Castello di Vincigliata e Bibi Graetz: non solo fantasmi

castello vincigliata bibi graetzE’ risaputo che nel Castello di Vincigliata si aggiri qualche fantasma tra i corridoi e le scalinate ma qualcuno si è anche lasciato andare ogni tanto dicendo che pure nelle bottiglie dei vari Testamatta, Colore, Soffocone ci fosse un qualcosa di non riconducibile solo a quei bei vigneti da cartolina che Bibi ha disseminato a Fiesole e in giro per la Toscana. L’altra sera alla consueta Festa della Vendemmia solita grande partecipazione e solita atmosfera incantata e purtroppo anche la solita ora in piedi per mangiare una “porzione cremona” di maialino asado.

L’evento era riservato a clienti e potenziali tali tra enoteche ristoranti e simili e ovviamente i vini erano serviti a circa 26 gradi (bianchi compresi) in una stanza quasi al buio ma nonostante le condizioni non posso esimermi dal dire che sono rimasto molto colpito dal Testamatta 2006 dal solito terribile rapporto qualità prezzo (a 80 euro è fuori dal mondo) e da I Grilli del Testamatta, sorta di second vin aziendale, molto più pronto e di facile beva, con un fruttato accattivante da toscano di razza. soffocne nettari etrusci

Allineato per prezzo ma molto più rustico e scorbutico il grande Soffocone, case study di marketing enoico, che nella sua versione 2006 rivela un tannino deciso e un po’ scorbutico ma che al naso convince tantissimo.E peccato che Hillary Clinton non abbia vinto le primarie perchè è corsa voce di una spedizione già pronta a partire per regalare alla ex first lady una doppia magnum di questa bottiglia (non sappiamo se a Michelle Obama toccherà qualcosa di simile in caso di vittoria molto poco probabile del marito).

Solita grandissima prova per il Bugia 2006 dall’isola del Giglio da Ansonica in purezza di vigneti di 80 anni parzialmente macerata sulle bucce. Solo discreto (ma caldo com’era non posso dirvi di più) anche il Gigliese 2007. Ottimo invece il rapporto qualità prezzo (circa 9 euro in enoteca) per i vini base aziendali ovvero i due Casamatta bianco e rosso, freschi, vivaci e dissetanti. Spazio anche al Canaiolo (altro vino “teorico” ovvero solo 3 barrique, costosissimo e iperconcentrato) e ad un Testamatta 2004 in magnum semplicemente fantastico con note fruttate ancora giovanissime di fragola e ciliegia su un tappeto serratissimo di spezie (carruba, cardamomo) .

Niente Colore stavolta (ma esiste ancora? per 500 euro a bottiglia è ancora più virtuale del Canaiolo…quando era in carta da Pinchiorri costava meno!) ma nessuno ne sentiva la mancanza.

Ecco adesso uno può ricominciare a dire che non è possibile che il Sangiovese a Fiesole possa dare un vino come il Testamatta e possiamo quindi ricominciare a parlare di fantasmi ma i vini di Graetz vanno presi così… Fanno presa su di un immaginario collettivo vinoso modaiolo e “cool” che può far storcere il naso a qualcuno ma oggettivamente si tratta di prodotti dotati di un fascino particolare. Ovvio poi che se ve li servono in un posto così…

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