Bevute

Assaggi di vino distillati con punteggio, spesso con video degustazione

La Vieille Julienne- Daumen père et fils Châteauneuf-du-Pape AOC 2005

Quando Parker e i suoi emuli americani (e anche Gary!) ci parlano di vini esplosivi
del Rodano e di fiumi di blackcurrant (mirtillo nero) che invadono il palato è di
questo vino che stanno parlando! Giovanissimo e aggressivo, già alla vista con il suo
porpora intenso e le note violacee accesissime preannuncia di essere un vino
impetuoso e diretto. Al naso è lampone, è fragola, spezia dolce, tabacco e cacao,
frutta di bosco scurissima e matura, cassis, un vero e proprio concentrato di note
aromatiche piene e compatte. In bocca mantiene ciò che ha promesso al naso con un
impatto forte e impetuoso che lascia il palato quasi intorpidito di fronte a cotanto
tannino aggressivo, all’acidità alta e tagliente e al roboante 15.5% di alcool, più
che necessario e affatto fastidioso visto che aiuta, insieme ad un corpo pieno e
serrato, a controbilanciare una massa di durezze davvero rara. Un vino sicuramente
giovanissio e assolutamente da non bere adesso ma perfetto per capire già in
gioventtù i crismi della grande annata. E il 2005 nel Rodano del Sud è una di quelle
annate che faranno storia e se la faranno sarà proprio per merito di vini come
questo!(70% Grenache, 10% Syrah, 20% tra Mourvèdre, Cinsault, Counoise e diversi vitigni a bacca bianca).

Da Burde a € 75,00 in tavola e in enoteca
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La Vieille Julienne Chateneuf du Pape AOC 2005
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Vive le Rhone! Chateauneuf du Pape e Cote Rotie

Grandi vini per una piccola introduzione al Rodano vitivinicolo e alle sue affascinanti diversità. Sala gremita e pubblico molto attento a scoprire dettagli e sfumature di vini mai così tanto al centro dell’attenzione (vedi Wine Spectator e Robert Parker) ma anche mai così poco conosciuti al grande pubblico. Ed ecco che la serata è scorsa via molto piacevole tra Grenache Blanc in purezza per un discreto vino da inizio pasto come il Chateau Des Tours 2004, della stessa maison del monumentale Chateau Rayas, e la nobile e mineralissima versione del Viogner di Chateau Grillet, una delle maison francesi più celebrate. Il Grillet 98 di è rivelato succoso e territoriale e godibilissimo. Tra i rossi, sferzata in apertura di tannino e acidità e frutta esplosiva per un’altro grandissimo successo enologico recente ovvero La Vieille Julienne 2005, con il suo Chateneuf du Pape “biologico”. Passo indietro negli anni per un Cote Rotie Vidal Fleury 1995 un pò in fase calante ma molto tipico per un Syrah evoluto, con note di humus, carne e pepe nero.

Grandissimo il finale di serata con uno Chateau Rayas 1998 che non ha deluso le aspettative mostrando classe ed eleganza più che muscoli affascinando tutti i commensali. Dolce chiusura con il Muscat de Baumes et de Venise di Duboeuf e la sua calda  aromaticità di fiori e frutta, perfetti per accompagnare la nostra torta di mele caserecca e anche per il Cremino “C’era una volta” della cioccolateria La Molina di Quarrata (PT).

Su YouTube disponibili nelle prossime ore tutti i vini degustati. Già da oggi disponibili in vendita da Burde con il seguente listino:

  • Château des Tours Réserve 2004                          € 15,00
  • Château-Grillet 1998                                                 82,00
  • La Vieille Julienne- Châteauneuf-du-Pape 2005  € 75,00
  • Vidal Fleury Côte Rôtie Brune et Blonde 1995      30,00
  • Château Rayas – Châteauneuf-du-Pape 1998       175,00
  • Muscat de Beaumes des Venise 2005                    € 18,00

Felsina Berardenga Fontalloro Toscana IGT 2001 in Magnum

Grande sorpresa (anche per me!) ma che giunge a coronamento di una sequenza bellissima di espressione del Sangiovese (la serata con Felsina qui da Burde lo scorso Aprile) cui non poteva mancare una riprova delle potenzialità di invecchiamento e maturazione di questo vitigno. Al naso l’effetto magnum è evidente con note fruttate, speziate e balsamiche nettissime e larghe, addirittura più evidenti e fresche rispetto al giovanissimo 2004. Al naso sembra quasi ricordare più la Rancia che il Fontalloro tanta è la potenza espressiva fruttata di questo vino. In bocca invece i tannini sono già in parte evoluti e mostrano un notevole carattere setoso e la mineralità unita all’acidità ne fanno un vino ancora in evoluzione.

Chiusura fruttata larghissima e convincente sostenuta da un alcol e da un corpo veramente impressionanti. Perfetto connubbio tra i terroir senesi del Chianti e i vicini caratteri ilcinesi e montepulcianesi, questo 2001 ci regala un Fontalloro tra i più grandi di sempre e in una fase evolutiva interessantissima e soprattutto ci fa capire quanto possa dare in termini di eleganza il Sangiovese con qualche anno di maturazione sulle spalle.

Ecco qui la degustazione di questa grande annata.

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Piccolo è bello: i “Vini del Castello” di Montefioralle e la rinascita del Sangiovese

Non capita tutti i giorni di andare ad una manifestazione di degustazione e assaggiare tutti i campioni in mostra ma quando i produttori sono “solo” 14 ce la possiamo fare…E quando poi il livello è così professionale (nonostante le poche bottiglie prodotte) è sempre un piacere. Innanzitutto la cornice splendida di uno dei borghi più belli d’Italia, posto proprio sopra Greve in Chianti in una posizione ventilata e dominante, con stradine ripidissime quasi da Cinque Terre Liguri e fiori sui balconi e nelle corti delle case.

Poi i tavoli dove incontrare i produttori direttamente e fare due chiacchere sui loro vini e sul loro modi di intendere il vino. C’è praticamente solo un grandissimo produttore, con tenute anche in Valtellina, come Triacca (che qui porta avanti la sua idea di Chianti “sforzato” ottenuto da uve passite, ovvero il Palaia della Fattoria Madonnina) ma è davvero l’unica eccezione in un mondo dove le 10mila bottiglie sono il tetto massimo possibile vista la dimensione delle tenute.

E tra i vini è davvero curioso sentire l’eco del passaggio da un Chianti modaiolo barriccato (ebbene si, Allier e Troncais sono arrivati anche qui!) ad un Chianti più floreale e paraddossalmente moderno dove il Sangiovese la fa da padrone incontrastato.

In particolare mi hanno colpito Altiero (tra l’altro già “scoperta” da Gentili nella sua Guida dell’Espresso) e Campocorto, produttori di quel piccolo gioiello (500 bottiglie!!!) chiantigiano chiamato Curiale che è sì un Supertuscan Sangiovese Cabernet e Merlot ma che si avvale di un sangiovese così fresco e croccante da non essere mai sopraffatto dai due internazionali solitamente così marcanti. Sangiovese che si prende tutta la scena nel Chianti Classico 2005 in degustazione, ricco di viola e fiori ancora più che di frutta matura.

Altri nomi da ricordare sono Sagrona , azienda da poco giunta ai 30 anni di attività, con un vino un pò crudo ma aspro e vivace come un Sangiovese dovrebbe essere sempre e la prima annata del Chianti Classico di Camporena per Anna Giorgi cui vanno tutti i nostri auguri per un radioso futuro, il suo Chianti Classico 2006 è un esordio veramente incoraggiante. E anche le nostre scuse per averle detto un pò ironicamente “Nel 2006 bravi tutti a fare un vino buono…”camporena chianti classico montefioralle

Nota positiva anche per i prezzi, Curiale a parte (che comunque costava non più di 15 euro) i Chianti Classico proposti avevano un prezzo al pubblico tra i 4 e gli 8 euro, segno che il buon rapporto qualità prezzo da queste parti esiste ancora.

Da segnalare pure i buonissimi biscotti allo zafferano dell’azienda Corte di Valle con confezioni giallissime invitanti pure di pasta ovviamente insaporita con fiori di zaffo, che ci hanno accompagnato per cena.

Grandi idee per il 25-26-27 aprile: Abruzzo a Firenze, Spino Fiorito, Giordano Bruno in Versilia e Montefioralle

Ieri e oggi da Burde gran pienone il che significa che da domani la città si spopolerà per fughe più o meno lunghe verso la costa o altrove. E per chi invece in Toscana ci viene da fuori (ma non solo) segnalo 3 appuntamenti per il ponte della Liberazione. Innanzitutto il vostro sommelier informatico proseguirà nel tour di degustazioni pubbliche al Castello di Malaspina a Massa con una degustazione dedicata ai “Vini da Meditazione” all’interno della Manifestazione Lo Spino Fiorito organizzata dalla Provincia di Massa e Carrara. Il Castello si trova qui e la mia “bevuta collettiva” si svolgerà sabato 26 aprile pomeriggio alle 15 (per un dolce dopopranzo…) subito dopo la presentazione del libro dell’amico PierPaolo Lorieri. Ma direi che tutti i 3 giorni della manifestazione si preannunciano interessantissimi. Programma disponinbile qui. Per chi fa vip watching, segnalo la presenza di Marco Colubro e Lamberto Sposini. Per gli altri, balli, gruppi storici, folklore e dibattiti, insomma non solo vino!

Sempre sulla costa, segnalo che i colleghi (tra i pochi con Romaneè Conti in carta in Toscana!) del Giordano Bruno a Viareggio organizzano in collaborazione con la Fisar (i nostri “nemici” sommelier…) la bella manifestazione Magna et Bibenda in Darsena a Viareggio. Dalle 10 alla mezzanotte (wow) per 20 euro, grande spazio ai vini italiani, toscani e non e altre 139 aziende inclusi Champagne (tra cui gli amici di Campo alla Sughera con il loro spettacolare Achenio già superesaurito) per un piccolo grande evento cui spero di fare un salto Sabato sera di ritorno da Massa. La lista completa delle aziende comprende (tra gli altri, in rigoroso DISordine geografico) Marchesi Pancrazi, Bisol, Donnafugata, Foss Marai, Testamatta Bibi Graetz, Tenute Dettori, Benanti, Masi Valpolicella, Tenute Jerzu Antichi Poderi, Cusumano, La Montina Franciacorta, Tramin, Kellerei Kaltern, Hofstatter e Champagne come Egly Ouriet, Colin, Piere Fric, Alfonse Mellot. (cliccate qui per il pdf con la lista completa).

Per chi rimane (o viene!) a Firenze, Riccardo Margheri (a anche il sito di Acquabona) mi segnalano una bella degustazione di vini Abruzzesi sui Lungarni a Firenze presso il “nostro” (AIS Firenze) Westin Excelsior dove potete incontrare 80 produttori e consumarvi in Pecorino, Trebbiano, Montepulciano e quant’altro con punte di eccellenza mondiali e vini da scoprire per una regione davvero in ascesa (e che si è accorta che se in Toscana ogni tanto arriva un pò di Montepulciano d’Abruzzo, come nei grandissimi vini di San Luciano, un motivo ci deve pur essere!).

Elenco vini e produttori sul sito dei Vini Doc Abruzzo.

Domenica poi sempre vicino Firenze nella mitica Greve in Chianti l’annuale appuntamento con I Vini del Castello, con 20 produttori di olio, vino zafferano e altre prelibatezze. NESSUN nome conosciuto (a parte Vecchie Terre di Montefilli) ma piccolissimi produttori entusiasti e accorati, vini minori solo nella produzione e con qualche sorpresa. Due anni fa scoprii il Curiale, prodotto in 600 bottiglie/anno da Sangiovese, davvero buonissimo e particolare. Facile direte voi con numeri così bassi…vero però l’artigianalità è assicurata. Io dovrei esserci domenica verso l’ora di pranzo per vedere passare la banda (che ovviamente piace tanto ai bimbi che cos’ si distraggono e mi lasciano bere). Ci sono anche un paio di stand di artigianato locale davvero interessanti per completare il quadro “idiliaco” della domenica chiantigiana quindi non vi fate pregare troppo!

Insomma, weekend risolto! E non dite che non pensiamo a voi…

Felsina Berardenga Fontalloro IGT 2004

Eccoci al grande vino dell’azienda quello che riassume sia il meglio del Chianti Classico della Berardenga e lo sposa al Sangiovese delle crete senesi, costruendo al contempo un ponte con i vicinissimi terroir di Montalcino e di Montepulciano.Nel bicchiere ciò significa un vino al naso già molto evoluto con note fruttate rarefatte ma elegantissime di amarena sotto spirito, di mora, di cannella, di noce moscata, anice e un terziario già presente di lacca, smalto. Rispetto a Rancia e Chianti, qui viene fuori una nota di fungo inedita e la mineralità si fa più soffusa ma non per questo meno marcata. E se il naso è già un pò evoluto e quasi maturo, in bocca mostra invece tutta la sua irruenza giovanile con tannini ben presenti e quasi aggressivi, una freschezza inaspettata e un corpo interessante. Chiusura fruttata e speziata veramente lunghissima per un vino che già dimostra di che pasta sia fatto ma che ha un avvenire brillante davanti a sè.

Clicca qui per l’introduzione al Fontalloro

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Introduzione Fontalloro
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Clicca qui per la degustazione del Fontalloro 2004

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Fontalloro 2004 Felsina
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Felsina Berardenga Chianti Classico 2006

Undici casolari, undici vigneti, undici espressioni del Sangiovese. Basterebbe questo dato per capire quanto sia affascinante e complesso il mondo del Sangiovese nei 40o ettari di Felsina. Sentiamo Giuseppe raccontarci del come viene gestito questa grande ricchezza espressiva.
E che davvero siano 11 vigneti diversi giustifica a pieno l’emozione che proviamo annusando questo incantevole vino che ci affascina immediatamente per il suo carattere toscano, prepotente ma elegante, soffuso ma deciso. Ed ecco insieme la viola, la ciliegia matura, l’humus terroso della Berardenga, la liquirizia e il cuoio del vitigno che si esprime. Una bocca carnosa, scalpitante ma fresca e invitante.
Un vino che davvero riassume il carattere del Sangiovese e ne diviene quasi un paradigma. Grande annata questa 2006 ma da sola ovviamente non basterebbe per avere questi risultati se non ci fosse un’attenzione alle esigenze dei vigneti maniacale.

Clicca qui per l’introduzione al Chianti Classico da 11 vigneti

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11 vigneti, 11 poderi, 11 sangiovesi 1 Chianti Classico
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Clicca qui per la degustazione del Chianti Classico 2006

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Felsina Chianti Classico DOCG 2006
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Castello di Farnetella Chianti Colli Senesi DOCG 2006

Il Sangiovese è sempre e sempre sarà il vitigno principe nell’azienda di Felsina e anche a Farnetella il Chianti Colli Senesi riveste una importanza strategica. Vuoi perchè permette di conquistare mercati piuttosto ostici per altre tipologie di vino più impegnative (il Colli Senesi Farnetella è in carta al Bellagio di Las Vegas…) ma anche perchè dà la possibilità al Sangiovese di esprimere e tirar fuori il carattere di Sinalunga che merita di essere espresso per le sue potenzialità che non assolutamente delle copie sbiadite del Chianti Classico ma tutt’altra dimensione del vitigno. E dato che gli impianti sono relativamente giovani, per ora si preferisce unire al Sangiovese una piccola parte di Merlot per smorzare alcune irascibilità giovanili di questo vitigno così toscano. Però nel bicchiere questo Colli Senesi è dinamico giovane, freschissimo, dai profumi vinosi bellissimi e convincenti, una bella ciliegia matura, una fragola e una leggera liquirizia accattivante che solo in bocca lasciano spazio a qualche morbidezza di origine merlot. Davvero bevibilissimo e versatile e dal rapporto qualità prezzo molto interessante.

Clicca qui per la degustazione del Colli Senesi 2006

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Castello Farnetella Chianti Colli Senesi 2006
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Brunello di Montalcino Riserva 1981 Col d’Orcia

brunello 1981 col d orciaPrimo tuffo nella storia per questa verticale con la seconda annata della DOCG e un’annata tutto sommato buona, capace di dare un Alcool del 14%, una acidità totale di 6.4 g/l, un estratto secco di 27,6 gr e ben 63,2 di polifenoli.
E al naso e in bocca le attese sono mantenute con un vino ancora vivo, molto terziarizzato ma molto in forma, con frutta sotto spirito dolce e suadente e una speziatura molto complessa che affascina. Anice, finocchio, humus, tabacco si susseguono intrecciate alla frutta di bosco che esplode in bocca in sapori davvero interessanti per un vino di 27 anni.

Clicca qui per la degustazione del Brunello Riserva 1981

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Brunello Montalcino Col d’Orcia 1981
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Brunello di Montalcino Col d’Orcia Riserva 1978

brunello montalcino 1978 col d orciaAnnata molto favorevole da 4 stelle che ha dato un vino di 13,8% di alcol,una Acidità totale di 6,1, estratto secco 28,4 (tra i più alti per col d’Orcia di sempre) e 63,2 di polifenoli. Ma il naso rivela già una decisa evoluzione molto avanzata e una terziarizzazione che ha lasciato poco scampo alla frutta e al bel floreale del sangiovese.

Ci sono note sì di goudron, tartufo, fungo secco, ruggine e polvere di caffè ma la componente dolce e fruttata è davvero troppo
sacrificata. Un pò di acetica rovina ulteriormente il quadro dando il risultato di un vino più interessante che buono. In ogni caso bottiglie molto diverse tra loro con almeno una bottiglia su cinque decisamente migliore e più conservata nelle componenti fruttate. Allora è vero che non esistono grandi annate ma solo grandi bottiglie?!?

Clicca qui per la degustazione del Brunello Riserva 1978

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Brunello Montalcino Col d’Orcia 1978
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