Montecucco vs Sudafrica a PieveVecchia: come è andata (a tavola)

Tramonto splendido sui filari di alicante e sui campi di grano di rimpetto alla Pieve, con un precantina apparecchiato in maniera semplìice ma di gusto, un aperitivo con il Cap Classique Pongracz  sullo sfondo della Pieve in lontananza e la luna che spunta dal monte. La famiglia Monaci al completo gira tra i numerosissimi ospiti mostrando la loro neonata cantina mentre Daniele Zanzucchi dà gli ultimi ritocchi ai piatti che cominciano ad arrivare. I presupposti di una seratina particolare c’erano tutti…E’ l’ultima delle serate-cene-incontri che la cantina ha organizzato per festeggiare appunto l’inaugurazione della nuova struttura già visitata in Estate e già pienamente operativa come ci ha raccontato Marco.  Lo stesso Marco che mi ha convinto appunto ad organizzare questo confronto Montecucco Sudafrica dal sapore vagamente esotico e che voleva essere un modo per confrontare due territori che stanno definendo la loro identità e predendo coscienza dei propri punti di forza.

Ovviamente per la serata in cucina c’è Daniele che in genere trovate nella “sua” locanda Del Glicine in cittàa Campagnatico e il menù vira sull’esotico pur mantenendo molti ingredienti locali. Interessante e leggero lìantipasto con la  Foglia di vite con cocco croccante e cicala di mare all’african-rub, molto giocato sui profumi e sul contrasto di consistenza cocco/cicala che funziona anche se il cocco prevale un po’ al gusto sul resto. Aspetto estivo e festoso ma dal gusto molto ricco e impegnativo i  Ravioli al formaggio di capra con peperonata dolce composta e gruè di cacao, forse il mio preferito della serata, soprattutto in abbinamento ai due vini bianchi saporiti e profumati in abbinamento. Ecco poi ‘Assaggio di risotto mantecato alle ortiche e confit di pomodoro datterino, che poi assaggio non era ma meglio così visto che era davvero riuscito, saporoso e consistente tanto da star quasi bene con il Pinotage in abbinamento. Molto forte e deciso il secondo, un Filetto di struzzo su vellutata di cavolo nero e sale grosso delle Hawaii, speziato e appagante, ottimo per provare su strada i due Syrah della serata. Simpatico e stuzzicante il Sorbetto al pepe rosa e poco bello a vedersi ma godurioso la  Mousse al cioccolato all’infuso di tè Jasmine con granita di caffè e tabacco che ci prelude non solo al Fine Tawny sudafricano ma soprattutto alla fumata di sigaro con cui concludiamo al freddo della notte maremmana mentre lo staff sistema la sala.

Serata forse un po’ troppo lunga e faticosa da seguirla tutta e dobbiamo quindi sicuramente ringraziare le persone intervenute per la pazienza e l’attenzione che ci hanno dedicato. Quanto a PieveVecchia e la sua avventura da poco iniziata, che dire? Gli ingredienti per farsi notare e fare belle cose ci sono tutti e soprattutto mi pare di capire che sono recettivi e aperti a idee e proposte nuove per il futuro e questo in una cantina così relativamente grande (potenziale a regime quasi di 500mila bottiglie) è una buona notizia per il vino toscano, a prescindere dai finora ottimi risultati conseguiti.

In bocca al lupo quindi!