanno realizzato seminari in giro per l’Italia dove se ne parla apertamente ma la discussione non è mai veramente partita. Accolgo quindi volentieri l’invito di Mauro e faccio partecipi i miei lettori dell’iniziativa sapendo di contare su una base qualificata in grado di dare contributi validi sull’argomento. (questa foto qui accanto invece è come mi ha convito a partecipare, un vino la cui piacevolezza e saporosità non può certamente essere spiegata in termini classici).

IL PROGETTO UMAMI

L’attuale interesse per umami e dintorni nasce all’interno di un mio personale programma di ricerca sulle nuove frontiere della degustazione (tutto confluirà in una serie di articoli, che dovrebbero uscire nei prossimi mesi su riviste specializzate e sul web). L’enorme sviluppo delle neuroscienze ha prodotto una mole cospicua di studi sul sensorio, alcuni dei quali – a mio avviso – sono potenzialmente in grado di rivoluzionare l’attuale impostazione dell’analisi organolettica. Capisco e giustifico la prudenza con cui si muovono i soggetti istituzionali del settore (in prima fila l’AIS) ma credo anche che almeno a livello di dibattito teorico si possano, e si debbano, fare dei passi avanti.
Il questionario sull’umami nasce da una prima, sommaria (e ovviamente incompletissima) indagine su quelle che potrebbero essere le implicazioni pratiche derivanti da una reale apertura dell’analisi organolettica del vino sulla dimensione del “quinto gusto”.
Sarò grato sia a chi risponderà in modo puntuale al questionario, sia a chi darà liberamente il proprio contributo di idee e di esperienze personali.

*Per un’analisi più completa dei contributi, a posteriori, sarebbe utile che chi risponde al questionario aggiungesse un proprio sintetico profilo, segnalando almeno se è un addetto ai lavori, ed eventualmente che attività svolge.

Grazie a tutti

Mauro Pratesi

Ecco come si presenta: Ho 58 anni, vivo a Firenze, sono iscritto all’AIS dal 1980. Ho seguito i tre corsi previsti dall’iter didattico, superando i relativi esami. Ho seguito corsi formativi anche su altre materie di interesse specifico per il nostro settore (ad esempio un corso sull’Olio Extravergine presso la Camera di Commercio). In passato ho gestito ristoranti ed enoteche. Da qualche anno mi dedico esclusivamente all’attività pubblicistica (che già prima esercitavo a margine: sono infatti iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1987). Ho scritto di cucina e vini sulla stampa generalista ed ho collaborato a numerose pubblicazioni specializzate, periodici, guide ecc. Sono interessato all’enogastronomia a 360 gradi: dagli aspetti sociali e antropologici a quelli più strettamente tecnici. Ho dedicato molto tempo a studiare la storia della cucina, settore che ritengo a tutt’oggi carente (al di là del folclore leggendario e aneddotico). Tra l’altro, ho curato con Giuseppe Lo Russo la riedizione di un testo importantissimo ma poco noto dei primi del Novecento, “La cuisine florentine” di Louis Monod.

Ed infine ecco il questionario da inviare a burdedj [at] gmail.com

  1. A quali sostanze ritieni sia dovuto il gusto umami che si avverte in alcuni vini? In quale misura a sostanze naturalmente presenti nell’uva e in quale a sostanze originatesi nel corso dei vari passaggi produttivi (fermentazione, invecchiamento, eventuale appassimento delle uve ecc.)?
  2. Pensi che questo gusto sia un elemento di qualità, che conferisca al vino un pregio maggiore?
  3. Pensi che sia possibile avvertire il gusto umami per il normale consumatore, anche in mancanza di un’educazione sensoriale specifica, così come molti avvertono spontaneamente il dolce, il salato, l’amaro e l’acido?
  4. A proposito di educazione sensoriale, ritieni che l’attuale didattica, nei corsi tenuti dall’AIS e da altri soggetti qualificati, assegni all’umami lo spazio che gli compete, sia nell’analisi organolettica che nella tematica degli abbinamenti?
  5. In base alla tua esperienza, come pensi che l’umami interagisca con gli altri gusti fondamentali, e in generale quale ruolo e quale peso pensi che abbia nella degustazione?
  6. Ritieni che la presenza sensibile del gusto umami in un vino debba essere uno dei criteri guida nell’abbinamento?
  7. Come ci si deve comportare se invece siamo chiamati a scegliere un vino per abbinare ad un cibo in cui il gusto umami è in evidenza? Quali caratteristiche specifiche dovrà avere il vino?
  8. Cosa accade quando si abbinano un cibo e un vino entrambi fortemente connotati da un gusto umami?

Per aiutarvi, date un’occhiata a questi link:
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/01/30/pomodori-umami-al-glutammato/
http://xoomer.alice.it/espraf/CHIMICA%20ALIMENTARE/Il%20Vino/Analisi%20Vino.pdf
http://www.inetours.com/PagesWT/Pairing/Wine_Into_Umami.html

Emotion divines al Festival della Creatività: di cosa sa un vino della Borgogna?

Si ok, sa di buono fin qui tutti d’accordo ma se volete imparare a descrivere e conoscere decine di Chardonnay mitici e grandissimi Pinot Nero non perdetevi l’installazione della che verrà fatta al Festival Della Creatività e realizzata dall’Ecole des vins de Bourgogne.

Vi riporto qui la descrizione del progetto:

Anche bere vino è un modo di viaggiare, sicuramente di scoprire sensazioni nuove e diverse, e il pubblico del FESTIVAL DELLA CREATIVITÀ (Firenze 23-28 ottobre 2008www.festivaldellacreativita.it) ne avrà una dimostrazione con il BORGOGNA TASTE EXPERIENCE. Uno spazio che offre ai visitatori la possibilità di vivere l’esperienza sensoriale della “CAVE AUX AROMES” (“CANTINA DEGLI AROMI”) realizzata dal BIVB, Ecole des vins de Bourgogne.

Unica nel suo genere e per la prima volta in Italia, la cave aux aromes è una installazione caratterizzata da 12 postazioni interattive che permetteranno al visitatore di conoscere altrettanti sentori presenti nei vini. Il visitatore potrà così scoprire come bere vino possa divenire un viaggio alla scoperta di sensazioni sempre nuove e diverse. Da 12 barriques si solleveranno 12 sentori diversi da poter individuare nei vini in degustazione in un gioco nuovo e affascinante. L’installazione sarà accessibile al pubblico liberamente. Durante la giornata saranno però organizzate, ad orari prefissati, esperienze guidate da sommeliers, bicchiere alla mano, sarà sufficiente pagare la degustazione dei vini proposti nello stand. Nello stand sarà quindi possibile degustare, dietro corrispettivo, vini provenienti dalla Borgogna nonché ricevere informazioni turistiche ed enogastronomiche sulla regione. L’evento è organizzato da EMOTIONS DIVINES (www.emotionsdivines.com) .

Qui vedete alcune foto, i vini ve li potete immaginare! Comunque mi ci trovate di sicuro a ronzare intorno così annusiamo insieme…

Festival della Creatività e Degustibooks vs Salone del Gusto…weekend da tregenda per gli amanti del cibo e del vino!

Torino è lontana, fredda, umida, incasinata…io quasi quasi questo weekend (25-26 ottobre) lo passo a Firenze… Nomina del nuovo arcivescovo a parte, questo fine settimana c’è il Festival della Creatività luogo dove potete trovare davvero di tutto di più dalle installazioni artistiche ai deejay più trendy (Massive Attack e Tricky vi bastano), dalle nuove scoperte delle Università Italiane alle più innovative opere di design industriale per tacere di Second Life, lo stand Apple, quello della Microsoft e Accenture con Avanade…insomma il mondo del genio umano applicato ad ogni cosa (leggete anche i consigli di Nelli)!

E ovviamente in mezzo a questo ho raccolto l’invito di Leonardo Romanelli per gestire due eventi di degustazione un pò particolari come i seminari sul La visione del Sangiovese in purezza e contaminato (5 vini dal 20 al 100% di Sangiovese in bicchieri neri, sabato ore 16:30) e La musica nel bicchiere ovvero 5 vini abbinati a musica rock in collaborazione con Mirco Mariotti, blogger pure lui, domenica ore 16:30.

Attorno a questi due piccoli eventi, all’interno di Degustibooks, il padiglione dedicato al wine e food una miriade di altri incontri, inaugurazione di mostre (giovedì quella di etichette di Simonetta Doni, di cui potete anche ammirare l’installazione a Wine and Fashion in Orsanmichele) presentazioni di libri (vedi quello di Michele Marziani) e di Leonardo Romanelli e interventi di cuochi di alta classe come La Mantia (giovedì) e Italo Bassi di Pinchiorri (domenica ore 18:30).

Insomma io Torino me la perdo anche…

Trofeo Berlucchi 2008 Catania: la prova in finale di Cristiano Cini

Terza finale in tre anni per il veterano Cristiano Cini, uno dei sommelier più titolati e rispettati di Italia nonchè uno di quelli maggiormente impegnati nel “sociale” ovvero ad insegnare ai più giovani come si affronta un concorso e come si cresce professionalmente. Ricordo che è grazie al suo impegno insieme a Leonardo Taddei, che l’AIS Toscana gestisce da due anni la Scuola Concorsi con incontri a cadenza mensile aperti a tutti quanti vogliano partecipare alle gare, e i risultati (5 sommelier toscani tra i primi 6) parlano da soli!

Accoglienza in lingua e servizio spumante

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Prova abbinamento piatto (formaggio erborinato) e vino

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Prova di abbinamento al menu proposto

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Prova decantazione vino rosso

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=a-gJ_wRLQIU[/youtube]

Trofeo Berlucchi 2008 Catania: video prova in finale di Luca Martini

Come da liberatoria di Cristiano e Luca e, penso, Massimo Rossi Delegato Arezzo, ecco i filmati delle prove degli altri due finalisti. Cominciamo da Luca Martini che è stata la sorpresa del concorso con una finale da applausi e che ha impressionato per un “deb” del palcoscenico più ambito. Anche io che sul palco l’ho sempre criticato, sono rimasto davvero colpito per la sicurezza dimostrata. Diversi complimenti per l’inglese ma non stupitevi, il ragazzo un pò di mondo l’ha girato prima di tornare ad Arezzo!

Prova degustazione vino bianco e rosso

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=yCTvzdG77hM[/youtube]

Prova degustazione vino dolce e bevande da riconoscere

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=4ZGVwpDIo5s[/youtube]

Prova piatto e abbinamento

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=hKZ6JbYRrOE[/youtube]

Prova accoglienza e spumante

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=mcMJo_8nukg[/youtube]

Prova abbinamento al menu proposto

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=7vtlH0TKsws[/youtube]

Prova decantazione

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=lhvZwQ3T_AM[/youtube]

Prova correzione carta dei vini

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=HbciWjZPFx0[/youtube]

Syrah contro Shiraz da Burde venerdì 24 ottobre

Maniaci del pepe bianco e del cassis, questa è la vostra serata! Venerdì 24 infatti da Burde a partire dalle 21 avremo l’occasione di degustare alla cieca ben 8 Syrah/shiraz provenienti dalla Toscana, dal Lazio, dalla Francia e ovviamente dall’Australia, paese che ormai detiene commercialmente il primo posto assoluto di produzione e vendita di vini ottenuti da questa varietà. Varietà originaria appunto però dal Rodano e difatti avremo un Crozes Hermitage a difendere i colori francesi, un grande interprete classico di questa varietà in un’annata eccezionale.

Dalla Toscano ovviamente rappresentativa molto nutrita con il vincitore del premio come Miglior Vino allo scorso Meran Wein Festival, ovvero la “sorpresa” Varramista da Pontedera, il Syrah celebrativo realizzato in edizione limitata da Capezzana per il 1200 anni della loro tenuta, un classico come il Syrah Case di Via di Fontodi e due novità come quella di Ruffino Lodala Nuova e la nextbigthing Dionisio, sempre da Cortona, che sarà presente per raccogliere commenti pareri e opinioni dagli “esperti” in sala.

Ma ecco l’elenco completo dei vini che saranno in tavola:

Ancora posti disponibili, 30 euro /testa, dalle ore 21 in poi.