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Quinta do Noval: la nacional del Porto a Signa

rute moreiroDevo ringraziare pubblicamente la Vino e Design e Andrea Vannini per averci regalato un pomeriggio davvero interessante e didattico martedì scorso con la degustazione di alcuni (ovviamente il Nacional non c’era…) prodotti di Quinta do Noval una delle più antiche e gloriose case portoghesi di Porto, una delle poche a non portare il nome di una famiglia ma quello della tenuta, donata direttamente dal Marchese di Plombal.

E la gentilisissima Rute Moreiro ci ha fatto fare un bel viaggio nel Douro mostrandoci foto impressionanti delle Quintas e dei terrazzamenti dove crescono le uve del porto. E soprattutto ci ha fatto capire le difficoltà innegabili di vendemmiare in queste condizioni con le gerle da 70 kili sulle spalle, senza meccanizzazione, con la pigiatura ancora orgogliosamente a piede. E pure ho scoperto come mai la celeberrima Touriga Nacional si chiama così!rute moreiro

Terminata la lezione nelle sale del ristorante Edy Più di Lastra a Signa (posto splendido, la cucina mi dicono anche, lo proverò quanto prima) ci trasferiamo nella veranda e via via sfidando il caldo ecco i vini in successione. I vini sotto il nome “Noval” contengono uve delle 4 quintas di proprietà della tenuta mentre i Porto con la dizione “Quinta do Noval” contengono 100% uve da quella singola Quinta. I Porto (per i profani) si dividono in due grandi famiglie ovvero i Tawny (invecchiati anche a lungo in botti piccole, ossidati e alcolici spesso color mattone e granato) e i Ruby (invecchiati in botte grande e per poco tempo, maturati per molti anni semmai in bottiglia, come i Vintage, sono da giovani rosso porpora acceso). Si servono quasi sempre intorno ai 12-14 gradi per via del tenore alcolico elevato, spesso a sfiorare i 20%. Una particolarità che rende (a detta loro) i vini così speciali è l’uso elevato rispetto alle altre aziende della varietà di uva a bacca nera Sousão, oggetto di una certa riscoperta in tutta la valle del Douro.

Noval Tawny 10 Years: si tratta di un misto di varie annate da servire al massimo a 15 gradi. Profumo nettamente ossidato ma intenso e affascinante, gusto pieno e tannico, aromi croccanti di amarena fieno spezie cannella cardamomo. Ottimo con dolci anche aperitivo. Uno dei migliori della giornata, sorprendente.

Noval Tawny 20 Years: quasi un cognac pungente dall’acidità elevata. Naso di intensità. Note di uva passa, rabarbaro, decisamente meno dolce del 10 years, note amare bacche, sandalo. Più nocciols più caramello, caffè, tostature, noci.
Quinta do Noval Colheita 95 (Tawny) : imbottigliato dopo 7 anni minimo di botte piccola, questo in particolare è stato imbottigliato nel 2007. Fresco ricco, profumo di caramello e amarena, canditi, caramella inglese bellissima acidità (nonostante i 100 gr zucchero!). Forse il più accattivante e bevibile di tutti. E neanche carissimo (intorno ai 45 euro).

Quinta do Noval Colheita 86 (Tawny): molto terziarizzato, note forti di lacca acetone terziario, tanto legno, un pò di frutta secca ma aromi molto più simili ad un distillato che ad un vino.

Noval Late Bottled Vintage 2003 Unfiltered: imbottigliato dopo 3 anni di botte grande ma non filtrato per permettere ulteriore evoluzione in bottiglia è di un porpora accesso e carnoso, naso candito con scorza d arancia majani, marmellata di mora. Iin bocca è pieno e corposo, morbido e si percepisce la materia e il potenziale evolutivo. Incredibilmente somigliante al Kurni …ma a solo 25 euro! Non solo da cioccolata, decisamente.

Quinta do Noval Vintage 2004: di primo naso sembrava quasi un Chianti Riserva giovane appena uscito dalla barrique, pienussimo fruttato, tannino concentratissimo, aromi di castagna buccia ballotta (secondo Arturo  che era accanto a me), mirtillo e ribes in bocca ma non si tiene quasi dalla potenza e dal corpo possente…ricchissimo, mineralità spiccata. Nel 2004 pochissimie quintas hanno dichiarato Vintage e anche Noval non ha imbottigliato Nacional quindi le uve del vigneto principe sono confluite in questo vino.

Quinta do Noval Vintage 1994: dovrebbe essere in teoria al suo massimo adesso, più austero caldo ma non esagerato, frutta cotta sotto spirito, poi tabacco cuio spezie anice, sandalo. Esemplare per capire come possa evolvere il 2004 così giovae appena assaggiato ma secondo Rute il 2004 tra 10 anni sarà molto meglio di questo 94 oggi.

Ah, già la Touriga si chiama “Nacional” perchè si tratta in genere di uve a piede franco e radici profondissime appunto nel cuore della “nazione”.

The day that never comes è qui: il nuovo dei Metallica nel vostro iPod! (e un pò di nostalgia, again)

Ecco tra i 100 motivi per cui vorrei essere tedesco c’è il fatto che domani sera 12 settembre alcuni migliaia di fortunati crucchi saranno nella colossale O2 Arena a festeggiare con i Four Horsemen il lancio del nuovo disco Death Magnetic. Che ormai già conosciamo tutto tra singoli (“Cyanide” è incredibile!), ascolti alla radio e preview online, senza contare la genialata di marketing di rilasciare proprio domani un update per Guitar Hero con le canzoni di Death.

Non credo sia immaginabile un marketing più studiato e complesso di quello messo in piedi per questo disco! A me basterebbe molto meno ma i tempi in cui aspettavi con trepidazione che si alzasse il bandone del tuo spacciatore di metal abituale e sgattaiolavi sotto per essere il primo (andando direttamente alla cassa tanto il carnefice sapeva benissimo cosa avresti comprato) ad acquistarlo era troppo bello.

E poi l’attesa in bus di arrivare a casa, ciaomammatuttobene, accendere lo stereo e chiuderti in stanza due ore e forse più… Stanotte quindi invece di essere a Copenaghen nel negozietto preferito di Lars (ridicolo) sarò davanti al Pc con ITunes accesso pronto a cliccare su “Acquista ora”. 30 secondi e tac comincio l’ascolto in cucina tra i libri di studio la nutella e il bricco del latte…things they change my friend!

Castello di Vincigliata e Bibi Graetz: non solo fantasmi

castello vincigliata bibi graetzE’ risaputo che nel Castello di Vincigliata si aggiri qualche fantasma tra i corridoi e le scalinate ma qualcuno si è anche lasciato andare ogni tanto dicendo che pure nelle bottiglie dei vari Testamatta, Colore, Soffocone ci fosse un qualcosa di non riconducibile solo a quei bei vigneti da cartolina che Bibi ha disseminato a Fiesole e in giro per la Toscana. L’altra sera alla consueta Festa della Vendemmia solita grande partecipazione e solita atmosfera incantata e purtroppo anche la solita ora in piedi per mangiare una “porzione cremona” di maialino asado.

L’evento era riservato a clienti e potenziali tali tra enoteche ristoranti e simili e ovviamente i vini erano serviti a circa 26 gradi (bianchi compresi) in una stanza quasi al buio ma nonostante le condizioni non posso esimermi dal dire che sono rimasto molto colpito dal Testamatta 2006 dal solito terribile rapporto qualità prezzo (a 80 euro è fuori dal mondo) e da I Grilli del Testamatta, sorta di second vin aziendale, molto più pronto e di facile beva, con un fruttato accattivante da toscano di razza. soffocne nettari etrusci

Allineato per prezzo ma molto più rustico e scorbutico il grande Soffocone, case study di marketing enoico, che nella sua versione 2006 rivela un tannino deciso e un po’ scorbutico ma che al naso convince tantissimo.E peccato che Hillary Clinton non abbia vinto le primarie perchè è corsa voce di una spedizione già pronta a partire per regalare alla ex first lady una doppia magnum di questa bottiglia (non sappiamo se a Michelle Obama toccherà qualcosa di simile in caso di vittoria molto poco probabile del marito).

Solita grandissima prova per il Bugia 2006 dall’isola del Giglio da Ansonica in purezza di vigneti di 80 anni parzialmente macerata sulle bucce. Solo discreto (ma caldo com’era non posso dirvi di più) anche il Gigliese 2007. Ottimo invece il rapporto qualità prezzo (circa 9 euro in enoteca) per i vini base aziendali ovvero i due Casamatta bianco e rosso, freschi, vivaci e dissetanti. Spazio anche al Canaiolo (altro vino “teorico” ovvero solo 3 barrique, costosissimo e iperconcentrato) e ad un Testamatta 2004 in magnum semplicemente fantastico con note fruttate ancora giovanissime di fragola e ciliegia su un tappeto serratissimo di spezie (carruba, cardamomo) .

Niente Colore stavolta (ma esiste ancora? per 500 euro a bottiglia è ancora più virtuale del Canaiolo…quando era in carta da Pinchiorri costava meno!) ma nessuno ne sentiva la mancanza.

Ecco adesso uno può ricominciare a dire che non è possibile che il Sangiovese a Fiesole possa dare un vino come il Testamatta e possiamo quindi ricominciare a parlare di fantasmi ma i vini di Graetz vanno presi così… Fanno presa su di un immaginario collettivo vinoso modaiolo e “cool” che può far storcere il naso a qualcuno ma oggettivamente si tratta di prodotti dotati di un fascino particolare. Ovvio poi che se ve li servono in un posto così…

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Il blitz(krieg) dello Chardonnay nella Champagne

La vogliamo smettere o no di bere blanc de blancs? Per colpa vostra e per la vostra mania di bere bollicina bianca il Pinot Nero nella Champagne sta perdendo la battaglia. Quest’anno il clima elimina un 10% di raccolto di Chard da Reims (ma anche il resto della Francia soffre un pò quest’anno) e gli agricoltori delle zone allargate della regione pare abbiano intenzione per il futuro di buttarsi a pesce sull’uva più inflazionata del mondo, lo Chardonnay appunto.

C’è ancora spazio per noi maniaci del grandissimo  Blanc de Noirs? Santo Egly Ouriet proteggici!

Sommelier consulente offresi per gita da Pandolfini: 25mila euro bastano per Romanèe Conti 2005

A parte gli scherzi, dato che da Pandolfini capiscono subito che non ho una lira e non mi ci fanno nemmeno avvicinare, cerco qualche intenditore che abbia bisogno di consigli su come spendere un piccolo patrimonio (e per soffiare un paio di bottiglie a Paolo Baracchino che sennò vince facile).

Guardando il catalogo ho visto alcuni lotti meravigliosi e uscendo da bottega passerò in banca per sentire se mi prestano 25mila euro per il lotto numero 180:

Romanée Conti 2005
Romanée Conti – 1 bt
Montrachet – 1 bt
La Tâche – 2 bt
Richebourg – 2 bt
Echezeaux – 2 bt
Grand Echezeaux – 2 bt
Romanée St.Vivant – 2 bt

Si lo so che sembra una follia ma stiamo parlando dell’annata 2005 e io cercavo giusto una bottiglia da mettere in cantina che fosse dell’annata del mio primogenito…

Il resto del catalogo lo trovate qui, me invece sapete dove trovarmi! E comunque l’8 Ottobre alla Leopolda (insieme alla presentazione delle Guide dell’Espresso, mi ci trovate intento a sbavare sul cellophane delle magnum).

Scuola di Abbinamento Gelato Vino da Burde con Carapina 16 settembre

Lo abbiamo annunciato diverse volte ma adesso ci siamo e vi assicuro che è realtà! Ovvero uno dei primi tentativi pratici di coniugare i due dolci piacere per antonomasia ovvero il Gelato (e ancora qualche giorno d’Estate ce lo dovremmo avere) e i vini da dessert (da meditazione, da conversazione, da caminetto come volete voi).

Martedì 16 settembre prossimo dalle 21:00, sei (ma ci sta siano anche di più) gusti di gelato artigianale fatto davvero a mano con sei vini dolci dalla Toscana e dal Mondo per sperimentare insieme abbinamenti mai provati prima. E non stiamo parlando di esperimenti un pò industriali (seppur interessanti) ma qualcosa di un pò più raffinato giocato su aromi sapori ma anche tradizione e memoria.

Approfitteremo dell’occasione con Simone Bonini e Gianpaolo Valli di Carapina per raccontarvi come si fa il gelato oggi e discutere con voi e rispondere alle vostre domande sui gelati artigianali e cosa può significare artigianale in questo mondo (e ce n’è da discutere vi assicuro…).

Ma venendo alle note pratiche, dopo un aperitivo-gelato Cuba Libre e Daiquiri ecco cosa proveremo ad abbinare:

  • Botrys Mastrojanni IGT 1999 con Nocciola del Piemonte DOP
  • Porto LBV Graham 99 con il Nero Assoluto
  • Marsala Vergine Soleras Rallo con il Pistacchio Puro di Bronte
  • Malvasia e Moscato liquoroso Vigna Moresca con la Crema dell’Artusi
  • Brachetto Spumante DOCG Fontanafredda con gelati alla Frutta
  • Granello IGT Barone Ricasoli con Fresco Carapina
  • altri a sorpresa a seconda della disponibilità…(mica potremo NON farvi ri-assaggiare le creme al Vin Santo e alla fiorentina?)

25 euro compreso (ovviamente) gelato, cialde, vini e quant’altro. Potete anche iscrivervi direttamente da Facebook.

Scusa babbo, come è fatto il Sangioveto?

Sabato scorso a Lucca all’interno della manifestazione Murabilia ho trovato, oltre ad un oceano di zucche  (esteticamente il mio ortaggio preferito causa Helloween), questo interessantissimo stand dei Vivai Belfiore che presentavano una grande tavolata di frutta e di uve da tavola e da vino ciascuna con il proprio grappolo. Ho messo su Flickr questo set di foto per i curiosi che vogliano guardare in faccia mister sangiovese e anche suoi illustri compari come il ciliegiolo e il  moro fiorentino

Sempre parlando dei Vivai Belfiore, segnalo il mio bravo collega Maurizio Zanolla che al’interno della manifestazione Pomarium (dedicato ai frutteti artigianali, 12-21 settembre) parlerà del Trebbiano e della sua riscoperta.

Charme Sommelier: i finalisti da Firenze e dalla Campania alla cena evento di Roma

Preso dal Trofeo Berlucchi e dal Sagrantino, mi sono scordato di rammentarvi che anche il nuovo e ambito premio di Charme Sommelier sta entrando nel vivo in attesa della finale del prossimo 21 settembre a Rolle presso il Relais Duca di Dolle di Bisol. Si sono svolte nei giorni scorsi le prove di semifinale con le cene spettacolo in tutta Italia e già circolano i primi nomi “fiorentini” dei finalisti usciti dalla prova di Roma: Camilla Cosi, Alessandro Oddo e Giuseppe Tedesco .

Sempre da Roma, tra gli altri 17 finalisti di tutta Italia, anche 3 baldi sommelier dalla “Campania che va” (@Monica). Ed è proprio tramite le parole di uno di loro, Angelo di Costanzo (che già conoscete dal suo tour nel Chianti tempo fa) che scopriamo cosa è successo nella combattutissima semifinale romana:

Roma, 4 Settembre 2008. La giornata in tarda mattinata già volgeva al meglio, due buone telefonate di sinceri in bocca al lupo, una notizia personale quantomeno rassicurante e la mail di Luciano Pignataro che mi comunicava di aver apprezzato un mio “pezzo” sul Vino pa’neve di Antonio Del Franco.

charme sommelier roma campania angeloNel primo pomeriggio partenza per Roma, come sempre al mio fianco la mia musa Lilly ed il Rome Cavalieri che ci attende; Vivaddio niente traffico sull’A1 sino al grande raccordo anulare superato il quale ci ritroviamo d’un colpo in zona Parioli, direzione Monte Mario. Un piccolo momento di enpasse direzionale (m’aggio perso, ndr) e arriviamo dritti sparati alla casa dell’Ais Roma. Lo scenario è d’incanto, devo dire la location scelta è proprio charmant e dopo un breve ma concitato schioccare di baci per i saluti ed alcuni convenevoli di servizio ci siamo ritrovati immediatamente catapultati in questa nuova avventura: benvenuti alle preselezioni di Roma di Charme Sommelier 2008!

La pattuglia campana è folta è ben assortita, due donne, tre uomini, a dirla tutta siamo la delegazione con il più alto numero di iscritti, e scusate se è poco: Magda Garufi, Elvira Coppola, Giannantonio Aiuolo, Pasquale Brillante ed Angelo Di Costanzo (che sarei io), siamo qui per contribuire a quel fenomeno di Campania che va (mai slogan fu più appropriato, diamo a Monica quel che è di Monica) che negli ultimi tempi ci piace un sacco portare in giro e per dire la nostra anche in questo contesto elegante ed altamente professionale con tutta la nostra storia e le nostre capacità accompagnate da una grande voglia di confronto.

Dopo un lungo, lunghissimo, interminabile briefing finalmente si inizia, ad ognuno il suo tavolo mediamente con otto commensali da gestire nella maniera migliore possibile, dalla presentazione della carta dei vini, alla scelta dei vini stessi, dai consigli sull’abbinamento alle notizie sui piatti ed i prodotti seriviti che di volta in volta si susseguiranno per tutta la serata. Il mio tavolo è composto da sette commensali tra i quali Alessandro Scorsone, fresco vincitore dell’Oscar del Vino 2008 come Miglior Sommelier nel suo Ristorante e nondimeno Maestro Cerimoniere della Residenza del Consiglio dei Ministri (…i che mazzo!) e senza nascondervi una momentanea “perdita” di sensibilità linguistica (mi è letteralmente mancato il fiato!) ho maturato velocemente l’idea che non c’è più grande gratificazione senza ardua fatica, pertanto gambe in spalla, la migliore interpretazione possibile e…pedalare!

La serata è scorsa abbastanza velocemente nonostante nell’intervallo tra una portata e l’altra si necessitava di tempo per “interrogare” i sommelier concorrenti, il menù di quattro portate ci aveva presagito 4-5 vini in abbinamento che in verità mi ero anche già ampiamente preparato a consigliare, ma come nelle peggiori delle ipotesi il “nostro” buon Maestro ed uno degli altri commensali (a dire il vero, anche più esigente di Scorsone!) mi invitavano continuamente a consigliare nuovi vini da accostare alle pietanze, cosicchè dei 24 vini presenti in carta credo di averne serviti almeno una ventina, con grande piacere paersonale e del ciabattino che rifarà le suole delle mie scarpe.

Tutto è bene quel che finisce bene, personalmente ho dato il meglio che potessi offrire ai miei avventori, come del resto sono certo abbiano fatto tutti gli altri Sommeliers intervenuti, se ci sono appunti da sottolineare, beh forse c’era un pò troppa gente e la cucina (no, non ha cucinato Heinz Beck!) non è stata certamente all’altezza, alcuni piatti sono risultati poco espressivi della tradizione che avrebbero dovuto rappresentare e ciò non ci ha aiutato molto nella riuscita degli abbinamenti proposti. Salire sul palco tra i vincitori di questa preselezione di Roma e ritirare la spilla d’argento e diamanti di Charme Sommelier 2008 è stato un grande onore e piacere personale che voglio condividere con tutte le persone che credono in me, Lilly in primis, e con tutti i colleghi Sommeliers con i quali ho condiviso questa bellissima esperienza, Magda, Giannantonio, Elvira e Pasquale.

La Campania che và ha conquistato anche Roma!

Avvisi appuntamenti sommelier e aspiranti tali…corsi e concorsi intorno al Vino d’Autunno

Calendario fittissimo da ora almeno fino a fine Ottobre per sommelier (concorsi a raffica) e soprattutto corsi in partenza da non perdere per concludere gli studi per quanti hanno terminato il primo e il secondo livello AIS. Innanzitutto vi ricordo che date, corsi, degustazioni, appuntamenti ed eventi in Toscana li trovate tutti sul nostro efficientissimo sito regionale (lanciato verso le 15mila visite uniche mensili) . Per essere sicuri di ricevere ogni aggiornamento e notizia vi basta iscrivervi al feed RSS che abbiamo predisposto già da alcuni mesi, questo: http://www.aistoscana.it/feed.php

In particolare occhio che partono tra pochissimo il Terzo livello a Prato (22 settembre) e il Terzo Livello a Siena (30 settembre), corsi sempre diffficili da organizzare ma che vi consentono di completare gli studi ed accedere al tanto temuto esame di fine corso. Per chi è metà del cammino sarà utile sapere che a Firenze partirà prestissimo (22 settembre) il Secondo Livello, e il 29 Ottobre in Versilia, mentre per chi inizia (e siete sempre numerosissimi, complimenti!) potete scegliere tra Livorno ( 30 settembre) o aspettare gennaio per il Primo Livello ad Arezzo (21 gennaio) e a Firenze.

Degustazioni imperdibili (aperte anche ai NON-soci)  il “bibenda day toscano” di Enogenio, a cura di Roberto Bellini sabato 4 Ottobre a Montecatini con 18 etichette incredibili (vedi elenco qui) e il classico appuntamento di Spumantia il domenica 12 Ottobre.

Versante concorsi, parte il 15 settembre (con i quarti di finale a Roma, Milano e Napoli) la caccia al successore di Nicoletta per il Miglior Sommelier d’Italia ma subito dopo ricordatevi che c’è il Master del Sagrantino con una formula molto particolare che lo scorso anno mise in discussione gerarchie consolidate. Per iscrivervi avete tempo fino al 12 settembre (trovate tutto qui).

p.s. sono indietrissimo con la preparazione ma è più forte di me per cui sarò sia il 15 a Roma che il 18 a Montefalco…se proprio non ne avete voglia, ecco, potete anche non venire, non mi offendo! 😉