Spagna vs Portogallo: 2-3 (imho)

Sarà che in Germania i vini spagnoli e portoghesi sono davvero onnipresenti ma ogni volta mi ritrovo sempre il carrello della spesa pieno di Tempranillo e Touriga da assaggiare. Quest’anno il derby iberico si è svolto mettendo di fronte rossi spagnoli dal Somontano, Yecla, Valdepenas e Rioja e dall’altra alcuni big portoghesi come il raro e costoso Redoma Tinto Douro di Niepoort, famosa azienda produttrice di Porto. Sul versante bianco dalla Spagna ecco uno degli Chardonnay più premiati ovvero il 234 di Enate (Somontano) contro l’Albis, semisconosciuto bianco portoghese del re del Lancers Josè Maria Fonseca a base di Moscatel proveniente da Setubal ma non, ovviamente, fortificato a dare il celeberrimo Moscatel de Setubal che forse avrete assaggiato.

Premetto che ancora una volta i vini portoghesi mi hanno stupito per la loro peculiarità mentre nei vini spagnoli ancora faccio fatica a trovare uno stile personale diverso da quello internazionale, a parte ovviamente l’apporto aromatico del Tempranillo che invece marca fortemente ogni prodotto spagnolo fatto con quest’uva. Come per esempio marca in maniera quasi esclusiva questo Yecla che pure sarebbe composto per la maggior parte da Monastrell (che ancora non sono riuscito a capire se sia il Mourvedre Francese…parrebbe dimostrato di no). Il Tempranillo e il Cabernet presenti ne fanno un vino indubbiamente piacevole e caldamente speziato ma soffocano il tutto sotto etti di frutta un pò caramellata e anche la freschezza non è delle migliori.

riserva campillo riojaNella Rioja, abbandonati molte derive moderniste di vini iper concentrati si trovano ottimi esempi, specie se si sa attendere almento 4-5 anni dalla vendemmia come nella Reserva Campillo già descritta nel post della visita da Apicius. E davvero la distanza da un vino più semplice e meno costoso come il Diego de Almagro Gran Reserva 1999 da Valdepenas, in vendita da Jaques Wein Depot a 7,90 euro, non è così abissale come si potrebbe pensare. Il vino è ovviamente rispetto al Rioja più fresco e meno corposo, ma è croccante, fruttato e mai eccessivo e marmellatoso, ha una discreta persistenza e sulle grigliate di maiale è difficile pensare ad un compagno migliore. Anche qui Tempranillo (chiamato Cencibel nella regione) in purezza che perde corpo e sostanza ma non aromi e speziatura.

Per i portoghesi inizio soft ma particolare con un vino dall’Estremadura, ovvero il Touriz di Casa Santos Lima 2002, touriz casa santos lima estremadura portugal 2002blend particolare di 40% Touriga Nacional , 30% Touriga Franca e 30% di Tinta Roriz (Tempranillo), addirittura a credere a loro invecchiato in botti di rovere portoghese. Non so come lo facciano esattamente ma aveva un aroma di sottobosco fine e delicato, pur sostenuto da un corpo e una struttura non indifferenti e si lasciava bere che era un piacere sottile, tannini un pò evaporati ma ancora una discreta persistenza fruttata di amarena.

douro redoma tinto niepoortApprocciare invece il top wine Redoma Tinto 2005 dal Douro da Niepoort è stato invece più difficoltoso perchè ti aspetti, visti anche i notevoli risultati di critica (WS in testa), un vino decisamente difficile da bere, specie da giovane e soprattutto a leggerne le descrizioni una specie di porto secco tutto alcool marmellata, da spalmare insomma. E invece nel bicchiere è innanzitutto di un colore rosso porpora lieve, piuttosto trasparente (e questo mi torna del resto la Touriga Nacional non brilla per intensità colorante). Al naso c’è un odore riconoscibilissimo di Porto vintage con un fruttato sotto spirito di amarena e una speziatura piccante (pepe, paprika, ginger). Ci sono poi note ematiche, ciliegie e un sottobosco molto ben costruito con un profumo quasi di muschio: l’insieme parrebbe un pò stonato ma l’assenza di alcol al naso lo rende di una eleganza straordinaria e inattesa. In bocca è “soltanto” abbastanza caldo, di nuovo leggermente piccante ma freschissimo con tannino vivace ma non aggressivo, lieve sapidità nel finale di bocca. Ha molta meno struttura di quanto ti aspetteresti e anche il corpo non è mai eccessivo: semmai pecca di scarsa persistenza e per un vino di questa levatura e prezzo (35 euro) magari vorresti qualcosina di più. Ma bevuto insieme ad uno stufato di cervo condito con mirtilli e cavolo rosso vi assicuro che era uno spettacolo unico.

enate crianza 2003 somontano Torniamo in Spagna per un altro big wine, stavolta dal Somontano, zona ai piedi dei Pirenei con varie località sciistiche quindi climaticamente lontano anni luce dal classico rosso spagnolo caldo e rotondo . E in effetti questo Enate Crianza 2003 a baseTempranillo Cabernet ha sì il classico profumo di spuma di more e creme de cassis ma anche un leggero accenno di carruba, di gomma con leggerissimo goudron. Il Cabernet viene fuori a tratti per smussare qualche angolo, aggiungendo un pò di pepe nero appena macinato e succo di ribes, mentre la barrique si manifesta con noce moscata e anche un pò di cardamomo (ma questo credo derivi dal tempranillo e la sua interazione con il legno). In bocca non è mai aggressivo, anzi molto pacato sia come tannino che come alcol e qui l’origine pedemontana si rivela del tutto.enate chardonnay 234 somontano 2006 Grandissimo vino, di una piacevolezza estrema. Sempre dal Somontano ecco uno dei bianchi internazionali più famosi di Spagna ovvero lo Chardonnay 234 di Enate 2007 capace di una prestazione maiuscola, capace di surclassare altri blasonati Chard iberici come il Gran Vinha Sol di Torres. Innanzitutto i profumi sono di uno chardonnay nordico, per niente mediterraneo, al limite un grande friulano…camomilla, biancospino, sambuco, maracuja, cedro, arancia, finocchio, alcol appena accennato, miele poi sullo sfondo un minerale gessoso. In bocca è fresco, sapido, corposo con retrogusto tipico di banana e ananas (colpa/merito dei lieviti usati?). Grande vino e capace di piacere anche a chi, come me, non ama affato lo Chardonnay se non è Borgogna. Unico difetto il fatto di aver trovato nel vino esattamente i sentori descritti nel sito aziendale e pochi di più…quando succede è sempre un pò inquietante!

Il versante portoghese bianco mi ha invece fatto scoprire in un retrobottega di una sfigatissima enoteca del MAre del Nord un vino di Josè Maria Fonseca nella cui galassia orbitano una enormità di etichette tra cui appunto la quasi totalità del Moscatel de Setubal che viene prodotto ogni anno. Parte del Moscatel che non viene trasformato in Moscatel liquoroso finisce in questa versione secca che esce con la DOC Terres do Sado, con un apporto direi deciso di Arinto (altra uva bianca locale).
Nonostante il vino fosse del 2004, è stato un piacere scoprirlo ancora in formissima con sentori di fiori, pesca gialla, melone, miele millefiori, leggera ossidazione da sherry nocciolata, gusto intenso e penetrante di frutta dolce che ben completa la sapidità notevolissima del vino. Sia al naso che in bocca il moscatel non stanca e non viene a noi anzi ad ogni sorsata si rinnova il piacere di berlo e forse gli anni in bottiglia in questo hanno aiutato un pò. In ogni caso adesso mi resta la curiosità di berlo un pochino più giovane anche se devo dire che l’acidità era ancora bella presente.

Insomma in questo derby vedo ancora davanti il Portogallo forse per una preferenza personale verso i vini relativamente più piccoli ma mi pare sempre che in Spagna il Tempranillo si riveli sempre una presenza un pò ingombrante e solo in pochi casi il binomio terroir-vitigno dà i risultati migliori,

Ma la sfida è sempre aperta e penso che Aristide, Filippo e Giampaolo ne avranno da raccontare delle belle su cosa hanno bevuto negli ultimi giorni a Logrono per la European Wine Blogger Conference !