Yearly Archives: 2008

Storia della famiglia Biondi Santi e del Brunello di Montalcino in una verticale 1998-2003

Giornata storica ieri per il Brunello di Montalcino con un acceso e interessante dibattito in quel di Siena (filmato qui e report di Andrea Pagliantini qui) e, nel nostro piccolo, qui a tavola con noi e queste 18 bottiglie di 6 annate del vino toscano più amato e celebreato nel mondo, dal 1998 al 2003, compreso il Rosso “fascia rossa”.

Grande platea attenta e curiosa, bottiglie in gran forma ma mai troppo facili da leggere. Trovate tutte le foto a questo indirizzo. Secondo le indicazioni della casa, ciascuna bottiglia è stata aperta 5-7 ore prima della degustazione e scolmata leggermente. L’assaggio è stato condotto dalle 21 alle 23 di ieri sera e successivamente la mattinata di oggi per valutare l’evoluzione dei profumi.

Trovate note e approndimenti nei post dedicati a ciascuna annata che appariranno nei prossimi giorni (e che devo riscrivere perchè il “solito” attacco hacker alla simplicissimus ha distrutto 4 ore di lavoro stamani…

Inanto ecco qui la storia della famiglia e del loro legame con il vino italiano più famoso del mondo:

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Storia Famiglia Biondi Santi e Brunello Montalcino
[/coolplayer]

Stasera 21:00 Verticale Biondi Santi Brunello di Montalcino 1998-2003, ore 15:00 duello Ziliani-Rivella e primi risultati guide vino 2009

Diramati ieri i risultati della Guida dell’Espresso (la terza guida a svelare i suoi risultati, dopo Vini Buoni d’Italia Touring e Veronelli, Gambero Rosso ha iniziato da ieri uno stritease alla Wine Spector per rivelare in un inedito stillicidio i suoi premiati), eccoci stasera subito a valutare se Fabio Rizzari (direttamente a KelaBlu)  e Ernesto Gentili hanno visto bene almeno su un vino che avremo a portata di bocca, ovvero il Brunello di Montalcino Tenuta il Greppo di Biondi Santi 2003, valutato tra le  25 eccellenze toscane di quest’anno (contro le 66 del Piemonte!).

Giornata davvero speciale oggi per tenere la nostra verticale visto che sarà preceduta alle 15:00 sul portale InToscana dalla diretta web dell’atteso confronto pubblico tra Ziliani e Rivella sul disciplinare del nostro vino più amato e importante all’estero.

Stasera da Burde ne parleremo sicuramente così come parleremo  dei tempi del Sangiovese, del suo terroir e dell’operato dei critici dove sembra orientarsi.

Riepilogo vini della nostra serata (valutazione in stelle annata) :

  • Brunello di Montalcino Il Greppo 1998 (****)
  • Brunello di Montalcino Il Greppo 1999 (****)
  • Brunello di Montalcino Il Greppo 2000 (***)
  • Brunello di Montalcino Il Greppo 2001 (****) *
  • Rosso di Montalcino Il Greppo 2002 Fascia rossa (**)
  • Brunello di Montalcino Il Greppo 2003 (****)

Bibendum: tutto il vino del mondo su due piani (lasciatemi qui vi prego)

Ancora non so come finire di ringraziare Alessandra Atzeri (cagliaritana DOC trapiantata a Regent’s Park, beata lei) e la possibilità che ha dato a me e agli allievi londinesi del corso di Sommelier AIS UK di definire il proprio palato e tarare il proprio naso sulle eccellenze mondiali enoiche martedì scorso. Siamo a Regent’s Park, proprio sotto la famosa Primrose hill da cui si ha il più bel panorama “naturale” di Londra e qui ha sede questa dinamica e innovatica casa distributrice e importatrice di fine wines.
Da bravi sommelier di provincia trascuriamo bollicine e bianchi (per ora) e ci lanciamo sul cavallo bianco indomito del Saint Emilion, il vino che ogni enosnob dichiara come vino del cuore e per oggi mi accodo volentieri. Questo 2004 ha stoffa da vendere, un purosangue ancora giovanissimo e inesperto ma che già profuma di viola, di caffè, di liquirizia, di ribes in maniera trionfale. Dopo lo Cheval è un pò punitivo buttarsi sugli altri vini ma le sorprese non mancano. Villa Russiz Graf de La Tour (unico italiano sul tavolo insieme ad un Sassicaia 96) sorprende per estratto e finezza e batte nettamente in eleganza diversi Chateau Bordolesi in sala come Lynch Bages e Haut Batailley 2001.

Spiccano invece per persistenza e freschezza inaudita un Penedes 1999 Juan Leon a me finora sconosciuto come anche questa SpringFlield Estate, aziendea del Robertson dal SudAfrica che piazza tre gemme come questo Cabernet, il dolce Straw Wine e il bianco da Chardonnay vincitore del confronto Borgogna vs resto del mondo al piano superiore.

Notevoli il Cabernet di Nicolas Catena Zapata (con un decisamente influenze 22% di Malbec) e anche i bianchi a base Torrontes e Chardonnay erano godibilissimi. Nella sala cosiddetta “Main stage”presenti numerosi vini dalle provenienze più disparati. Degni di nota i due A to Z dall’Oregon con un Pinot Nero e un Pinoti Bianco immediati piacevoli e senza sbavature (e pure tra i più convenienti della sala a livello di costo). Ampia selezione dalla Francia del Sud (un discreto Lirac, Clos de Sixte Alain Jaume) e sfida con un Mourvedre in purezza dall’Australia (il sempre affidabile d’Arenberg, addirittura sublime con il Cabernet Coppermine Road 2000 da MacLaren Vale).

Dalla Spagna un ottimo Grenache da vielles vigne Etim da Montsant e un “organic monastrell 100%”da Casa de l’Ermita 2004 da Jumilla. In mezzo alla sala troneggi un 3 litri di Ceretto Bricco Asili Barbaresco del 1990 che al naso impressiona ma in bocca ha un goudron un pò coprente, ma grandissimo tutto comunqu. Altro rosso interessante è poi l’Heritage Dry Creek Zinfandel da Sonoma del 2006, boscoso e fruttato e senza off flavours animaleschi spesso presenti in certi Zinfandel USA. Tra i bianchi, i “nostri” Lageder e Maffini danno del filo da torcere a “normali” Borgogna e Mersault ma rimango colpito dalla freschezza e dalla rotondità di frutto di un Santorini e soprattutto stordito per un pò dall’intensità che il Bacchus delle Cantine Primrose Hill riescono a produrre (primo vino inglese assaggiato in vita mia, si vede devo ripetere l’esperienza!).

Nella stessa stanza, angolo tutto per Krug con la Grande anneè sempre decisa e imponente, da aspettare ma già ora rotonda e scalpitante e sommamente complessa. Solita nota vivace e stuzzicante per il grandissimo Krug rosè (ne potrei bere a casse a qualsiasi ora della giornata, giuro) e standing ovation di fronte ai due Krug Collection presenti con tanto di lettera personalizzata da lo chef de cave. il 1985 è davvero stunning per concentrazione, spezia morbida e avvolgente che riesce ad esprimere. Il 1981 è molto diverso, più caldo, di foglia secca, di humus di frutta gialla, di sapiidità. Da non sapere quale scegliere ma se davvero devo spendere uno stipendio (ma non basta comunque) direi il 1985, bevuto adesso è davvero vicino alla perfezione per questa tipologia di vino.

Presente anche il Vintage 1998 in quasi anteprima, deciamente tagliente e affilato, giovanissimo ma con la stoffa del fuoriclasse, di pochissimo inferiore al grandioso 1996 (che assaggeremo insieme sabato ad Enogenio così vi spiego meglio cosa intendo…).

Sezione vini dolci e qui le cose si mettono male per il palato perchè c’è un trittico da paura di Sauternes con Yquem 1999, monumentalmente soffuso ed elegante come sempe, Suduirat 1989 in piena caramellizzazione e terziarizzazione, affascinante e camaleontico e un La Tour Blache 1995 con spunti di acetone un pò aggressivi. Tra gli altri bianchi, il migliore senza dubbio l’esuberante complessità soffusa del Dr Loosen Riesling Bernkastler BeerenAuslese 2006 seguito a ruota dal Vin Santo Chianti Rufina della Fattoria di Basciano. Grande curiosità per un Grenache passito “Nostalgia” di D’Arenberg e per un Pinot Nero passito dolce dalla California, cantina Marmesa Vinery da Edna Valley.

Presenti anche Rivesaltes e Maury ma la vera scoperta è lo Straw Wine di De Trafford dallo Stellenbosch, tutto da Chenin Blanc. Intenso e soave, con una nota di fieno fresco e un floreale che lo staccavano da quasi tutt i i vini della sala., compreso il “cugino” Coteaux du Layon 2005 di Pierre Bise.
Ultime papille gustative (ma proprio le ultime dopo il Pedro Ximenes più denso che abbia mai assaggiato dall’Azienda Triana, roba davvero da spalmare sul pane) le dedico alla stanza di Audry, produttore finissimo di Cognac, e di Valeria Rodriguez, “prestige trades saleswoman” di Bibendum. Presenti il proprietario della Maison, assagiamo quasi Due parole su Valeria (si, ok, ovviamente è belloccia, argentina, mora, alta, affascinante, ma questo non c’entra…), sommelier di livello internazionale che guarda con ammirazione il mio palmares che darei via seduta stante per ricevere l’offerta di lavoro che ogni sommelier sano di mente non rifiuterebbe mai, ovvero da The Fat Duck con telefonata diretta da Blumenthal . Peccato che la telefonata sia arrivata tre ore dopo la firma del contratto con Bibendum: lei dice che è felice dov’è, ma non riesco a crederle fino in fondo, okay glielo richiedo dopo un altro goccio di Audry da 500 sterline…mi dice che da Blumethal ci va lo stesso, ma da fornitrice di fine wines e va bene così.
Ma più mi guardo intorno, e che guardo alle scrivanie, mi pare davvero che qui a Bibendum ci sia un’atmosfera strana e contagiosa che pervade ogni desktop e ogni parete e persino in bagno parole e immagini non stanno ferme. Ah già poi dovrei anche raccontarvi che lì insieme a me a discutere di vini troppo alcolici e di zuccherui residui di Rieling c’erano Jancis Robinson e Oz Clarke, ma magari non mi credereste…

Tempo di tornare in albergo, meno male che è pieno di taxi.
(tutti i vini e le foto le trovate qui)

Il Corzano IGT Toscana 2004-2001-1998 Verticale Fattoria Corzano e Paterno

Bella sorpresa quella che ci ha riservato Aliojscha portandoci non solo il 2004 e il 2001, due tra le migliori vendemmie degli ultimi 10 anni ma anche un 1998 tutto da scoprire. Oggetto della mini-verticale è Il Corzano, vino “importante” e di alto profilo ottenuto da Sangiovese (45%) con aggiunte di Cabernet Sauvignon e Merlot.Non chiamiamolo supertuscan ok, ma grande vino si!

Il 2004 è ancora molto giovane e impetuoso con un tannino un pò da affilare ma estratto aromi e corpo da vendere per un futuro che sarà notevole….Profumi intensi e ricchissimi da tutte e tre le varietà ma il Sangiovese è comunque un pò soffocato dal frutto del Merlot e dalla spezia giovane del Cabernet Sauvignon.

Ecco qui l’introduzione al 2004 di Aliojscha e la degustazione:[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Il Corzano IGT 2004 Corzano e Paterno
[/coolplayer]

Il clou della serata, raffinatissimo, splendido colore e profumi mai troppo dolci e intensi ma suadenti e ricercati. La viola e la ciliegia del sangiovese si sposano perfettamente con il mirtillo del cabernet e la mora del merlot a dare un tuttuno di grande potenza ed espressività. Davvero grandissimo. 

Ecco qui l’introduzione al 2001 di Aliojscha e la degustazione:

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Il Corzano IGT 2001 Corzano e Paterno
[/coolplayer]

Piccola delusione per un 98 che si dimostra non particolarmente in forma con porfumi un pò cotti e con un fruttato quasi assente. In evidenza note di sottobosco goudron e altre spezie ma il 2001 è davvero un’altra cosa. Da riprovare tra un paio d’anni per capire se è una involuzione passeggera o definitiva. 

Ecco qui l’introduzione al 1998 di Aliojscha e la degustazione:

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Il Corzano IGT 1998 Corzano e Paterno
[/coolplayer]

Un sommelier a Las Vegas: è questo il nostro Eldorado?

Per rispondere alla fondamentale questione abbiamo seguito negli States Davide Merlini, fascinoso sommelier candidato all’Oscar Bibenda come Miglior Sommelier nel 2007, semifinalista ai campionati italiani nel 2006, ex primo sommelier da Marchesi all’Hostaria dell’Orso a Roma.

Qui tutte le foto della sua avventura estiva negli Stati Uniti e in particolare a Las Vegas dove i (nostri) sogni divengono realtà e per farvi raccontare altri dettagli, lo trovate ovviamente su FaceCook..ehm Facebook:

L’autunno è ormai iniziato, le foglie cadono ed i pensieri già volano verso gli impegni futuri: ma un pizzico di nostalgia per il caldo tepore dei raggi solari fa parte di tutti noi, e per il sottoscritto la nostalgia si fonde nella voglia, nella spinta di fare un grande salto e volare definitivamente dall’altra parte dell’oceano dove ho trascorso un’estate al sole di Santa Monica e Las Vegas vissuta non da semplice turista..
Queste due località sono accomunate dalla presenza dell’eccellenza italiana riguardo ristorazione e vini: Valentino ristorante italiano high class di Piero Selvaggio.
A Las Vegas, inaugurato nel 2002, si trova all’interno del Venetian Resort, complesso turistico alberghiero d’èlite ispirato ai fasti di Venezia. A Los Angeles fin dal 1972 è situato in Santa Monica, quartiere vivo e dinamico. Ristoranti  pluripremiati dal Wine Spectator Grand Award fin dalla loro apertura per la carta vini eccezionale, comprendente più di duemila etichette provenienti da tutto il mondo, ed una profondità di annate di vini francesi, italiani, californiani impressionante.
I personaggi di questo successo sono le idee, il carisma di un grande ristoratore, l’intelligenza la professionalità e la competenza dei suoi collaboratori; Bob Kelly e Julian Zaragoza Wine Directors di Vegas e Santa Monica, molti sono italiani come Luciano Pellegrini Executive Chef, Cristina Carboni Sommelier e Carlo Cannuscio General Manager… I personaggi di questo successo sono le idee, il carisma di un grande ristoratore, l’intelligenza la professionalità e la competenza dei suoi collaboratori; Bob Kelly e Julian Zaragoza Wine Directors di Vegas e Santa Monica, molti sono italiani come Luciano Pellegrini Executive Chef, Cristina Carboni Sommelier e Carlo Cannuscio General Manager… 

Idea principale quella di proporre alla clientela una possibilità di spesa “illimitata” per questo Piero Selvaggio ha comprato per anni le migliori annate dei più grandi vini al mondo, trovandosi ad oggi con verticali di Chateau francesi e Grandi  vini di Borgogna, da lasciare esterrefatti!

Così può capitare quotidianamente il tavolo VIP che in cinque persone si aprono due Gaya & Rey ’97, un Sorì Tildin ’89, un Chateau Lafite Rotschild ’90, un Chateau Latour ’89, un Chateau Haut Brion ’82 per concludere con un Yquem ’89……o la singola coppia che ama il vino italiano e apre Sassicaia ’85…per non parlare del produttore di turno che prenota per tre persone un venerdì a pranzo…pretendendo di scegliersi le bottiglie nel caveau ed aprendo cinque annate di Romanée Conti comprese tra gli anni ottanta e sessanta …pagando con carta di credito American Express Black Doppia e lasciando diecimila dollari di mancia…Lavorare in questi posti unici significa vivere il vino con un’altra ottica, i termini di paragone del proprio bagaglio sensoriale si ampliano, si ha la fortuna di lavorare con grandissimi vini di grandissime annate, provenienti da tutto il mondo….ho scoperto dei vini Californiani impensabili…azienda Sine Qua Non su tutte……ed il servizio di queste bottiglie avviene con eleganza e semplicità… Io vostro collega Sommelier ho avuto la fortuna di trascorrere con loro questa fantastica estate, tra vino sole mare vigne deserto e le luci scintillanti della notte di Vegas, città abbagliante, sorprendente nella sua minuziosa ricerca della massima offerta di divertimento. Rappresentazioni  di città europee, da Parigi a Roma e Venezia, piramidi, galeoni che si affrontano a suon di musical cannonate e fuochi d’artificio di fronte al Treasure Island, fontane con spruzzi di decine di metri che si muovono a suon di musica di fronte al Bellagio; e poi limousine da 12 persone, la cascata di cioccolato liquido più grande del mondo, casinò ovunque e slot machine anche nei bagni pubblici.
La città che non dorme mai, 24 su 24 per soddisfare ogni esigenza.

I Tre Borri Chianti DOCG 2004 Riserva Fattoria Corzano e Paterno

Sangiovese di gran classe e finezza, ruspante e fine come si addice al vitigno. Un mese di macerazione botte picccola ma usata, un grande esempio di espressione del terroir piuttosto che dell’enologia applicata. Siamo a 300 metri dal confine del Chianti Classico ma se possibile qui il Sangiovese si esprime in solitaria con una tonalità simile a certi blasonati prodotti di Radda o Gaiole. Un vino che sembra austero ma che con il tempo in bottiglia e nel bicchiere stesso evolve a dare un abbraccio dolce e rilassante come solo i grandi Sangiovese riescono a produrre.

Tutte lo note del sangiovese a mezza via con floreale secco, frutta in confettura e sotto spirito, spezie delicate di tabacco cuoio e liquirizia, tannino fitto ma mai aggressivo con una evoluzione che si percepisce solo all’inizio.

Per molti, il top della serata.

Il Passito di Corzano VDT 1998 Fattoria Corzano e Paterno

Apoteosi della serata con un vino che è già un piccolo mito. 9% alcool 320 gr/l di zucchero (come un TBA o un Tokaj 6 puttonyos) ma una freschezza impressionante che lo rendono sublime sul Blu di Corzano (l’erborinato di pecora di casa) e ottimo anche sulla classica pasticcceria di mandorla.

4 mesi di appassimento per Malvasia e Trebbiano toscano e poi 6 anni in caratello come da ogni tradizione di Vin Santo, solo che qui la DOC è stata rifiutata perchè non raggiunge i 13% minimi previsti da disciplinare… (ascoltatevi Aliojscha che racconta la telefonata dal Consorzio nel video).

Per non farci mancare nulla, oltrechè sul Blu lo abbiamo anche provato sui Berriquocoli del forno Masoni Pietro e sul loro spettacolare Panforte fichi e noci, versione “povera” del panforte classico senese.

Ecco qui una breve introduzione e la degustazione ma sarebbe stato più interessante filmare e ascoltare i commenti al termine della serata con molti sicuri di aver trovato un ALTRA alternativa al sesso tra i vini dolci toscani.

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Passito Corzano e Paterno 1998
[/coolplayer]

Auguri alla famiglia Pandolfini…150 (milioni) di questi brutti e boni

Oggi sono in volo per Londra e stasera difficilmente sarò di ritorno per godermi la festa che l’amica Elisabetta e tutta la famiglia Pandolfini ha organizzato per celebrare i 150 anni del celebre Biscottificio Mattei a Prato. Voi che potete, fate un salto stasera dalle 18 a Prato in pienissimo centro e godetevi tutte le iniziative che sono state organizzate e ovviamente magari per provare la loro Mantovana, il filone candito, i biscotti Teseo e tutti gli altri prodotti che nel corso degli anni hanno affiancato il celeberrimo “cantuccino”. Sì, ci sarà pure la crema gelato al Vin Santo Carapina per quei pochissimi che quest’estate non l’hanno assaggiata.

Da clienti e amici e pure co-evi (siamo anche noi alla quarta generazione in famiglia al ristorante…) non possiamo che abbracciare questo piccolo miracolo del gusto toscano che viaggia per tutto il mondo (accompagnato da un bel Vin Santo) e augurargli di compierne tanti di centocinquantesimi compleanni…

(foto Antonio Tomasi)

Terre di Corzano Chianti DOCG Fattoria Corzano e Paterno 2005

Il base aziendale ma già frutto di una selezione notevole con 1,5 kili di uva per ceppo. Sangiovese e canaiolo 15% per un vino tipico chiantigiano fresco fruttato e dalla viola mammola da manuale.

Grande acidità e beva piacevolissima lo rendono un vino a tutto pasto ideale. E da non consumare prima di 3 anni dalla vendemmia, ci siamo resi conto! Ottimo rapporto qualità prezzo, sullo scaffale a 10,5 Euro. Su pasta al sugo ma anche griglia non troppo impegnativa. Ieri sera ottimo sulla mortadella di prato!

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Terre di Corzano 2005 Chianti DOCG
[/coolplayer]

Aljoscha e i vini di terroir di Corzano e Paterno e la storia della Fattoria

tappo corzano paternoSuccesso inaspettato con obbligatorio tralsoco di sala e raddoppio dei posti messi a disposizione per la serata Latte e Vino. Tante facce nuove e molti habtuèe per 7 vini “veri” e interessantissimi in abbinamento ai formaggi strepitosi di Toni che ha accompagnato il marito in questa uscita in mezzo alla vendemmia  (trovate qui tutte le foto).

Aliosjcha non è apparso per niente stanco e ci ha regalato a parte una bella verticale di Il Corzano 1998-2004 e ci svelato retroscena sulla storia delle due Fattorie giusto 300 mt fuori dalla zona del Chianti Classico, di come sono arrivate 40 pecore dalla Sardegna a San Casciano, del Sangiovese in purezza e non, dei vini costruiti , della vita appena fuori dai riflettori del rutilante mondo del wine show biz.

Ecco qui mentre ci racconta di come è nata la Fattoria da una intuizione felice dello zio.

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
La Storia di Corzano e PAterno: il latte e il vino
[/coolplayer]